Dieci pagine al giorno

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Qualche tempo fa sono uscite le statistiche sulla lettura, scoraggianti come sempre, anzi, più che mai. Il 2013 è stato etichettato come annus horribilis dagli editori. Mi lamentavo del fatto che vengano considerati lettori forti coloro che leggono almeno 12 libri l’anno.
Dodici libri? Un libro al mese? e sarebbero “lettori forti”? io ne leggo mediamente tra i trenta e i quaranta e mi considero una lettrice lenta. C’è chi ne legge cento.
Mi è stata fatta l’obiezione classica, da manuale: “Ma chi ce l’ha il tempo? Vorrei tanto poter leggere, ma non ho tempo, sono un ignorante per questo?”.
In una società di disoccupati, il tempo dovremmo averlo. Ma senza andare a spingersi in ragionamenti troppo arzigogolati, il punto è che i lettori “deboli” non leggono che occasionalmente. Incontrano un libro, o perchè lo vedono, ne sentono parlare, gli viene regalato, prestato, ecc. e poi non leggono per mesi. Va da sè che con questo sistema si legge poco e male.

In verità io leggo pochissimo: mi addormento subito. Ma leggo tutti i giorni, soprattutto per dormire. Non riesco ad andare a dormire se non leggo (il bello è che da ragazza leggevo di pomeriggio, e prima di dormire guardavo la tv), e mi addormento col libro o col Kobo in mano, a volte mi sveglio perchè mi cade in faccia.

Facendo un po’ di calcoli, leggendo una pagina al giorno si finirebbe Guerra e pace in circa tre anni, molti di meno di quanti ne ha impiegati mia sorella per finirlo.
Leggendo tre pagine al giorno si finirebbe Guerra e pace in un anno. Leggendone dieci al giorno si leggerebbero 3650 pagine l’anno. Diciamo tre volte Il Conte di Montecristo. Oppure 10 libri lunghi come Meridiano di sangue.

Considerando che si legge per almeno 10 minuti prima di stancarsi, e in genere si arriva alla mezz’ora senza problemi, attestiamoci su una durata media quotidiana di 15 minuti. ammettendo che si impieghi un minuto per pagina sarebbero 15 pagine al giorno, cioè un totale di 5475 pagine l’anno. Fa 9,9 volte Cinquanta sfumature di grigio. Con un paio di sedute di 5 minuti extra arriviamo a 10.

Ora non mi si venga a raccontare che non si ha tempo per leggere. Non si ha voglia, questa è la verità. Un essere umano adulto può leggere almeno 10 libri l’anno leggendo ogni giorno per 15 minuti.

44 pensieri riguardo “Dieci pagine al giorno

  1. Oh.. devo intervenire!
    Sí, le statistiche sulla lettura sono deprimenti. Da noi in Spagna sono anche peggio che in italia. Si dice che solo il 40% della popolazione ha letto almeno 1 libro all’anno. Il resto nessun libro. Di questo 40% solo 1 su 100 si considera un lettore… Per cui c’è da chiedersi che generazioni si stanno formando anche perchè io contiuo ad essere del parere che siamo quello che leggiamo e viceversa, non siamo tutto quello che non abbiamo letto.
    Potete dire che io sono un un caso patologico..quando leggo poco sono 50 all’anno (…anche se ho superato i 100..) ma certo che dodici libri all’anno fanno un po’ ridere anche perchè non è giustificata la scusa del tempo.
    Quanto tempo si perde davanti alla tele? E non è lo stesso distrarsi con un film che con un libro. I libro obbligano a dare qualcosa in cambio… (Auster)
    La mia gironata ideale è quella delle “otto ore”. Ma evidentemente questi sono ritmi che non si possono mantenere tutti i giorni e variano a seconda delle epoche della vita, famiglia, lavoro, sport, vacanze… le “otto ore” sarebbero 8 ore di sonno, 8 di lavoro e 8 di lettura (…più necessità fisiologiche)…
    Adesso non dico che questo sia sano e giustificabile, ma se è per quello non lo sono nemmeno le “full immersion”… (…ma di questo ne parlerò un’altra volta…)
    In ogni caso tenendo conto i tempi di lettura, facciamo una media facile per tutti …40/50 pagine l’ora (che non sono tante…) permettono a chiunque di leggere un libro piccolo/medio (200-250 pag.) in 4 o 5 giorni, dedicandoci solo un’ora al giorno… e questo significa anche 1500 pagine al mese. Un’ora al giorno, un tempo che si può guadagnare dormeno 8 ore invece di nove o 7 invece di otto e che si riesce a sprecare vedendo le pubblicità o un telefilm noioso… però che dire …ognuno fa un po’ quello che gli pare della sua vita.

