“La biblioteca sotterranea” (per il contest variant cover Toshokan)

L’anno scorso la casa editrice manga Toshokan (per chi non la conoscesse, conoscetela, perché pubblica storie davvero interessanti e mature) ha indetto un contest per delle variant cover di alcuni dei primi titoli pubblicati. Io ci ho provato, ma sono riuscita a mandare solo il disegno in bianco e nero, come una pivella principiante. Non sono passata neanche allo step 2.

Mi sono messa sui dettagli, e quello che doveva essere lo schizzo è diventato il definitivo (conservando gli errori di prospettiva.

Per più di un anno ho pensato di farmi stampare il disegno su carta da acquerello per colorarlo, ma a Siderno pare nessuno offra questo tipo di stampa “innovativa”.

Alla fine l’ho colorato con Clip Studio Paint e una vecchia Wacom senza display. Ora ho un tablet e sono felicissima (anche se il lavoro che si fa con la penna della tavoletta non è paragonabile all’imprecisione dell’Apple Pencil ).

Su Instagram è enormemente penalizzante pubblicare disegni, così riprendo il mio blogghino.

Questa è l’immagine finale (molto orizzontale perché sarebbe dovuta essere una copertina con alette. Avevo calcolato che la porta al centro del “labirinto” sarebbe stata più o meno al centro della copertina (i manga si sfogliano verso destra, con il dorso a destra, in modo inverso rispetto a quello europeo).

Ecco dei close up (da Instagram, quindi sono quadrati)

Il disegno originale è questo:

L’ho scansionato con Photoshop (300 dpi sono pochi per questo tipo di lavoro, mi sono trovata in difficoltà) e ho portato le linee a un seppia più adatto all’acquarello.

Spero ti piaccia e che tu voglia lasciare un commento 🙂

Il corpo ideale nel mondo della propaganda americana

L’estenuante lotta per la dignità fisica in un mondo che obbliga a rispecchiarci nei modelli di bellezza proposti dal cinema

Illustrazione interna del mio breve romanzo “La piccola estate”.

Anche a voler essere ciechi, andando a mare ci si accorge di quanto grande sia la differenza tra corpo e corpo. L’occhio è obbligato a soffermarsi su forme, dimensioni, colori. Quale più bianco, quale più marroncino, quale più lungo, più corto, quale più grasso o magro. Come i fiori in una aiola, non c’è corpo uguale all’altro.

In spiaggia l’occhio palleggia tra i gruppetti, le famiglie, i colori dei costumi. Se c’è poca gente, a volte sento l’angoscia delle ragazze italiane che inseguono l’ideale di corpo nordico, alto, solido, statuario. La sento questa angoscia come una nube bassa e densa che avvolge tutto. Penso alle innumerevoli ragazze dalle forme naturalmente abbondanti, che si sono rovinate il metabolismo per sempre. Per sempre. Per sempre.

Le figlie delle donne ucraine e polacche, che trent’anni fa sono venute a fare le badanti e le pulizie, rispecchiano perfettamente l’ideale nordico. Si atteggiano con malcelata superiorità. L’ideale di bellezza femminile si è sviluppato attorno al loro fisico, non al nostro: è ovvio che si sentano “superiori”. L’idea della Herrenrasse è molto radicata e molto più intensa di quanto non possiamo neanche immaginare.

Io forse non faccio testo: per me se mi comparisse davanti una ragazza zebrata di giallo e blu, con le antenne e gli occhi da mosca, al massimo le chiederei se le piace il clima della Terra.

Nei decenni ho però imparato che il razzismo non è solo in chi guarda, ma anche in chi viene guardato. Gli ideali di corpo bello, di corpo femminile, di bellezza della donna, sono tutti derivati dal razzismo. Sono frutto di una visione profondamente razzista del mondo. Il razzismo è così profondo che qussi non è più neanche visibile: affonda nelle tenebre, ma esiste.

Le donne della mia generazione sono diventate bulimiche e si sono rovinate la vita perche gli americani sono razzisti. E anche le millennial e le zoomer non sono libere dal razzismo interiorizzato, che si trasforma nel biasimo per il corpo delle sorelle. Cazzo, è disgustoso! leggi come funziona: gli americani sono razzisti -> gli americani ci hanno colonizzati culturalmente con il cinema -> abbiamo imparato e interiorizzato i modelli di bellezza americana -> odiamo noi stesse per non essere geneticamente adeguate -> odiamo quelle che lo sono -> odiamo quelle che non lo sono. Odiamo, disprezziamo.

No, sorelle, non va. Ma voi avete mai provato a coprire un tavolo tondo con una tovaglia rettangolare? La cosa “da ridere” (e da piangere) e che a volte, a prezzo di sacrifici immensi, queste tovaglie vengono tirate e aggiustate in modo da rispettare quella forma estranea. Ah, noi donne siamo meravigliose, anche nei disastri!

Sorella, se sei a dieta perché vuoi assomigliare a Margot Robbie, ricordati che la tua dieta è frutto di un pensiero razzista di un popolo che non è neanche il tuo. Vedi un po’ tu.

“Girl from the other side” di Nagabe, edizioni J-Pop Manga -videorecensione con appunti sullo stile e le figure femminili

SPOILER

 

Le mie opinioni sulla qualità tecnica di questo manga di 11 volumi, edito da J Pop. Aggiungo alcune impressioni sul tratteggio delle figure femminili.

Nagabe ha uno stile fortemente Liberty, ci sono tracce di Beardsley, Rockwell, Emil Orlik, Carl Krenek, Karoly Kos, e ovviamente di Ivan Bilibin.

Illustrazioni di Carl Krenek (sotto)

Alcune illustrazioni di Ivan Bilibin (sotto)

Il profilo twitter di Nagabe, un illustratore molto interessante.

memories of green

Fiori da terraglia

Fading flowers

Auguri, professore!

Barche in riposo -acquerello al miele su carta Moulin de Roy

Auguri professore -2020

La fusione Bilibin-Tolkien dà sempre grandi soddisfazioni! Testimonianza di quanto Tolkien sia stato un ottimo illustratore delle sue opere e di quanto la sua matita e i suoi colori affondassero nella grande tradizione dell’illustrazione Liberty, fortemente influenzata dall’impronta dell’Europa dell’Est.

Tolkien+Bilibin 2020. Buon compleanno!

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