Portapenne campagnolo per #natalealverde

natalealverde

Dopo le prese in giro che mi sono beccata con il portachiavi “Bomba di Urano”, mi sono detta che era inutile tentare di fare qualcosa che non mi riuscisse, solo per essere totalmente riciclosa e verde (nel senso di non spendere neanche un soldo).
Allora ho fatto l’unica cosa che davvero mi viene bene, un portapenne col découpage.

natalealverde84settimanaHo usato un vecchio portapenne fatto a mano, con del comune multistrato sottile (per farlo basterà una tavola da venti centesimi, suppergiù, ma l’importante è tagliarlo correttamente nelle parti che lo compongono, e fare gli spigoli a 45°, come si vede nella foto qui in basso.

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Io non so fare neanche questo genere di lavori molto facili (tenete conto che ci vuole un minimo di attrezzatura) e si deve avere mano ferma. Comunque un portapenne si può ricavare da un vecchio barattolo, magari ridipinto, o si può acquistare nei negozi specializzati.
Il multistrato a me piace molto lasciato così com’è, quindi non l’ho neanche colorato, lasciando che si vedessero inspessimenti del colore.

Ho usato una carta che ho comprato anni fa in uno dei più bei negozi di Roma, La Staria(chissà se qualcuno la ricorda o può dirmi che fine ha fatto?), su viale Regina Margherita. Purtroppo il negozio ha chiuso o si è spostato. Ci ho comprato alcune delle carte da regalo più belle e amate della mia vita, con cui ho fatto dei pezzi unici e irripetibili (allora non si usava fotografarli per poi farli vedere agli amici, perché FB sarebbe venuto un paio di decenni dopo).

La carta da regalo raffigurava una sorta di paesaggio inglese settecentesco, visto a volo d’uccello. Mi spiace non averla fotografata prima di iniziare il lavoro, non ci ho pensato e purtroppo ora mi è rimasto un rimasuglio che non credo basterà per coprire la base che temo rimarrà vuota. Ovviamente anche l’interno è rimasto al naturale, ma credo che questo sia un bene: non bisogna esagerare.
In effetti, se avete fretta, una carta così modulata può anche non essere ritagliata ma semplicemente incollata sull’oggetto. A me questo medoto non piace, però. Ho seguito con cura le chiome delle siepi e i bordi dei ruscelli, accostandoli in modo non proprio casuale, ma non certo prospetticamente corretto, e ripetendo alcuni elementi che mi piacevano, come il cottage e il mulino, le pecorelle, i covoni e gli alberi, che ho lasciato campeggiare sullo sfondo del legno, senza necessariamente arrivare al bordo del portapenne. Mi è parso desse più profondità.

Non ho avuto “esattamente” il tempo di finirlo, ma già così mi piace: da qualsiasi lato lo giri è sempre diverso, eppure simile al lato attiguo. Mi fa pensare ai romanzi di Jane Austen a Lontano dalla Pazza folla di Hardy, alla Contea di Tolkien, al ponte sul fiume Acqua, al Mulino di Ted Sabbioso, all’osteria “Il drago verde” di Lungacque e alla Grande Via Est.
Ma in paesaggi così si insinua sempre anche Lancelot “Capability” Brown con il suo piratare i giardini (?) Tudor, e dietro di lui Geordie impiccato con una corda d’oro, Ottilia di Le affinità elettive e la vasca da fiori della signora Blandings.

Questa è l’ultima settimana di #natalealverde e ringrazio tutti gli amici blogger che hanno partecipato, lasciando anche commenti sul mio blog.

Partecipano all’iniziativa #natalealverde i seguenti blog:

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Con le ballerine verdi
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Home Shabby Home
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Quattro toni di verde
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Piciecastagne

Portachiavi “bomba di Urano” per #natalealverde

Natalealverde settimana 3 (1)Ieri al mio piccolo paesello è mancata la linea ADSL. Non vi dico: il panico.
Perciò arrivo oggi con ritardo e un po’ in soggezione nel presentarvi l’idea assurda che ho concepito per l’iniziativa #natalealverde.

