I garden center


Garden, garden, garden center...
Cos’è un garden center? Si sentono nominare spesso, nei giornali, nelle pubblicità. Ma cosa sono esattamente? E poi, perché usare questo termine inglese che non aiuta di certo a farci capire di cosa si sta parlando?
“Garden center”, tradotto vuol dire semplicemente “centro di giardinaggio”, mica roba dell’iperspazio. In pratica si tratta di negozi che vendono non solo piante, ma anche ( e soprattutto) accessori per il giardinaggio. Ci si trova ogni cosa oltre alle piante: fiori recisi, fiori secchi, fiori finti, semi, vasi, sottovasi, grigliati, treillage, pergole, gazebo, fioriere, mobili da giardino, piscinette, lampade, concimi, terricci, attrezzi a mano ed a motore….ed un sacco di altre cose, dall’indispensabile al completamente inutile, dall’irrinunciabilmente affascinante al tremendamente brutto.
Ovviamente da noi non ce ne sono, anche se molti vivai abusivamente si autodefiniscono così. In realtà non mi dispiace affatto che non ci siano. I garden center sono sostanzialmente un Mac Donald per giardinieri, a cui vendono cose di cui non hanno bisogno a prezzi che non potrebbero permettersi. Sono una delle tante brutture del consumismo che si impossessa di qualsiasi attività ricreativa.
Entrandoci sfido qualsiasi appassionato a rimanere inerte e a non farsi spolpare vivo dai negozianti: veniamo allettati da magiche visioni di straordinarie composizioni floreali in aiuola o sul balcone, di pomeriggi passati a rilassarci all’ombra di un pergolato o di romantiche seratine abbracciati sull’amaca. Se –come me- sopravvivete a questo mondo grazie alla pensione dei vostri genitori, per comprarvi un tavolo e quattro sedie dovete come minimo vendervi un rene.
Alla fine uno dei vantaggi di essere una regione economicamente sottosviluppata è quello di non avere troppo d’attorno queste mostruosità.
Peccato per i vivai che a scapito delle piante riempiono i loro spazi con brutti mobili e vasi di “cotto toscano”, come se quello calabrese fosse sterco. Peccato per i commercianti che pensano che questa sia un’evoluzione positiva. C’è grande ignoranza sia in chi vende sia in chi acquista piante, e questa nuova moda peggiorerà le cose.

2 pensieri riguardo “I garden center

  1. Mmmmmmhhhhh. forse sarebbe necessario un reset su quanto espresso….; per quanto rispettoso di ogni opinione, leggo una nota polemica e forse una non tanta aggiornata visione del Centro di Giardinaggio

    1. in effetti sì, ci andrebbe un refresh. L’articolo era stato pubblicato per un settimanale locale nel 2010. Ho cambiato tema del blog da qualche tempo, e non riesco a destreggiarmi nel far apparire la data e tag. Comunque l’articolo riferiva a una situazione calabrese, perché a leggerlo così non si comprende troppo bene, ha fatto bene a portarlo alla mia attenzione. Oggi tutti i vivai della Calabria sono dei Garden. E spero che si legga un po’ più di una vena polemica, spero almeno un’arteria o del tutto un’aorta di polemica perché ormai il 99 per cento del flusso economico nazionale che riguarda piante e fiori passa attraverso i garden center, che magari 12 anni fa potevano essere una novità in terra calabra. In dieci anni siamo stati piegati da un’estetica bancomattata e le belle speranze dell’architettura del paesaggio in Italia sono diventati prone al milanocentrismo, all’oudolfismo da Fondazione Prada.
      Mi scuserà per la curiosità (sono pur sempre giornalista!), ho cercato il suo nome su Google, abbiamo in comune Sallemi come contatto. Vedo dal suo profilo che si distanzia dall’appearence generico dei garden, ma spero sappia di essere un’eccezione.

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