Bellezza mozzafiato dal sapore francese


Normandia

Jardin Plume, bellezza mozzafiato dal sapore francese

Bello in tutte le stagioni, è uno dei giardini più visitati d’Europa e uno dei più imitati dagli amatori. La sua bellezza è semplice come il segreto della vita: rendere visibile il vento

Jardin Plume, foto di Karl Gercens

Jardin Plume si innesta nel solco della migliore tradizione del nuovo paesaggismo europeo, cioè quella di abbinare l’attività di vivaista a quella di progettista del verde e di garden maker.
L’hanno fatto molti paesaggisti ora famosi (come l’olandese Piet Oudolf), passando dall’esperienza vivaistica a quella di progettista. La conoscenza delle piante che ne deriva è una garanzia di un giardino vivo e ben tenuto, che non ha momenti di vuoto durante l’arco delle stagioni, e che ha diversi aspetti interessanti in ogni stagione. Jardin Plume nasce proprio così, dal piccolo vivaio, ancora esistente e funzionante, di Silvie e Patrick Quibel, ad Auzouville sur Ry in Normandia, poco più a Nord di Rouen. Novanta accettabili minuti di macchina venendo da Parigi.

In un appezzamento di terra irregolare e con vertici difficili, che avrebbe invitato ad un giardino fatto di angoli nascosti, di piccole nicchie segrete, i Quibel hanno invece realizzato un impianto che più regolare non si potrebbe: il fronte casa (il “giardino d’estate”, situato a sud) è infatti un vasto prato regolare in cui si succede una serie di parterre squadrati. Alcuni sono bordati da siepi di bosso e riempiti con fiori rossi e graminacee (Stipa arundinacea, Carex comans). Una chiara citazione dei giardini barocchi francesi, rivisitata nell’ottica del vivaista, non dell’architetto. In estate lo spettacolo regalato da questi fiori è insuperabile. Nello schermo racchiuso del bosso, si raccolgono le più folli, coraggiose e sfacciate sfumature di rosso e arancio che si possano immaginare, come quelle delle dalie (ad esempio le cultivar ‘David Howard’, ‘By George’, la famosa ‘Bishop of Llandlaff’ dalle foglie color cioccolata, e molte dalie pompon), delle Crocosmia, dei girasoli, dei papaveri orientali ‘Beauty of Livermere’, delle Kniphofia, delle Rudbeckia gialle e rosse, degli Helenium e della Lisymachia.

Uno di questi parterre è stato rubato ai fiori e lasciato ad una vasca perfettamente squadrata, in cui il pelo dell’acqua è praticamente all’altezza del terreno. La tentazione di metterci un piede dentro, come fosse erba, ma di un’altra sostanza e colore, è irresistibile.

Per riposarsi dalla tempesta di quei colori così squillanti si può osservare il gioco delle onde concentriche infrangersi contro un bordo lineare seduti sotto un vecchio melo che sembra fare da sentinella. Gli altri parterre, che si ripetono come in un gioco di specchi, accolgono graminacee dall’aspetto flessuoso e piumoso. L’insieme è geometrico eppure movimentato, la sequenza di parterre di graminacee fa tanto l’effetto di un collage a dimensioni naturali. Tra i parterre di prateria alcuni meli ancorano lo sguardo verso terra, in modo che il tutto non appaia troppo evanescente, legando contemporaneamente il disegno del giardino ai frutteti circostanti.

Nel giardino-prateria è il vento a regolare il ritmo delle erbe, che formano un vero e proprio ecosistema naturale, sebbene in scala ridotta. La prateria in miniatura è composta da miscugli per prato da golf che vengono falciati una sola volta l’anno. Questa parte del giardino raggiunge l’apice della magia a metà estate, quando le graminacee diventano di un tenero color paglia rosato, grazie anche alla presenza della trasparente e vaporosa Agrostis tenuis. Il sole radente del tramonto viene intrappolato dai mille disegni dei fusti delle graminacee, rendendo le ombre evanescenti e sottili e l’atmosfera surreale.

L’effetto “plume” si intuisce già vicino al vivaio e passeggiando lungo gli edifici sui sempre perfetti viali erbosi. In queste zone le quinte sceniche delle costruzioni in legno, che riprendono la tradizione popolare della zona, offrono insoliti scorci e punti focali inattesi. Il morbido effetto “piuma” dato dalle graminacee si insegue per tutto il giardino e anche attraverso la delicata ondulazione della potatura delle siepi, i cui bordi sembrano fissare in un’onda il movimento del vento.
Questa parte del giardino denominata “d’autunno”, situata ad ovest della casa, raggiunge l’apice della sua bellezza verso la metà di settembre. Ne costituiscono l’ossatura piante come Miscanthus, Pennisetum orientalis, Cimicifuga, Persicaria, Poligonum, mentre si succedono i colori delle piante tardo estive, come gli Aster, la Verbena bonariensis, la fanciullaccia e il girasole.
Il ritmo è fluido, dato dall’alternanza di forme scultoree a forme evanescenti e mobili, come quelle delle graminacee. Il vento è l’anima ispiratrice per un giardino davvero leggiadro come una piuma. Le piante coabitano e si sostengono per affrontare vento e pioggia in inverno, il sole cocente in estate. Nonostante alcune raggiungano l’altezza di quasi due metri, nessun tutore è necessario poiché intrecciandosi reciprocamente si proteggono e si sostengono. La maggioranza delle piante è autosufficiente e si rinnova e ricresce spontaneamente a ogni primavera.

Tra le sue “stanze” Jardin Plume ha anche un orto, separato visivamente da una staccionata in doghe di legno non trattato, su cui si arrampicano alcune clematis. Restando fedeli alla più antica tradizione francese, nell’orto abitano numerosi fiori da taglio, molte verdure colorate e tantissime erbe officinali. Tutto è tenuto in ordine con appena quel refolo di disinvoltura che rende allegra ogni cosa, anche il duro lavoro quotidiano. Spesso le erbe vengono lasciate andare a fiore non solo per raccoglierne i semi, ma anche per la bellezza dei fiori, che attirano gli insetti impollinatori. Archi in ferro sostengono le “zucche bottiglia” (Lagenaria longissima): nessuna concessione alle svenevoli rose. All’interno del potager si trova uno degli episodi in assoluto più attraenti dell’intero giardino: un sentiero di pietra bordato da un indimenticabile doppio filare di lavanda il cui profumo sembra avere il potere di ringiovanire il mondo.

Nel 2008 il Jardin Plume è stato insignito del premio “Garden of the Year” da parte del mensile «Garden Illustrated». Facevano parte della giuria il famoso paesaggista Dan Pearson e il noto fotografo Andrew Lawson. L’aggettivo usato dalla giuria per motivare il premio è breathtaking, letteralmente “mozzafiato”.

Il set di Le Jardin Plume di Karl Gercens, su Flickr

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