Dal professor Bruno Sanguanini, autore di “Nanetti & Giardini in Italia. Micro-cultura di un gusto pop europeo”

Nanetti & Giardini in Italia, di Bruno Sanguanini, ed. Cleup
La bozza di questo articolo è datata primo dicembre 2011. Sono passati circa tre mesi e penso dunque di avere libertà di divulgazione.
A fine novembre ricevo, con mia grande sorpresa e sbracamento di mutande, una lettera dal professor Bruno Sanguanini, docente di Sociologia dei processi culturali e di Sociologia alla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Trieste.

Fischio: Sanguanini è il mio Mukarovsky italiano.

Purtroppo ho perduto lo scambio di mail (tra l’altro mi mandava una sua foto in cui ci assomigliava pure a quella faccia furbetta di Woody Harrelson), ma anche avendolo non lo avrei certo pubblicato.
Lo riassumo in breve: il Prof si dichiarava divertito della mia recensione del suo libro su questo blog (in questa pagina), che però non è una recensione, ma una indicazione-guida per l’acquisto. Cosa che faccio per quasi tutti i libri presentati in pagina. Quelli che hanno una vera e propria recensione sono segnati in color bruno e in neretto.
Comunque la mia indicazione-guida è questa:

Nanetti e giardini in Italia. Micro-cultura di un gusto pop europeo, di Bruno Sanguanini – Cleup
Il primo studio in lingua italiana sul fenomeno dei nanetti da giardino. Da un professore di Sociologia, non certo un volume per chi legge sotto l’ombrellone. Attenzione, potreste essere tratti in inganno dal titolo del volume, che parla di nanetti da giardino, cose da bambini. Il libro è invece di difficilissima lettura, sia per l’approccio, completamente scientifico e sociologico alla questione, sia per la terminologia e il tipo di esposizione, forzatamente dottorali e volutamente astruse, sia per le tematiche affrontate, che nulla hanno a che vedere con l’apparenza giocosa della questione. Lo studio del professor Sanguanini, docente di Sociologia all’Università di Trieste, è coraggioso e originale, e propone una visione del fenomeno dei nani da giardino come il prodotto di una micro-cultura di tipo neo-popolaresco. Siete d’accordo? Forse, se riuscirete a capire il libro, dopo averlo letto tre o quattro volte, lo saprete anche voi, sempre che vi ricordiate chi siete e come vi chiamate. Si segnala che l’indagine è probabilmente stata scritta non a scopo divulgativo, ma più verosimilmente è indirizzata all’ambiente universitario.

Sanguanini ha indicato una formula arcana (3+3 righe) più un altro paio di notazioni finalizzate a far capire “che il libro è stato letto”. Diavolo, questa formula arcana para-massonica mi piacerebbe che qualcuno me la spiegasse. Che vuol dire 3+3 righe? Io ne ho scritte più di 6. Tre in un modo, tre in un altro. Ma allora come? E’ gergo accademico che non conosco e quindi sono fuori da ogni diritto di dialogo?

Porca miseria, poi. Io non ho letto il suo libro?
Già non l’ho letto affatto…

praticamente intonso

Gli ho anche raccontato un episodio che mi capitò durante la lettura del suo libro, diventata un’ossessione compulsiva. A colazione un giorno, mi si rovesciò una gran tazza di latte caffè e macine mulino bianco sul suo libro, già letto e sottolineato per metà, incollandolo.
Ebbi una crisi isterica e mio padre dovette correre alla posta per fare un versamento postepay in modo che potessi riordinarlo subito da IBS. Allora non si faceva la ricarica dal tabacchino.
Tre settimane di snervante attesa per ricominciare a leggerlo e capirlo. Ogni tanto interrompevo per leggere qualche passo di Platone o Aristotele per meglio comprendere il Prof triestino.

Come nuovo

Anche adesso vado a controllare se ci capisco qualcosa in più: quel libro è l’icona di come cose semplici possano essere dette in maniera fastidiosamente contorta. In realtà non è difficile capire Sanguanini, ma il suo modo di scrivere. Ecco perchè ho aggiunto che la pubblicazione era probabilmente indirizzata a colleghi che ci godono un mondo a parlare in “filosofese”.
Il mezzo è il messaggio? Sarà. E che vuol dire? Se scrivo difficile sarò maggiormente considerato? Questo complesso dell’impotenza fortunatamente non accade alle donne (e ai veri uomini).

