Il giorno più caldo

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Ieri la giornata più calda e soffocante che ricordi da molti anni a questa parte. La notte mi ero alzata per chiudere (o aprire?) le finestre, e già un familiare odore di bruciato pervadeva l’aria.
La mattina 40 gradi entrando in auto, l’aria condizionata è lenta, mi chiedo se funzioni o no. Il cielo è di un azzurro così chiaro come quelli dei disegni dei bimbi, fatti con quei pastelli scadenti dai pigmenti deboli. C’è da stupirsi che le piante pieghino solo le foglie e non si accascino a terra, o che non evaporino, o che non prendano fuoco come mazoniane. Tutto è così fermo, arso, che sembra non possa essere altro che così. Sembra che il fresco non tornerà più, sembra che non debba mai più piovere. L’aria è liquida di calore, il sole stanca la terra e la sfianca. Ci si rifugia in casa, in penombra, con il ventilatore. Mi viene in mente Melania, sudata e dolente in un letto sfatto, mentre dà alla luce il suo bambino nell’estate più calda della storia di Atlanta. Non c’è pensiero che possa volare al di sopra della cappa di calore, tutto rimane compresso. Nessun idillio o frescura letteraria e cinematografica. La Scozia è lontana, il bocage un sogno senza contorni, i campi di Higrove rimangono tra le foto, le torte di mele non profumano.

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Un rombo sopra la testa squassa l’aria, vicino. Appena un istante di sorpresa, ma si sa subito cos’è: un canadair va ad abbeverarsi a mare.
Esco per fotografarlo: per un attimo mi ritrovo nella sua ombra veloce. Così giallo e arancio, con la coda tozza, sembra il Delfino Spaziale. Lo seguo, ce ne sono due, no, tre. Tentano di spegnere un gruppo di focolai nelle campagne circostanti. Hanno fatto avanti e indietro per tutto il pomeriggio. Li vedo ancora la sera, in spiaggia.
Il fumo degli incendi viene portato dal vento verso il mare, formando una sorta di montagna di color malva grigiastro. Il vento cambia, impazzisce, mulina. La superficie dell’acqua si confonde: prende un colore come di bronzo chiaro, le onde si spaginano, il blu scompare e poi ritorna.
Cala la sera, calda, ventosa, che non dà sollievo.