C’è chi ha fatto del giardino a basso consumo d’acqua una vera e propria tecnica di giardinaggio, detta xeriscaping (xero, in greco antico, significa “asciutto”), ma esistono anche i waterwise garden, cioè i giardini che usano l’acqua in modo estremamente saggio. Ad esempio, riciclando quella degli scarichi bianchi della casa o semplicemente creando dei dislivelli: in alto le piante con meno richiesta, in basso, dove l’acqua tende a raccogliersi, quelle con maggiore necessità. Cisterne in pietra (in alcune zone dette gebbie), ma anche fusti in resina o plastica, punti di raccolta sotto le grondaie, sono tutti sistemi importantissimi per avere un minimo di risorse idriche durante l’estate.
Considerate che anche una cisterna in pietra di grandi dimensioni non è sufficiente per provvedere all’irrigazione abbondante per tutti i mesi estivi, neanche se il giardino è piccolo (diciamo 500 m²). Bisogna mettere in atto qualche strategia e ammendare il terreno prima di mettere a dimora le piante. Un errore che si fa spesso è quello di pensare che se il terreno è fangoso in inverno, manterrà l’umidità in estate. È l’esatto opposto: il terreno compatto e argilloso si asciuga e si spacca in estate. Anche l’idea che possano crescere solo cactacee e succulente è errata: basta dare un’occhiata alla sterminata quantità di piante che compongono vegetazione e flora della macchia mediterranea e della gariga.
Il metodo più veloce per impedire che il terreno si secchi facilmente è quello di ombreggiarlo. Piantate quindi alberi decidui, che facciano ombra in estate e lascino passare i raggi del sole in inverno.