  2. Premetto che sono pro-libri e che non guardando la tv sono agevolata
    alla lettura, ma questo non succede durante l’ora legale quando si rimane a fare lavori in giardino fino alle 22.00, per non parlare poi di tutte le incombenze casalinghe che distruggono qualsiasi velleità letteraria del tipo preparare pranzi e cene, lavare, stirare, ecc…ecc..
    In realtà ammiro molto le persone che piene di impegni riescono a ritagliarsi brevi spazi per leggere anche se in …bagno.

    1. Già, ma rimango dell’opinione che 15 minuti al giorno non siano poi tanti (neanche in bagno). Non riuscirei mai a fare i turni di 8 ore come Taro, li facevo allle medie, al liceo, anche ai primi anni di università, ora davvero non riesco a stare seduta più di 10 minuti senza dovermi alzare per fare qualcosa (telefono, gatti, cani, citofono, spesa, comandelli, ecc).
      Magari potessi! Il mio record è stato “la valle dell’Eden” in un giorno e mezzo, mai più eguagliato neanche nel più roseo dei miei sogni. Con la Gothein mi imponevo 50 pagine al giorno, ma erano sudatissime, vi assicuro.

  3. appunto, vuoi che non si possa prolungare la “sosta” di almeno un quarto d’ora? se poi il libro è avvincente son guai!
    però non esistono solo i libri, ci sono le riviste , i manuali, ecc ecc.
    Inoltre aggiungo che in periodo di crisi si può sempre frequentare la biblioteca comunale!

  4. Allora, amo e ho sempre amato leggere, i 12 libri li supero ampiamente ma…., si c’è un ma: i miei ritmi di vita sempre frenetici con i minuti contati fanno si che riesca a leggere solo in vacanza che col passare degli anni si è ridotta ad una, massimo due settimane all’anno.

    C’è poi un problema pratico che una volta non avevo: gli occhiali. Io ho sempre letto a letto e con gli occhiali non è così agevole, devo tenere diverse gradazioni secondo la posizione di lettura e quello a lungo andare diventa fastidioso.

    Però il libro, qualunque esso sia, dal polpettone al giallo fa si che dopo mezz’ora che lo leggi tutti i problemi di questo mondo spariscono per magia fino a che non lo chiudi.

    Ah, ho provato con gli e-book. Il risultato è che dopo due pagine ho rischiato di scaraventarli fuori dalla finestra…

    1. Nik, ma tu hai letto col paddino, scommetto! non c’è paragone con l’ereader! se la fortunazza mi assiste prenderò un Kobo Aura. E’ uno strumento meraviglioso, e gli occhi ringraziano: puoi ingrandire e rimpicciolire il carattere a piacere, e gli occhiali neanche li usi. Comunque questo della presbiopia è un problema. Se le lenti non sono perfette, passare da quelli per la tv a quelli da lettura fa girare la testa e bruciare gli occhi.

      1. Ho provato il kobo, ma mi fa disperare per scaricare i libri, mi sembra di avere tra le mani un tagliere più che un libro. Non lo reggo proprio!