Be’, lo sapete che io le cose le prendo sul serio, no? Mi si era intarlata in testa l’idea di un portachiavi da regalare a una amica. Ma non volevo niente a che fare con cuoio, feltro, maglia e uncinetto. Il primo per motivi ecologici, gli altri per la mia completa inettitudine al fai da te.
Mi sono ritrovata questa palletta di faggio e ho chiesto a un amico di praticare un foro da parte a parte, pensando di fissarci un nastro con un occhiello, dentro cui far passare il classico anello d’accio per le chiavi.

Il mio amico me la restituisce con dei fili di rame dentro, tanto per farmi pensare a qualche cosa di differente rispetto al classico nastrino.

Natalealverde settimana 3 (3)

Lo confesso, una volta finito non è piaciuto a nessuno, anzi, mi hanno derisa. Sentite, io l’ho fatto col cuore, magari potrà darvi qualche idea. Basta un oggetto che sia pesante o un po’ grosso, perché un portachiavi non deve essere leggero, specie se da donna. Un filo, una catenina o qualcosa che fissi il corpo ad un anello da chiavi, e basta.

Natalealverde settimana 3 (2)

Natalealverde settimana 3 (4)

Io la palletta l’ho dipinta di verde color Urano/Nettuno, ma se il vostro materiale è bello al naturale, potete lasciarla com’è. È davvero a costo zero, fatta con quello che si ha in casa. Potete prendere anche un sasso dalla spiaggia, tondeggiante e non troppo spesso. Il problema sarà praticare il foro, ma con una piccola cordicella da marinaio, sarebbe davvero grazioso.
Per quanto riguarda le decorazioni io ho usato quegli smalti un po’ glitterati e luminescenti, ma il legno recepisce bene anche le comuni tempere da scuola, purchè lasciate molto liquide, tipo velatura.
Se non avete niente e volete comunque applicare qualche tipo di decorazione, prendete piccoli ritagli, di giornali o riviste, francobolli, qualsiasi disegno vi piaccia, incollateli e passateci sopra numerose mani di colla. Maglio sarebbe una o due mani di flatting opaco (va bene anche quello in barattolo, ma meglio lo spray).

Ecco, io ci ho provato, ragazzi. Ora però voi non mi dovete ridere dietro!
Natalealverde settimana 3 (5)

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Buono, bello, grande (È nato un bambino di cinque litri)

Misurereste il latte in metri? Quanti decimetri di latte bevi al giorno?
Misurereste la distanza in chili? Quanti chili hai percorso oggi?
Misurereste la massa o il peso in litri? Nato bimbo di cinque litri.

È il comune errore in cui cadono anche persone di genuino intelletto, di buona cultura e eloquio sperticato, nel momento in cui rivolgono o ascoltano una critica.

La critica quello strumento del pensiero che utilizziamo per incasellare ogni cosa nel suo giusto insieme.
È né più né meno che una signora filippina che vi aiuta a mettere in ordine l’armadio.
Le camicie con le camicie, i maglioni tra la roba invernale, giacche da un lato, scarpe dall’altro.

Allora attenzione a non confondere la Bellezza con la Morale (o l’Etica), o con la Quantità.

Riprendo uno scambio di battute del film “Scoprendo Forrester”:
“Così vedremo se le sue qualità vanno più in là della pallacanestro”
“Oltre”
“Cosa?”
Più in là è una valutazione di misura, oltre è una valutazione di merito”.

Ah! Il mondo delle parole, e il santissimo dizionario!
il-buono-il-brutto-il-cattivo

Bomba di semi per #natalealverde

natalealverde
Sono nuovissima di questa iniziativa blogghica, e quando Simonetta mi ha mandato il link della bacheca Pinterest ho pensato subito di fare “armi e ritagli” e tirarmi indietro.

Il miei fasti di ragazza-fai-da-te e cuciniera sono trascorsi da un bel po’, e basta farmi vedere una padella per mettermi in fuga.

