8 marzo 2004 – Le ortensie


Ortensie azzurre
La prima vera domanda di giardinaggio che mi hanno fatto in vita mia è stata sulla potatura dell’ortensia. Ero molto orgogliosa di poter rispondere e dispiaciuta che non fosse stata un po’ meno elementare. Ci sono persone che fanno gran questioni sulla potatura dell’ortensia (come anche su quella della lavanda), in realtà si tratta di una faccenda molto semplice. Il punto è che difficilmente ci si prende la briga di controllare su un libro che genere di trattamento necessiti questa o quell’altra pianta, con il risultato che la maggior parte delle persone si ostina a potare le ortensie come se fossero delle rose rifiorenti, accorciando di qua, dando un po’ di forma di là, e facendo disastri su disastri. Il risultato è quella fatidica domanda: perché la mia ortensia non fiorisce?
L’ortensia deve essere toccata il meno possibile perché è un arbusto che fiorisce sui rami vecchi dell’anno precedente, non su quelli nuovi formatisi durante la primavera. Distinguere le gemme da fiore da quelle da foglia è semplicissimo: quelle da fiore sono apicali e solitarie, mentre quelle da foglia sono appaiate e laterali, portate su tutta la lunghezza del ramo. La potatura deve essere fatta a partire da marzo, quando l’aria è già abbastanza calda. C’è chi la fa dopo la fioritura, in autunno, per non dover lasciare sulla pianta i fiori appassiti durante tutto l’inverno, ma io sono dell’idea che bisogni ritardare fino a quando l’aria non riscalda, perché il freddo danneggia le gemme nuove, costringendo ad accorciare ulteriormente il ramo in primavera e perdendo così una certa percentuale di fiori. Dopodiché si annaffia e si dà un concime bilanciato, più un pugno di solfato di ferro. Se poi volete che le vostre ortensie diventino veramente azzurre dovrete dare una buona quantità di azzurrante ogni settimana fino alla fioritura.
Le ortensie sono piante naturalmente acidofile, come i rododendri, le gardenie e le camelie, perciò è importantissimo al momento dell’impianto sistemarle in una buca riempita di terriccio specifico. Dato che però l’acidità del terreno tende a perdersi dopo breve tempo, per prevenire l’ingiallimento delle foglie (clorosi), bisogna somministrare mensilmente solfato ferroso e sequestrene. E’ anche necessaria una certa quantità di letame maturo o pellettato, ed anche molto concime. Abbiate cura di posizionarle leggermente ribassate rispetto al livello del terreno, in una piccola conca dove si raccoglierà l’acqua delle annaffiature estive. Quanto più sarà acido il terreno, tanto più sarà azzurro il colore della vostra ortensia; al contrario diventeranno rosa in terreno calcareo. L’azzurrante per ortensie ha degli ottimi risultati, ma alla lunga tende a far diventare calcareo il terreno, perciò non dimenticate mai sequestrene e solfato di ferro. Le ortensie bianche non risentono del Ph del terreno, e rimangono sempre bianche. Io consiglio a chiunque abbia una siepe o un’aiuola in ombra di piantare quante più ortensie possibile, dato che col tempo diventano degli arbusti alti anche tre metri. Inoltre danno moltissimo materiale per i bouquet. Sembrano fatte apposta per abbinarsi con le rose, specie quelle antiche di forma globosa, o con i fiori a spiga, come le speronelle, i delfinium o i lupini, specie se questi sono nelle tonalità del blu e dell’azzurro. Inoltre sono una riserva di caccia di fiori verdi: l’infiorescenza dell’ortensia –quando non è ancora matura- è infatti di colore verde. Raccolte così ed accompagnate a dei lillà bianchi saranno un delizioso bouquet per una sposa romantica o per chiunque voglia aggiungere un tocco di classe alla propria casa.

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