    2. Io leggo in contemporanea anche su ebook, ma li preferisco solo quando sono in trasferta… cosí finalmente evito il sovraccarico aeroporti quando parto con dieci volumi perchè non so bene quale avró voglia di leggere ogni giorno… ^^’

      Sono pro tecnologia, ma per i libri gli ebook non sono un gran miglioramento. Se vuoi sono comodi perchè ti leggi un libro che non avresti mai comprato, ma per questo ci sono anche le biblioteche.

      Sono comodi perchè magari attraverso internet eviti di spendere i soldi in un libro che non ti piacerà, ma se è per quello io leggo come un dannato e negli ultimi 5 anni devo aver acquistato un libro…

      Sono comodi per le dimensioni dei caratteri e le note se vuoi, ma certo che se vai avanti e indietro e vuoi trovare qualcosa che hai letto… stai fresco. In realtà si va solo avanti, mentre con la carta, scorri, rileggi, ritorni, rileggi e vai all’indice e ritoni dov’eri e rileggi l’introduzione e poi ritorni dove eri …provate a fare questo con un ebook. E non ho mica un e-reader preistorico… ho un BQ Cervantes Touch Light… che è abbastanza buono… (…e lo so anche usare).

  5. Credo che il problema ormai non sia più solo quanti libri si leggono, ma anche quali si leggono. Frequento spesso blog e forum dedicati alla letteratura, gli intellettuali sono sconfortatissimi. Ciao Lidia, un salutone.

    1. Ciao Marta, è un grosso problema quello che sollevi. Magari ci fossero più persone che leggono “intellettuali”, purtroppo la maggior parte di noi si ferma alla narrativa masscult. ma già trovare qualcuno che legga regolarmente è una cosa preziosa. Mi viene in mente Mr. Stevens di “Quel che resta del giorno”, che leggeva romanzi d’amore per migliorare il suo eloquio (in realtà li leggeva perchè gli piacevano, ma non ne era perfettamente consapevole). Una Barbara Cartland sarà capitata un po’ a tutti, spero.

    2. Bueno.. gli intellettuali non dovrebbero preoccuparsi… ognuno è libero di leggere quello che vuole.
      I libri di pessima qualità sono dei grandi maestri. Io considero il tema della quantità più importante rispetto alla qualità… Prima bisogna iniziare a leggere ed appassionarsi alla lettura, poi con il tempo si impara a distinguere la qualità ..o prima o poi si scopre “un libro che ti cambia la vita” (..Lidia, quando lo pubblichiamo questo post?) ..e allora si cresce e si va avanti… e poi tante cose senza valore che si sono lette continuiamo a ricordarle come dei vecchi amici.

      1. Se qualcuno vuole passare la vita a leggere Harmony, secondo me non è un problema. Anche a me ogni tanto piace staccare con un libro “leggero”. Quello che spaventa è soprattutto il comportamento di molte case editrici, anche grandi, che mettono sullo stesso piano (proprio sullo stesso scaffale) un fabio volo con una munro. Le case editrici per prime dovrebbero “educare” i loro lettori. Invece seguono solo logiche di marketing.

        1. Sí anche perché le case edititrici fiutano il bestseller, ma raramente si accorgono che hanno qualcosa di nuovo in mano e cosí ci sono grandi scrittori come Roberto Bolaño che fanno la fame fino alla fine. Lui per esempio ha almeno potuto “assaporare” il riconoscimento. Quattro o cinque anni, in cui già malato ha solo lavorato “selvaggiamente”, scrivendone 5 in tre anni, (…l’ultimo da 1200 pagine) …prima di morire ai 50.
          Ogni tanto mi chiedo chissá quanti non sono nemmeno mai arrivati ad essere riconosciuti .. o conosciuti. Ogni tanto mi chiedo anche se ci saranno mai delle grandi opere in un cassetto o in hard disk.