In più non ho un accidente di soldi, e mi seccava spendere per una cosa che avrei dovuto solo fotografare per appiccicarla sul blog.
Tra l’altro c’era la faccenda della spugna, a tormentarmi.
Già, la spugna.
Sapete quelle spugne di rete di plastica colorata? Quelle legate al centro, che formano una palla? Quelle che costano un euro o giù di lì, e tolgono tanto bene il sudore incatramato? Ecco, quelle.
Da mesi ne tenevo una, a cui era volato via il nodo centrale, con l’intento di farci qualcosa. Una retina di plastica non si butta via, può servire a un sacco di cose: a conservare i bulbi in inverno, se vivete in zone fredde dove occorre toglierli da terra. Può servire come contenitore in molte occasioni, per le cipolle, la frutta, anche per i sassolini preziosi del mare, le conchiglie, le biglie, i soldatini di stagno, per metterci dentro semi e arachidi da dare agli uccellini.
La comodità è che basta agganciarla a qualcosa per appenderla, senza troppi problemi.
Lo scomodo è che un solo strato è troppo leggero.

“Faccio qualcosa con la spugna”, era il tarlo di questi giorni.
Ho pensato a un cesto sospeso, maaaaa… be’, non era davvero un granché: ve lo sconsiglio.
La cosa importante è tagliare il tubo in tanti pezzi uguali (io ne ho fatti solo due) e inserire un pezzo dentro l’altro, come una serie di calzini, in modo da avere una maggiore tenuta e una trama più fitta. Annodate di sotto con un elastico.

Visto che come hanging basket funzionava male mi sono detta: “Qualcosa di meno impegnativo esteticamente, ma funzionale. Faccio una bomba di semi”. Anche perchè voglio colonizzare il terreno dietro casa, che è stato recintato.

Per farla ho comprato solo un rotolo di rafia rossa, ma se avete in casa un nastrino, o anche un elastico, va benissimo. Io avevo una spugna arancione, ma se ve ne ritrovate una verde, sarà il massimo dell’abbinamento.

natalealverde_bassa (8)

natalealverde_bassa (2)Ho raccattato quel che mi sembrava più utile dal giardino: un’anforetta rotta, delle foglie secche e del terriccio.
Ho preso una bustina di semi di convolvolo, che regge bene ad un certo secco e che si diffonde in maniera spontanea, ma avrei potuto usare speronella, nasturzio, lino selvatico, ipomea, cosmea e molte piante annuali dalla fioritura primaverile, per evitare il caldo estivo che porterebbe a morte una pianta non accudita.

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Ho usato il coccio dell’ orcetto come base per la bomba (anche se atterrando si rompe non fa niente, i semi germineranno comunque). Poi l’ho foderato con foglie secche, e ho messo nell’incavo un po’ di terra qualunque.

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Ci ho poi versato una mezza bustina di semi e altro terriccio. Ho richiuso le foglie, comprimendo. Poi ho infilato tutto nella retina, richiudendo con la rafia rossa, tanto perchè è Natale, ma basta uno spago o un elastico.

Praticate qualche buco per agevolare la fuoriuscita dei germogli e la bomba è pronta per essere lanciata.

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Piciecastagne

“Le donne vanno conquistate coi fiori” dramma orticolo di Lidia Zitara in mezzo atto e mezzo

Dramatis personae
Donna anziana
Donna giovane

che abbiamo imparato a conoscere in quest’opera teatrale.

Ambiente chiuso, casa comune, con molte scaffalature piene di libri impolverati, un divano arancione, una sola scrivania dove c’è un unico computer, un tavolino da tè ingombro di libri, senza posacenere, un cane nero è acciamballato su una poltrona.
Donna anziana è seduta in modo compunto su una seggiola verde, quella del computer, Donna giovane è seduta sulla poltrona di rimpetto a Donna anziana.

“…eh insomma, ti dico, la mattina dopo arrivavano tutti questi fiori. Ma composizioni e composizioni! Non certo roba così! E lei niente, non ne voleva a che sapere. E tutti questi fiori che continuavano ad arrivare, tanto che ne avevamo la casa ricolma! Però io mi chiedevo: perché non manda delle rose rosse? Alle donne, per conquistarle, bisogna mandare delle rose rosse! Lo sanno tutti! C’erano rose di ogni forma e colore, rosa, gialle, verdi e azzurre, ma rosse no. Allora io ho pensato: che discrezione, che persona squisita. Senonché una sera lei sparisce per tutta la notte. E il giorno dopo, cosa immagini che sia arrivato? un gran fascio di rose rosse, ma ce n’erano almeno un centinaio! Allora io ho capito tutto e mi sono detta: avevo proprio ragione, le donne bisogna conquistarle coi fiori!”