Col professore siamo anche arrivati a farci dei bei discorsetti, mi ha raccontato le sue avventure e le sue peripezie per fare le foto ai nanetti, per intervistare ragazzi nei rave party. Ma quando siamo arrivati al dunque: “che faccio, prof, la gambizzo o no?”, Sanguanini s’è perduto. Forse è in Tibet a sciamanare, o si è preso un anno sabbatico, o si è rotto la testa, o ha le braccia ingessate e non può scrivere, o forse non ha pagato la bolletta della luce e gli hanno tolto l’adsl, forse ha scoperto di essere alieno ed è tornato sul suo pianeta natale, che ne so. Forse ha semplicemente ritenuto inutile tentare di farsi capire da un essere inferiore con cui scherzare sì, ma fare sul serio, no.

Con tutta l’anima, Prof, con tutto il cuore: io amo il suo libro sui nanetti, che rappresenta uno dei punti saldi della mia conoscenza sui giardini. Ma questo non cambia che lei scrive difficile perchè fa il fighettino a cui piace non farsi capire.
Ne è un bell’esempio il suo sito in inglese che rende immensamente più complessa la comunicazione e la comprensione da parte di un italofono, come se già non bastasse il suo “filosofese” di cattiva qualità.
Lei non rappresenta affatto l’intellettuale gramscianamente inteso, ma un sofista da strapazzo, geniale, in grado di produrre anche scritti profondi, ma che sono destinati esclusivamente al suo pubblico ideale, che ne fa finta di parteciparne assieme a lei tra cocktail e sudore.

Allora, professore, come promesso l’ho gambizzata, anche se non mi sono divertita per niente.
Si meriterebbe ben di peggio.

“Nanetti è Design”, di Anna Lombardi, Lidia Zitara e Maria Beatrice Bertone. Guarnerio editore

I nanetti sono diventi affascinanti e stuzzicanti come e più di Nino d’Angelo, solo che , non potendo parlare, non hanno la possibilità di dire la loro sui tavoli, gli sgabelli, le lampade a pannellino solare, le ciotole per gli uccellini.
Dorolo e Fungolo direbbero: “Il Principe Filiberto, quello sì che è Kitsch, mica noi! A noi ci vogliono bene pure i grandi designer del mondo, che ci hanno usato un po’ come facevano da bambini quando giocavano agli gnomi, ed un po’ con l’occhio al mercato, pensando che con noi si potevano fare buoni affari, visto che eravamo fuori dalla circolazione da un bel po’”.
Mica fessi Dorolo e Fungolo!

La designer Anna Lombardi, letto il mio articolo sui nanetti mi ha chiesto una collaborazione per una pubblicazione piccolissima e un po’ “di nicchia”, ma veramente bella, informativa, gradevole e con quell’apparenza di “gioco” che non guasta mai quando si parla di nanetti. Anna Lombardi si chiede provocatoriamente se sia design quello dei nanetti: la risposta è tra le pagine del libro.
La pubblicazione è sponsorizzata dalla Associazione InterAzioni Design.

Qualche foto:

Copertina 'Nanetti, è design'

Nanetti è design, Anna Lombardi

Nanetto violinista
Storia dei nanetti, di Lidia Zitara
Dalla fiaba al cinema, di Maria Beatrice Bertone
Tabula gratulatoria
interAZIONI

Di seguito la presentazione del volume da parte di Anna Lombardi:

Un piccolo libro sul Design dei nanetti da giardino.
Prima pubblicazione del suo genere, lancia una provocazione ai designer:
i nanetti sono oggetti di cattivo gusto oppure manufatti simbolici ad alto contenuto culturale?

Per quanto considerati kitsch per antonomasia, non hanno mai conosciuto flessioni di mercato ed sono stati recentemente portati in auge, anche tra un pubblico più esclusivo, da aziende note nel mondo del Design della Moda. Perché non cercare di scoprire le ragioni di questo intramontabile successo?

La differenza, rispetto ad altre indagini che si sono occupate di chiarire gli aspetti che legano il prodotto industriale al gusto, è che in questa pubblicazione ci prefiggiamo di farlo escludendo quella sociologica e concentrandoci sulla forma, sui materiali, sulle modalità di produzione. In poche parole, sul Design. Vorremmo dare un contributo alla definizione teorica di questa disciplina che, per eccellenza, si occupa di conferire qualità al prodotto industriale, curando la forma in relazione al materiale e ottimizzando le lavorazioni. Non a caso i nanetti da giardino sono di corrente produzione di serie e si possono comprare a prezzi contenuti nei negozi per il giardinaggio. Sono alla portata di tutti: quale miglior terreno di confronto per una disciplina la cui utopia è portare la bellezza nelle case di tutti? E allora: è o non è Design confrontarsi con un oggetto considerato Kitsch e creare un prodotto di successo? E’ o non è Design trovare una soluzione per produrre a basso costo una forma plastica e complessa?

Pubblicato da Guarnerio Editore, si può richiedere all’associazione
InterAzioni, via della Rosta 46, 33100 Udine, tel. 0432 204097, e-mail: sacco@guarnerio.coop.