  6. Eh qua c’è un sacco da dire. Non ho risposto subito perché ho voluto pensarci un po’ su, ed ecco qua il Raganella-Pensiero 🙂
    Personalmente non posso neanche concepire l’idea di finire una giornata senza leggere almeno qualche riga, ma ad esempio l’ (persona intelligente preparata sensibile eccetera) ha il problema degli occhiali citato da Nik e purtroppo fa parecchia difficoltà a leggere; un po’ di pigrizia (qualche difetto dovrà pure avercelo) fa il resto.
    Non so quanti libri leggo in un anno, purtroppo non li ho mai contati, e nemmeno io ce la faccio a fare i turni come Taro, però leggo, e leggo e leggo, e leggerò sempre finché avrò fiato in corpo. Per imparare, per sognare, per vivere dimensioni parallele, perché mi piace.
    Man mano che si legge si diventa anche bravi ad evitare i brutti libri, che saranno pure dei maestri come dice Taro, ma fanno perdere tempo, nonché soldi, e secondo me fanno anche passare la voglia di leggere. Io sono fautrice di una gran quantità di roba di qualità 🙂
    La faccenda dei 15 minuti è verissima ma temo che la chiave di tutto sia la passione (occhiali a parte): o c’è o, da quel che vedo in giro, non può essere provocata nemmeno con le minacce.

    1. Vedo che non è stato visualizzato un pezzo di quello che ho scritto: la persona intelligente preparata sensibile è la mia “altra metà della mela” 🙂

    2. Sí, ma comunque io mi riferivo ai “lettori non lettori” e all’invogliare a leggere. Evidentemente chi ha una cultura letteraria, non si troverà mai tra le mani un libro da buttare. Si capisce subito dall’odore, come con il cibo…
      Certo che a chi legge un libro all’anno, il benedetto 40%, non si può cosigliare un Joyce, o un Pynchon, o un Palahniuk, ma neanche un McCarthy, o un Borges, o un Cortazar e forse nemmeno un Flannery O’Connor, o un Faulkner, o un Calvino… per cui se non vogliamo allontare la gente dalla lettura, come spesso accade già nei banchi di scuola, meglio lasciare che ognuno legga un po’ quello che vuole, fossero anche le avventure di Fratello Cadfield o le sfumature di grigio… poi “i libri chiamano libri”…
      E comunque visto che mi tirano in ballo, neanche io faccio più le otto ore.. una volta al mese se va bene e le “full immersion” (…quando leggevo un libro al giorno) risalgono come ha detto Lidia… all’adolescenza.

      1. D’accordo, ma come lo invogli quindi uno che legge un libro all’anno? Cosa gli proponi? Il discorso mi sa che è lungo e ha origine dalla scuola elementare, e forse anche prima, cioè dagli anni in cui le persone dovrebbero essere guidate verso la cultura. Ma chi le guida? I genitori? Gli insegnanti? Non è per fare polemica, è proprio perché non so dare risposta a queste domande.

        1. La mia mamma, quando avevo un paio di anni, mi leggeva i libri di favole, a tre mi regalò “le più belle favole di Esopo” e da li mi riempì di giornalini e libri facili fino a quando cominciai a scegliermeli da solo. E io senza libri non ci so più stare.
          E così ho fatto con mio figlio che per essere un adolescente di 14 anni, legge molto, forse non 12 all’anno ma ci va vicino.

        2. Mah.. io per sempio sempre avviso cosa sto leggendo, anche se non mi interpellano. Adesso non si tratta di evangelizzare la gente, ma intanto non trovo nemmeno corretto togliere valore alle letture che non consideriamo “colte” …un peccato in cui cadono molti “intellettuali”.. che si preoccupano per la qualità della lettura.

          Poi come ben dici la causa del problema va ricercato a monte e probabilmente risiede nel percorso scolastico e l’offerta dei professori.
          Ne approfitto per dare un suggerimento, se ci fosse qualche professore tra i lettori che non sa come invogliare alla lettura. Io ho letto fin da piccolo… i soliti libretti da bambini, ma il salto alla lettura da adulti e la scoperta che la lettura non era solo Verne e Salgari è arrivato in prima media e grazie ad una professoressa di italiano.

