Lo Scalendario 2026: un progetto di fumettistə e gamer per ripristinare la connessione internet a Gaza

Lo Scanlendario 2026 è disponibile per il preordine da oggi. Un’alleanza tra fumetto e videogioco per sostenere il progetto Alberi della Rete di Gazaweb e ACS, un progetto che lavora per ripristinare connessione a internet e legami umani nella Striscia di Gaza, creando hotspot basati su eSIM (e non solo).

Il calendario, giunto alla sua sesta edizione, propone 12 illustrazioni originali, dedicate ad altrettanti classici del videogioco da una lineup impressionante di artistx:

  • Zerocalcare
  • Valeria Cunto
  • Roberto D’Agnano
  • Luca Tieri
  • Fumettibrutti
  • Francesco Guarnaccia
  • Junopika
  • Matilde Simoni,
  • Matteo De Longis
  • Fra! Design
  • Daw
  • Daniel Cuello

Tutte le illustrazioni sono state donate, così come il lavoro di logistica e redazione. Lo Scanlendario è un’iniziativa informale, organizzata dal basso, fuori dalle logiche del profitto. Il 100% dei guadagni verrà donato direttamente ad Alberi della Rete.

Dove comprarlo

Lo Scanlendario è disponibile da oggi su www.scanlendario.com. I calendari verranno spediti entro i primi di dicembre, in tempo per i regali delle feste.

Chi siamo

Lo Scanlendario è ideato e prodotto da un collettivo informale composto da: Nelson “Pizza Pirate” Calderara, Nicola Bernardi e Fabio “Kenobit” Bortolotti.

Contatti e informazioni

www.scanlendario.com

kenobit@protonmail.com

+39 347 0448647

Fotogallery

Amaryllis+ albero + wallpaper angurie

Amaryllis, acquerello su carta ruvida Fabriano

Tronco d’albero illuminato dalla luna, tecniche miste su carta da acquerello

Anguria e foglie d’ulivo #freepalestine

dsadsad

Alla politica dei maschi manca il futuro

Foto di Carla Duharte su Flickr, fonte Pinterest

Sempre più spesso mi rendo conto, parlando con i maschi, indipendentemente dal loro livello culturale, di istruzione, dalla loro intelligenza, dalla fascia sociale alla quale appartengono, che non hanno un’idea del futuro diversa dal presente (lo premetto perché è un modo carino per dire: “È inutile che scuoti la testa, capita anche a te”).

Cioè non riescono ad astrarre, come i bambini.

Avete presente quando si propone ai bambini di togliere le rotelle alla bicicletta? Ricordate cosa avete pensato quando è successo a voi? Semplicemente era fuori questione: togliere le rotelle non si può fare, punto.

Quando non comprendono un passaggio, i bambini pongono spesso un blocco, un secco “no” ai discorsi degli adulti ad un certo punto dell’esposizione di un procedimento di una serie di azioni (ad esempio, togliere le rotelle della bici). Arriva quel momento X del diagramma di flusso delle azioni da compiere, nel quale la mente del bambino va in stallo, non riesce a visualizzare le azioni successive perché un anello della catena ha ceduto. È successo a tutti, sia quando eravamo piccoli, sia da adulti parlando con figli, nipoti, amici, ecc.

I bambini sono “nuovi”, hanno poca esperienza e la prima volta che fanno qualcosa è come scalare una montagna. Non hanno ancora incamerato nella loro memoria quel dato, e tutto quello che segue va all’aria, viene disperso in una laguna di “se”, “ma”, “no”. Così i maschi si disperdono in un avvitamento di proposte, valutazioni che si rincorrono a vincenda, fallacie logiche da incorniciare. Idee arenate come balene spiaggiate.

Non riescono, i maschi, a produrre una visualizzazione del futuro diversa dal presente se non per alcune variazioni afferenti alla tecnologia. Cioè riproducono la visione del presente in un set cinematografico sci-fi.

Ça va sans dire, ci sono moltissimi maschi che hanno prodotto visioni politiche futuribili, ma hanno dovuto studiare un bel po’. Non gli viene spontaneo come a noi donne, che viviamo in una situazione di consapevole diseguaglianza, quindi produciamo in continuazioni idee su come appareggiare i piatti della bilancia. E questo vale per ogni persona con minori diritti de facto, quindi per razze odiate, religioni odiate, etnie, geografie, orientamenti sessuali odiati.

A margine, se vi state chiedendo chi è che odia, anche quello ça va sans dire, è l’occidente, il *supremazzismo bianco. Siamo noi gli integralisti, diamocene pace. Non sopportiamo nulla che sia islamico, nero, “sud del mondo”, omosessuale, o comunque diverso da un uomo bianco anglosassone etero, ricco e cristiano.

Il maschio non ha nessun bisogno di produrre alcuna riflessione sulla politica del futuro, gli va tutto così bene, e tutto si muove secondo ciò che lui ha prescritto negli ultimi secoli, che non c’è bisogno di cambiare niente. Aggiungiamo un po’ di tecnologia e basta così, va bene, vai, tranqui bro! Lo sforzo di una astrazione sostanzaiale è troppo per la maggior parte dei maschi. Nei casi un po’ più pesanti è l’intero modo di processare le idee a essere interessato, è come prendere un cervello e lasciarne inoperativo una metà. Cosa ne esce fuori se non una mezza mente, una testa parziale, come quelle di cui parlava il commissario Montalbano? Un maschio geometra, musicista, avvocato, pubblicitario, fotomodello, ecc. Bravissimo nel suo lavoro, nella sua parte di mondo, ma totalmente all’oscuro di altri mondi, di altre verità, di altre possibilità. È il Ken descritto dal film Barbie, chiuso nel suo ruolo, incapace di altro.

È questa oscurità, questo bias, questo cervello maschile monco che ha comandato per secoli, che ha prodotto guerre, genocidi, morte per l’ambiente, per gli animali, per le persone.

Noi siamo guidati, uomini e donne, da persone in grado di astrarre quanto un bambino di cinque anni. Bambini per i quali le ruote della bici non si possono togliere, e che utilizzano le bici come tricicli. Maschi che ci hanno rallentatə nel progresso, nello sviluppo, che vanno avanti arrancando e falciano chiunque riesca ad andare più veloce, e che odiano tutto ciò che non si muove al loro passo.

Per una nuova umanità occorre restituire la parte di cervello mancante a questi maschi che sono al potere. Occorre rovesciare ogni narrazione di ogni vincitore. Capovolgere punti di vista, riscrivere, rileggere, ri-osservare. Costruire una nuova cultura storica, una nuova cultura del ludico, dell’azione politica.

È un lavoro lunghissimo, che se anche iniziasse oggi, richiederebbe secoli. Noi non vedremo nulla di tutto ciò, ma questo non ci impedisce di iniziare a parlarne, di astrarre.

L’infanzia è finita.

*supremazzismo: il razzismo dei suprematisti bianchi