Nel giardino diviso siede l’angelo

08/27/08
Nel giardino diviso siede l’angelo
Filed under: Giardinaggio e natura
Posted by: Lidia @ 5:10 pm

“Nel cibo diviso siede l’angelo” è -se non ricordo male- un proverbio, una frase che sta sul frontespizio del romanzo La compagnia dei Celestini, di Stefano Benni.
Io sono una ragazza all’antica, ho dentro di me la cultura sociale meridionale del Dopoguerra, trasmessami in gran parte da mio padre. Il che significa , tra le altre cose, ospitalità e condivisione. Il pane si divide, anche quando è poco. E tanto più è poco, tanto maggiore è la felicità di dividerlo.
Ecco perché ci siede l’angelo.
E nel giardino diviso, siede anche lì l’angelo?
Dipende. E’ una questione di scelta. Non per forza si deve dividere ( altrimenti si passa pure per egoisti, guardate voi ), anzi, l’Arte è una questione privata, privatissima.
Uno degli aforismi più citati di Wilde è: “Non mi dia ragione, mi fa sentire di essere in torto!”, al quale si aggiunge la versione in terza persona: “La peggior cosa che possa succedere ad un genio è di essere compreso”.
Ognuno sente e vede a suo modo, interpreta, ed a volte anche l’interpretare è una forma di arte sottile.
Ma tornando al giardino?
Una delle molte professioni che mi piacerebbe svolgere sarebbe proprio la progettazione di parchi pubblici. Non quei parchi ultra-moderni, disegnati secondo correnti artistiche contemporanee, che vogliono trasmettere questa o quella visione della vita e del rapporto tra la natura e l’Uomo.
I giardini devono essere per la gente, non la gente per i giardini. La buonanima di Rosario Assunto s’incazzerebbe. Ma cavolo se lui era di Destra! Assunto sosteneva che la gente si dovesse comportare come un principe in un giardino. Il punto è che non tutti hanno la cultura e la sensibilità di comportarsi da principe, ma non perché sono ignoranti (sì, ignoranti, zozzi, maleducati, bastardi e figli di buona donna), bisogna privarli di godere di un giardino.
Non perché hai la quinta elementare non sei in grado di emozionarti davanti ad un quadro o sentendo un concerto. A maggior ragione di divertirti e trarre “educazione” dallo stare in un giardino, poiché il rapporto con la Natura è il più importante elemento della cultura umana.
Questo non significa “proletarizzare” un giardino, ma disegnarli secondo principi di fruibilità per la gente.
Parchi senza panchine, con vialetti di brecciolino che fanno rendere l’anima a dio ai piedi, o con percorsi ciechi che non portano a nulla, senza uno spazio dove poter far giocare i bambini o far pisciare i cani…qualcuno mi sa dire a che cavolo servono?

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