          Il primo giorno si è presentata con una scatola di libri, vecchi e usati, al giorno d’oggi non sarebbe nemmeno permesso… e l’ha depositata per terra. Eravamo liberi di leggerli. Alla fine della lettura voleva che le scrivessimo le nostre impressioni e un breve riassunto. Ogni libro letto e breve relazione dava un punto in più che si aggiungeva alla media generale del corso. Potevamo farne a meno, ma allora non guadagnavamo il punto. Potevamo leggerne dieci in un anno e allora erano 10 punti guadagnati… Ricordo ancora il primo libro che mi sono portato a casa. “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Remarque. Mi faceva un a paura terribile, ma è dove ho iniziato a leggere e quando l’ho terminato sono andato in biblioteca perchè volevo un altro libro di Remarque e non me lasciato portare via, perchè dicevano che avevo 14 anni (sigh!) …e così sono ritornato con la coda tra le gambe alla mia scatola, che era comunque un ponte verso nuovi mondi, città invisibili abitati da abitati da pescatori testardi o mosche e bambini.
          Ce ne fossero ancora di queste professoresse. In quel periodo ho visto leggere gente che forse ha continuato a studiare grazie a quelle letture e ho visto leggere amici che senza aver fatto le superiori stanno ancora leggendo!

        3. Taro, la scatola della tua professoressa ha un che di magico che arriva perfino a me che non ero lì con voi, però permettimi di dissentire sulla “monetizzazione”: un punto per ogni libro. Chissà se c’è un modo un po’ meno materiale di convincere un bambino ad aprire un libro… Penso a professori come quello del film “L’attimo fuggente”, che è riuscito a stimolare nei ragazzi un vero interesse per la poesia e la letteratura senza promettere loro nulla (nulla di tangibile intendo) in cambio. Riguardo a sedicenti scrittori come Fabio Volo, purtroppo nutro un pregiudizio: lo giudico male senza averlo letto (però l’ho sentito parlare). Secondo voi mi perdo qualcosa? 🙂 Se sì, corro in biblioteca a prendere un suo libro (ditemi anche quale): non me la sento di comprarlo, il pregiudizio è troppo forte.

        4. @ RaganellaVerde: (mi rispondo perché non posso risponderti direttamente sul terzo livello. Lidia, perchè non metti scala risposte libera?)

          La “monetizzazione” era un po’ un Macguffin e funzionava, nel senso che quelli che vedevano gli altri progredire nei voti solo accudendo alla scatola, comicniavano anche loro ad affacciarsi al buco nero…

          Mah… Fabio Volo (…dovrei forse vergognarmi…) li ho letti quasi tutti… In realtà letto uno li hai letti tutti, sono molto simili, scegline uno che ti attira.. (esco a fare due passi, un posto nel mondo, il tempo che vorrei…) li leggo perchè non occupano più di due sere e li leggo con rabbia perchè lo odio. Lo odio con tutto me stesso, ma lo leggo per capire come può scrivere sempre la stessa cosa e continuare a farsela pubblicare. Lo rispetto comunque e mi piace per gli stessi motivi per cui lo odio.

        5. 😀 forte il tuo commento su Fabio Volo, ho riso di gusto! Allora mi sa tanto che non lo leggerò… C’è in giro tanta bella roba da leggere e rileggere, un nome per tutti: Saramago, che al contrario di Fabio Volo ha scritto cose sempre diverse e sempre bellissime. E comunque non siamo venuti a capo del problema originale: perché la gente non legge? Come convincerla a leggere? Cosa è meglio leggere?

          1. Venerdì sono andata in libreria a ritirare un libro che avevo ordinato (“Testamento di un giardiniere”), e ne ho approfittato per sfogliare a caso un libro di Fabio Volo a caso (i libri di Fabio Volo sono: uno tutto arancione, uno tutto giallo, uno tutto rosso, uno tutto verde…). Le credo 8 righe che ho letto mi sono bastate 🙂

          2. ma dai, io non darei questa importanza a Volo. se devo perdere tempo almeno mi legfgo una cretinata di fantascienza.
            Coehlo? pieno midcult. da scansare

