I consigli (sbagliati) della TV


Pollici verdi, ma che dico, verdissimi!
Il più grave problema che affligge il giardinaggio italiano è l’ignoranza. Un’ignoranza crassa, supina e pluristratificata. E’ un’ignoranza che colpisce tutti: dilettanti e sedicenti professionisti, addetti del settore, rivenditori, fiorai e vivaisti. Probabilmente più di qualcuno si sentirà insultato, ma purtroppo le cose stanno così. Chi ancora mantiene ferma la trincea della cultura giardinicola in Italia è il piccolo popolo degli appassionati e degli hobbisti SERI (non dei giardinieri della domenica, che non hanno in casa neanche un libro di giardinaggio, perché tanto, la “pratica fa più della grammatica”). I professionisti veramente competenti si potrebbero contare sulle dita : le già poche università che formano la figura professionale del “landscape designer” (cioè del progettista del verde) hanno una metodologia d’insegnamento vecchia come il cucco e per nulla funzionale. Insegnano ai futuri “professionisti” come realizzare pendenze, scarpate, muri di contenimento, piani perfettamente orizzontali ed omogenei, ma non gli insegnano un accidente di niente riguardo alla cura delle piante, con il risultato che un “professionista” con tanto di laurea incorniciata ed appesa alla parete, sarebbe capace di comporre un’aiuola di rose su un declivio sabbioso. Ovviamente c’è chi dice che non si può fare l’uno e l’altro, o si insegna l’ingegneria o il giardinaggio. Bene, allora il progettista del verde dovrebbe sempre andare in coppia con un giardiniere professionista, il che non accade mai. E questo succede in tutta Italia e con tutti i mestieri e le professioni: il grafico fa l’illustratore, il ragioniere fa il commercialista, l’architetto fa l’ingegnere e l’ingegnere l’architetto. Questo gran polverone di mestieri e professioni che si mescolano tra loro è una delle cose che affligge il nostro paese, e che ci ha resi famosi nel mondo per la nostra “elasticità” nel lavoro.
Ora: se questo è vero nel mondo reale, è moltiplicato all’infinito quando entriamo nel putrido mondo dell’establishment televisivo.
Squallidi personaggi come Luigi Carcone o Luca Sardella farebbero meglio ad imparare a ballare come le sorelle Lecciso (il che non sarebbe difficile) e darsi al cabaret, piuttosto che aggravare la già preoccupante situazione del giardinaggio italiano con consigli inutili, ripetitivi e spesso anche sbagliati. Luigi Carcone credo debba la sua celebrità più ai suoi begli occhi azzurri che non alla qualità delle cose che dice. In tutta la mia vita non gli ho MAI sentito dire qualcosa di interessante. Sempre lì a rinvasare o a dire che bisogna potare al di sopra di una gemma. Io solo questo gli ho sempre sentito dire. Ogni tanto fa un excursus nel mondo delle aromatiche, e ci fa vedere come mescolare prezzemolo e menta, rosmarino e salvia. Tuttavia se almeno Carcone ha il merito della bella presenza, Sardella non è piacevole né da vedere né da ascoltare. Il suo compito è inventare qualcosa di originale, e di propinarcelo in maniera simpatica e verosimile. Domenica scorsa ha detto un cumulo di fanfaluche, e non oso immaginare quante altre ne abbia dette in precedenza e quante ne dirà in futuro! Per carità! Non fate MAI quello che ha detto domenica scorsa, cioè di mettere gli avanzi di verdure nei vasi! O peggio le uova e i fondi di caffé! Queste sono tutte prese in giro per chi ci vuol credere o per chi non ha l’informazione sufficiente per capire che si tratta di scemenze! Le verdure vanno NECESSARIAMENTE compostate prima di essere aggiunte al terriccio dei vasi, altrimenti non si decomporranno mai (o comunque lo faranno molto lentamente), marcendo e provocando infestazioni di funghi e parassiti, e rendendo la superficie del terreno impermeabile alle annaffiature. I fondi del caffé contengono un residuo oleoso che (come la cenere) ispessisce la cuticola del terriccio e fa defluire via l’acqua che non arriva alle radici. I gusci delle uova vanno compostati anch’essi, ma impiegano più di un anno per decomporsi in un cumulo organico, figuriamoci in un vaso! Inoltre sono calcarei, e non vanno bene per le piante in vaso.
La lana è stata un buon consiglio, perché contiene ben l’8% di azoto, ma anche quella va compostata! Tutto deve essere già “digerito” prima di essere aggiunto nei vasi, SEMPRE! Datemi retta, al terriccio dei vasi aggiungete solo letamino maturo o letame in pellets che trovate nei consorzi, poco concime chimico, ma di buona qualità, ed in primavera un po’ di concime liquido per dare una spintarella. Ovviamente il terriccio va sostituito periodicamente e va anche zappettato in superficie.

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