Concimi


Osmocote
Dopo aver parlato un po’ degli ortaggi ornamentali, vorrei venire ad un altro argomento molto importante sul quale ho spesso richieste, cioè quello dei concimi. Si tratta di una questione piuttosto complessa, e una buona concimazione richiede anche una certa esperienza per quel che riguarda dosi, modi e tempi. Ogni pianta ha esigenze di concimazioni differenti dalle altre, ed è indispensabile controllare su una buona enciclopedia per non commettere errori. Per semplificare le cose possiamo dire che quelli che chiamiamo genericamente “concimi” , e che bisognerebbe chiamare “fertilizzanti”, si possono distinguere in tre categorie: i concimi veri e propri, gli ammendanti ed i correttivi.
I CONCIMI possono essere sostanze naturali o di sintesi chimica, oppure misti, in questo caso si dicono “organo-minerali”. Servono a dare alle piante il giusto apporto di sostanze chimiche necessarie al suo sviluppo. Gli AMMENDANTI sono invece sostanze in genere naturali che servono a migliorare la qualità di un terreno, sia dal punto di vista chimico che meccanico. In genere si chiamano ammendanti i letami pellettati, perché reintegrano l’humus consumato dalle piante nel loro ciclo vegetativo. Ma gli ammendanti non debbono necessariamente avere proprietà nutritive, ad esempio la sabbia e la ghiaia sono ottimi ammendanti per terreni troppo argillosi, pur essendo sostanzialmente inerti. Uno dei migliori ammendanti sia dal punto di vista chimico che meccanico è il compost, cioè il terriccio ottenuto dal mucchio fermentato degli scarti vegetali e di cucina. I CORRETTIVI invece sono quelle sostanze in grado di modificare chimicamente un terreno, senza introdurre elementi nutritivi. Ad esempio l’azzurrante per ortensie, i fiori di zolfo o la calce agricola sono correttivi perché modificano esclusivamente l’acidità del suolo.
A questo punto non mi sembra superfluo ripetere brevemente quanto detto qualche settimana fa. Gli elementi principali per la fertilizzazione del terreno sono tre, azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). Difatti sui sacchi di concime c’è sempre la scritta NPK accompagnata da tre numeri. Questi numeri esprimono in percentuale i valori rispettivamente di azoto, fosforo e potassio. Questi elementi sono sempre presenti nel suolo in notevoli quantità, ed è per questo che vengono chiamati “macroelementi”. Ma vengono anche consumati con altrettanta rapidità, e se qualcuno è insufficiente e non viene reintegrato con opportune concimazioni, la pianta andrà incontro a esaurimento. Poi ce ne sono altri, presenti (e consumati) in quantità più ridotte, che vengono chiamati “nutrienti secondari”, e sono calcio, magnesio e zolfo (Ca, Mg, S). Infine ci sono i “microelementi”, od “oligoelementi”, presenti in quantità molto piccole o del tutto assenti. Sono manganese, rame, ferro, boro, molibdeno, zinco e cobalto (Mn, Cu, Fe, B, Mo, Zn, Co).
Gli oligoelementi è sufficiente reintegrarli una volta l’anno con preparati specifici che si trovano in ogni negozio per il giardinaggio. Un’eccezione importantissima deve essere fatta per il ferro, assolutamente necessario per lo sviluppo delle piante acidofile. Anche se il ferro è presente nel terreno non sempre le piante acidofile riescono a servirsene; le foglie ingialliscono, e nei casi più gravi compaiono macchie marroni e cadono completamente. Questo accade spesso alle gardenie ed alle camelie coltivate nei nostri cortili. Per risolvere il problema non è sufficiente somministrare ferro ed oligoelementi, poiché in terreno dal Ph non acido le piante acidofile non riescono ad sintetizzare il ferro. E’ necessario somministrare il costosissimo sequestrene, un prodotto che riesce ad attivare il ferro già presente nel terreno. Per inacidire il terreno bagnate ogni tanto con del tè o con acqua in cui sia stato diluito un po’ di aceto o succo di limone, non concimate troppo, e comunque mai con la cenere; ed attenti anche con l’azzurrante per le ortensie, che a lungo andare rende calcareo il terreno. Somministrate sequestrene e solfato ferrico qualche giorno dopo aver dato l’azzurrante; e siate costanti, perché il mantenimento del giusto Ph è fondamentale per una bella fioritura.

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