        6. @ RaganellaVerde: beh, sí …Saramago è un altro scrivere, ma leggilo lo stesso un Volo. Come ha ben pensato lui quando si è cambiato nome …si legge al “volo”, fosse stato Bonetti …sarebbe stato un altro leggere. Vai in biblioteca, li troverai tutti. Ormai anche le biblioteche sono come le librerie. Seguono le stesse mode. Prima la narrativa storica sulla linea Dan Brown, adesso trovi solo i nordici violenti, sull’onda Larsson, presto immagino arriverà anche l’olezzo delle “sfumature”…

          Torno a rispondere:
          – Perché la gente non legge?
          Non leggono perchè la vita del giorno d’oggi non è pensata per lasciare spazio alla lettura. (E non lo sarà più).
          – Come convincerla a leggere? Bisogna partire dalla base, riformare il percorso educativo e i valori della società. (Impossibile dunque previo grande cataclisma).
          – Cosa è meglio leggere? Ho già risposto e continuo ad essere del parere che “Tutto”. L’importante è leggere. Ognuno in base alle proprie necessità.

          Per concludere lascio una frase di Borges che diceva:
          “I lettori sono una specie già estinta. Non c’è un europeo, che non sia uno scrittore in potenza o in atto”.
          [Il giardino dei sentieri che si biforcano (1941) e Finzioni (1944)]
          … praticamente riassume il problema mettendo anche il dito nella piaga (…negli anni 40!!!) …sul fatto che ormai scrivono tutti e così si capisce come mai le librerie sono piene di spazzatura.
          Io ho scritto e scrivo. Da trent’anni sono tentato di mettere giù qualcosa che sia pubblicabile e se non l’ho ancora fatto è perchè mi rileggo sempre questa frase di Borges e per rispetto ai grandi mi sembra che sia inutile aggiungere un altro nome insignificante tra gli scaffali di una libreria…

  7. Mi sono letta con piacere questi 25 commenti. Anche questo è leggere perché ho imparato qualcosa.
    comunque dissento sul fatto che non si possa avere tempo di leggere, esistono ancora tanti tempi morti da riempire: le file dal dottore, sul treno o sulla metropolitana e perché no, anche mentre si pedala sulla cyclette (esperienza personale, per sconfiggere la noia).

    1. Penso che la mancanza di tempo è solo una scusa. Come dici tu, il tempo ci sarebbe anche, ma si preferisce impiegarlo per fare altro.

  8. Approfitto del luogo per chiedere consiglio a voi super lettori.
    Paulo Coelho si o no?
    Ho letto “le valchirie”e mi ha deluso tremendamente, come contenuto.
    Gradirei vostra opinione, please..

    1. Non mi ritengo una super-lettrice ma provo lo stesso a risponderti (e intanto ringrazio Lidia per l’ospitalità: ormai questa discussione, innescata dal suo post, vive di vita propria 🙂 ).
      Non ho mai letto niente di Coelho per lo stesso motivo per cui non ho mai letto niente di Fabio Volo: pregiudizio. Questo pregiudizio è però dettato dal mio fiuto, che in generale mi fa sospettare degli scrittori in vetta alle classifiche di vendita. Non mi fido di chi “piace a tutti”, visto che non si può piacere a tutti, e nemmeno di chi dice invariabilmente quello che vorremmo sentirci dire.
      Ma naturalmente questo è un mio sistema di filtro che non so se ti può servire, né se può essere applicato tout-court (ad esempio ho trovato “L’eleganza del riccio” molto bello (mi limito a dire “bello” anche se è un termine impreciso, perché altrimenti scrivo per 3 giorni)).
      Se vuoi mettere a punto un metodo che ti guidi nella scelta, penso che dovresti cercare di capire cosa cerchi in un libro o in uno scrittore; è anche verissimo quello che dice Taro, e cioè che i pessimi libri sono ottimi maestri, perché appunto ti guidano nella scelta facendoti capire quantomeno cosa NON ti piace, e aiutandoti ad affinare il tuo gusto per farti finalmente arrivare a quello che ti piace.

