In stile cottage (il giardino di confine)


Buff Beauty nel giardino di Marinka (foto di Galaksia su Compagnia del Giardinaggio)

Il testo pubblicato su Casaviva è leggermente diverso

Il giardino di Marinka, a Salcano (Solkan), un quartiere di Nova Gorica, è testimone di drammi e divisioni che alla fine della Seconda Guerra Mondiale hanno percorso l’Italia e l’Europa. Come Berlino, la città di Gorizia fu smembrata: da un lato la parte italiana e dall’altro quella jugoslava. Molti poderi furono letteralmente tagliati a metà: al giardino di Marinka toccò la stessa sorte, il suo giardino finì nell’allora Jugoslavia, mentre quello della sua famiglia, coltivato a vite, rimase in Italia. Lungo quel confine c’erano posti di blocco e la dogana era una cortina di ferro impenetrabile.
Sono quasi vent’anni che Marinka coltiva il suo giardino: un giardino ormai maturo e con una vegetazione rigogliosa arrivata quasi tutta “di contrabbando”.

La passione nasce nel ’95 dopo un viaggio nei più importanti giardini inglesi tra cui Sissinghurst e Great Dixter. Marinka rimane affascinata dalla profusione di colori e dalla varietà delle piante, ed una volta tornata a casa decide di creare un giardino in autentico stile cottage. Innamoratasi delle rose antiche e di quelle inglesi, aveva appreso dell’esistenza dei vivai di David e Claire Austin, che vendevano rose inglesi ed erbacee perenni per corrispondenza. Ma come poteva riuscire a farsele spedire in Slovenia? Era impossibile: all’epoca vigeva ancora il blocco militare sulle importazioni. Ma ciò che in passato aveva diviso le terre di famiglia ora poteva essere un valido mezzo per riuscire ad ottenere le sospirate piante.
Il vigneto rimasto in terra italiana era separato dal giardino da una sottile striscia di terra, larga appena qualche metro, dove i militari facevano le ronde di controllo e posizionavano i posti di blocco per gli agricoltori. Fu così che Marinka iniziò ad ordinare le piante a nome dei suoi parenti nella parte italiana di Gorizia, per poi farsele portare nel campo adiacente, dove venivano lasciate fino a notte, opportunamente nascoste da frasche e attrezzi agricoli. Poi aspettava che i militari della stazione di controllo per gli agricoltori se ne andassero e che la ronda di controllo facesse l’ultimo passaggio notturno. Quando tutto si faceva silenzio e buio, Marinka usciva con la carriola, e correndo il rischio di essere arrestata, andava nel podere vicino a recuperare le piante, stando all’erta ad ogni minimo rumore. Per il suo sogno di giardino Marinka ha fatto la contrabbandiera di rose e peonie per molti anni, e ogni pianta può raccontare una storia di passioni vere e audaci, vissute sul filo di lana che separa una vita felice e pericolosa da una più tranquilla ma infelice.

Oggi la vegetazione è talmente matura che deve essere tenuta a bada con un’opera di sapiente potatura e diradamento. Marinka ha una gran passione per le rose rampicanti e molto spazio da dedicargli. Il suo podere –prima della trasformazione- ospitava più che altro conifere d’alto fusto, e molti alberi sono rimasti e fanno da importante raccordo con i boschi delle colline circostanti. Il clima consente di utilizzare l’erba come superficie calpestabile e come divisorio tra le bordure di piante erbacee miste. I viali sono sinuosi tra la vegetazione e lo sguardo è continuamente attratto verso il basso dai colori vistosi ma non eccessivi: c’è una netta prevalenza per il malva e le tonalità rosate, con sapienti accenti di rosso vermiglione dato dai papaveri orientali o da peonie. Senza falsi ecologismi, Marinka usa anche le piante spontanee per la loro bellezza e la resa in aiuola. L’Anchusa azurea, la valeriana rossa e bianca, la scabiosa, la digitale ed altre bellezze che sempre meno spesso vediamo nei prati.

Il giardino risulta armonioso e rilassante per via della scelta dei colori e della freschezza degli accostamenti. Le piante fungono anche da collegamento con la zona meno luminosa, ombreggiata da conifere e sambuchi. Là dove l’ombra è padrona, sono state piantate digitali, campanule e Geranium rustici. In questo modo il giardino mantiene la giusta coerenza stilistica e cromatica. In complesso un luogo che è stato ideato e realizzato per essere vissuto quotidianamente e per provare ogni giorno la gioia di una nuova scoperta.
Ora che le frontiere sono aperte e i vivai del globo più raggiungibili, chiediamo a Marinka se pensa di cambiare qualcosa in giardino. “Non lo so –dice pensosa – dipende se troverò un’ispirazione su uno dei miei libri o tra le riviste inglesi che in tutti questi anni non mi sono fatta mai mancare”.

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