Sogno di un giorno di fine aprile

A volte mi viene da sognare.
Sogno che Siderno sia una bella cittadina pulita, ordinata, con poco traffico, con tante casette col giardino davanti e negozi con insegne pubblicitarie in legno verniciato.
Di più di più mi viene da sognare soprattutto di più quando osservo il colore degli alberi in questo tumulto di verdi primaverili.
Il sogno che faccio in questo periodo riguarda la via Carrera, una vecchia e strettissima strada che anticamente era fuori dai confini del paese e serviva solo ai carri merci, mentre oggi è stata per metà ampliata e resa uno stradone a otto corsie che segna i confini del circuito viario di Siderno.
Quel che rimane della via Carrera è un viottolo che tra nuovi casermoni e vecchie mura è fiancheggiato da vecchie querce.

La vecchia parte della via Carrera

Sogno che in passato, un sindaco di buon cuore e dotato di intraprendenza naturalistica, un sindaco col panciotto amante delle passeggiate in campagna con cane e bastone, vista la bellezza della via Carrera, avrebbe acquisito per il comune le due fasce che le corrono ai lati, preservandole dalla speculazione edilizia.
Sogno che questo sindaco, grazie alle sue conoscenze botaniche, decidesse di piantare degli alberi a ridosso della stradella, in modo che le chiome si congiungessero in alto, formando una volta verde.
Sogno alberi profumati, come le robinie e le mimose, oltre che degli aranci piantati qua e là, non troppo fitti. Questo sindaco col panciotto avrà anche pensato di mischiare alle querce preesistenti, allora giovani, qualche albero da fiore, come dei Prunus avium, e magari, magari, forse…sarebbe stato troppo soverchio ed abbondante un Prunus x subhirtella ‘Pendula Rosea’?

Il 'bianco viale delle delizie'

La via Carrera sarebbe potuta essere simile al Bianco Viale delle Delizie di Anna dai Capelli Rossi, piantato da un eccentrico coltivatore ai fianchi dei suoi possedimenti. Non chiediamo al nostro buon sindaco un’altrettanto grande sforzo di fantasia, ma immaginiamo che il risultato sarebbe potuto essere simile.

Dorothy Perkins

Le vecchie case avrebbero avuto glicini e rose rampicanti morbide e flessuose, come la ‘Dorothy Perkins’, caprifogli rosa e Philadelphus profumati. Qualcuno -scocciato da tutto questo tripudio di romanticherie- avrebbe piantato invece passiflore a fiore grande, che nel tempo sarebbero diventate enormi e fioritissime.
I contadini, ai margini degli orti, avrebbero piantato siepi di pisello odoroso in tutte le varietà di colore allora disponibili, e il camminare per la via Carrera in primavera sarebbe stato come veleggiare in un sogno.

La via Carrera in una notte stellata

Naturalmente la bellezza porta sempre con sè la magia, e una volta piantati alberi che dessero rifugio agli animali e cibo agli uccelli, sarebbero arrivate anche le fate. Fate con piccole lanterne che danzano tra i prati nelle radure delle piantate, che trovano rifugio nei tronchi più grossi degli ulivi secolari, e che volteggiano tutta la notte confondendosi con le lucciole.

Cosa sarebbe bastato? Un sindaco intraprendente.