    2. ..mah.. io non me la sento di sconsigliare niente a nessuno, come ho già detto ognuno deve trovare la propria “strada tra i libri”. Io personalmente non tornerei su Coelho, sempre che non mi trovassi bloccato in un posto (..isola deserta) dove solo ho a disposizione un suo libro.. allora in mancanza d’altro lo leggerei…

      Parlando di “strada tra i libri” …vi lascio un (…prezioso) consiglio per la lettura e a me è sempre andato bene.
      I veri libri parlano di libri e i veri scrittori parlano di sé stessi. Agli scrittori piace parlare delle loro letture, per cui quasi sempre in un buon libro si tirano in ballo altri scrittori e altri libri.
      Fate attenzione e ogni volta che leggete un libro segnativi, il poeta, lo scrittore o il libro che si cita.
      Alla fine del libro se non avete già una scaletta di letture… complimenti! …avete appenta terminato Harry Potter!!! (…con tutto il rispetto eh.. io li ho letti tutti, anche l’ultimo, il numero “8”). Se invece avete segnato degli autori o dei titoli avrete già degli ottimi consigli per la lettura. Io ho iniziato questo percorso 30 anni fa e vado avanti.

      1. è vero che agli scrittori piace parlare di altri scrittori, ma non tutti lo fanno nei loro libri. McCarthy non cita nessun libro (non mi pare, almeno) e non tutti hanno la grazia di Borges o l’acume di Calvino.
        non la darei come regola generale. io ho impiegato circa trent’anni a capire che tipo di libri mi piace

        1. Mah.. adesso mi toccherà riprendere in mano tutti mccarthy e con grande piacere, ma è impossibile che non si citi un libro e quando parlo di citare, non mi riferisco a fare apologia di uno scrittore ma lasciare una pista “.. lo appoggió un una libreria piena di testi che non aveva mai letto” … o “si addormentó cercando di leggere due pagine di …” .. o “..decise di sedersi in prima fila, accanto ad una ragazza che leggeva…” o un accenno a uno scrittore per fare la parodia di una situazione …tutti lo fanno, a parte quelli che non hanno una cultura letteraria… prova a starci attenta.

          1. Ci starò senza dubbio più attenta, ma a dire il vero mi pare che molti autori importanti e bellisssimi non citino letture, autori, o descrivano mondi dove non esistono i libri. nel “Buio fuori” non credo compaia neanche un libro, e per quello che mi consente la mia memoria cortissima solo Suttree aveva dei libri o leggeva regolarmente. Non mi pare che ci siano dei libri neanche in “La strada”, certo, c’è la cartina, sì, l’uomo racconta delle storie al bambino.
            ma gli accenni a persone che tengono un libro, anche se non si sa che libro sia, tu le consideri “piste”? E come fai a sapere a che tipo di libro si riferiva l’autore?
            però ora mi hai messo più che una pulce un oziorrinco nell’orecchio. Beeeh, Tolkien, allora? Sì, parla di libri, ma sono libri inesistenti, inventati da lui.

          2. Certo, evidentemente NON è una regola generale… NON in tutti i libri si citano altri libri e autori, il mio era solo un consiglio per le letture e rispondevo a RaganellaVerde riguardo “…un metodo che ti guidi nella scelta”.
            Pero se da ora in avanti fate attenzione (..tu, la pulce e anche l’oziorinco) scoprirete che quasi sempre se in un bel libro c’è un riferimento letterario significa che ha un valore.

            Adesso non mi ci metto nemmeno a ripercorrere i Cormac, non si tratta di dimostrare niente, sicuramente hai ragione, ho visto che si cita sempre la Bibbia e in “Città della pianura” ho visto che ad un certo momento Billy sta leggendo Destry (Max Brand).. e devo dire che malgrado sia un western anni 40 mi fa un po’ di curiosità … ma intanto “Meridiano di sangue” si apre con una frase di Paul Valery… ;D

          3. No, macchè, neanche io volevo dimostrare niente, è solo che ho scarsa memoria, e sicuramente non presto troppa attenzione a dettagli che andrebbero letti meglio.
            Una cosa vorrei chiederti: ma cosa intenti per “scrittori con una cultura letteraria”. Voglio dire,lo scrittore è tale perchè ha una cultura letteraria, si scrive perchè si è letto.

          4. HAHA!!! 😀 …mi fai le domande come a Porta a Porta preparandoti la risposta? Come se non sapessimo che la metà dei nuovi autori in libreria sono solo un prodotto commerciale? Come se non sapessimo che hanno letto Dan Brown ed è scoppiato un genere? Un Mankell e sono spuntati i nordici sadici? Un James ed è nato il bestseller erotico femminile???
            Lavorare in giardino significa essere giardinieri? Se faccio un muretto sono un muratore? Chi scrive un libro è uno scrittore? Molti direbbero di sì e allora io per evitare equivoci distinguo tra scrittori con una cultura letteraria e scrittori che non ce l’hanno perché si capisce che non hanno letto nemmeno i classici. Presto saranno scatalogati e dimenticati. Benvenuti anche a loro comunque!!! Come hai visto sopra, io difendo anche la cultura Harmony e come Bolaño sono del parere che i libri non sono mai troppi. Ci sono libri brutti, bruttissimi e orrendi, ma non sono mai troppi.

          5. Scusa, sarò snob, ma perché prima dici che gli scrittori che non hanno cultura letteraria saranno presto dimenticati e poi che sono i benvenuti anche loro? A me invece danno un certo fastidio… Cos’è esattamente che ti piace in questi scrittori improvvisati? Io al contrario sto cercando l’approfondimento e la preparazione, e in generale penso che non ci si improvvisa in niente, e chi si improvvisa rovina la piazza agli altri…

          6. Mah.. RaganellaVerde, (..sopra) ho spiegato più volte il mio punto di vista e capisco anche cosa vuoi dire, ma considero che il tempo metterà ognuno al suo posto e non credo rovinerrano la piazza a nessuno. Chi legge gli “improvvisati” spesso non è interessato ad altre letture e dopo può anche essere che scopra di aver bisogno di qualcosa di meglio…

          7. Sì sì Taro, in realtà ti ho fatto la domanda ma sapevo già quale sarebbe stata la tua risposta. E’ che penso che bisognerebbe scoraggiare certi “scrittori della domenica” (tu stesso scrivi ma non ti esponi, chissà perché??) e proporre invece altri modelli che aiutino ad elevarsi e non ad autocompiacersi. Perché chi legge gli improvvisati non è interessato ad altro? Come si fa a stimolare in queste persone l’interesse verso altri livelli? Era questo il senso delle domande che ti ho fatto nei giorni scorsi. Perché cerchiamo quelli che ci dicono ciò che vogliamo sentirci dire? Perché abbiamo sempre così bisogno di essere rassicurati? Mi sembra un po’ come il bambino che non riesce ancora a camminare e ha bisogno di attaccarsi alle gambe del tavolo, o della mamma, per stare in piedi. Quand’è che non avremo più bisogno del pifferaio magico che ci affogherà tutti come topi?

          8. @RaganellaVerde …più che affogati in questo thread finiremo strozzati come in un imbuto… e presto i commenti diventeranno dei poemi visivi come quelli di Gregory Corso o di Joan Brossa…

          9. Sì, be’, non intendevo questi autorucoli, ma scrittori veri. Ci sono molti scrittori veri che non proclamano le loro letture, anzi, io tendo a pensare che sia un po’ troppo autoreferenziale, e che vada evitato. Occhei iniziare un libro con una citazione, ma intasare la narrazione con accenni a questo o a quello, tzk, a me mi puzza.
            Ci vogliono granm personaggi per permettersi accenni ad altri scrittori, e a parte autori che ne hanno fatto una sorta di labirinto stilistico, come Borges, in genere gli accenni risultano meglio inseriti nella letteretura più masscult. ne ricordo uno buono in un Poirot.

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