Tulips and others beautiful objects

La dura forza dello screen grab

Tulipani su Flickr
Questa bella e delicata foto, trovata su Flickr, mi ha sollecitato una riflessione che vorrei condividere con voi.
Sapete che su Flickr le foto si possono dividere in set e raccolte, no? Ebbene, il set a cui appartiene questa foto si chiama “Beautiful objects”.
In questo set ci sono anche tartine con creme colorate (sapete, quelle che vanno tanto di moda adesso, che sembrano fatte di pasta di sale e perline), piume, uccellini di stoffa, tazzine, cristalli, ricamini, scatole, fiocchi e tante altre cose che fanno sorgere dei dubbi sul concetto di beautiful.

Questi tulipani sono certamente beautiful, ma non mi pare siano objects.
Come si fa a classificare come “oggetto” un fiore, che è vita, vita organica?! Scorretto scientificamente, scorretto filosoficamente, scorretto eticamente, ma -qui ci siamo- scorretto esteticamente?

Non posso non ripensare alle composizioni di fiori recisi che ci mostrano mensilmente le riviste più quotate. I fiori recisi e il fogliame vengono congiunti in insoliti matrimoni che declamano grandi competenze, classe, conoscenza, abilità. Ma proprio in virtù della loro levigatezza, della ricerca della perfezione, risultano artefatti e pretenziosi, ed anche la composizione più semplice, piccola, romantica, suona stucchevole e fuori posto se non in uno studio fotografico. Diventa, per riprendere un’espressione di Trem, stilismo, styling.
Queste composizioni sembrano fatte apposta per essere fotografate, non per la gioia di essere godute (o preparate). Diventano insomma un’immagine, vuota, una superficie, bidimensionali.

Anche i “Beautiful tulips” di miss x sono diventati oggetti attraverso questo processo. Hanno perso la vis vitalis, e si sono trasformati nel loro supporto: una schermata video, una cartolina, una pagina di rivista.

5 pensieri riguardo “Tulips and others beautiful objects

  1. Cara mia, queste composizioni “sono” fatte apposta per essere… esibite. A chi le ha preparate non gliene importa un tubo, probabilmente, del tulipano in quanto tale. Gli serve per fare la composizione, e così lo usa.
    Siamo sempre lì, è la differenza che c’è fra uno che il tulipano l’ha cresciuto da bulbillo, l’ha innaffiato, l’ha aspettato, l’ha visto bocciolo, l’ha ammirato farsi fiore, immedesimandosi in questa meravigliosa metamorfosi, e uno che è sceso in giardino, ha scelto quello con la sfumatura di rosa più giusta, l’ha tagliato e l’ha messo sul tavolo per farci la composizione, appagato dal pensiero di quanto sarebbe piaciuta a chi avesse visto la sua foto così perfetta. E’ una questione di ego. Miss x è una un pò vanitosa, mi sa.

  2. Beh, che siano classificati come oggetto è probabilmente un errore. Magari Missx per comodità ha fatto un unico contenitore. Vabbè. Il nocciolo è la questione dei mazzi di fiori artefatti, risultato di astuti calcoli, giochi di emozioni, contro il più spontaneo di tutti, il mazzolin di fiori. Secondo me il punto è che esteticamente conta il risultato, perché ci sono mazzi da professionisti molto belli e mazzi ‘spontanei’ molto brutti e magari anche viceversa. In sostanza il mazzo di per se è ‘bidimensionale’, è un’immagine. La terza dimensione, lo spessore, l’emozione, non sta nel mazzo di fiori, bensì nella persona che lo riceve o in chi lo compone. Qui sta la divisione dei compiti. Che ne sapete voi di MissX, magari dietro alla foto si nasconde una Nonna col cappello di paglia rotto, le mani curve e ruvide con un umile angolino dove coltivare i suoi tulipani. Cambierebbe il vostro giudizio sulla foto? Sarebbe ipocrisia.

    nnnotte.

    1. No, non cambierebbe il giudizio sulla foto, anche perchè se vai a vedere l’album di Miss x troverai inanità estetiche a tutto andare.
      Ma per rispondere alla tua risposta 1) noi ci interroghiamo sul significato profondo delle parole, miss x che sicuramente è una ragazza giovane, lo fa meno di noi o approccia il problema in maniera diversa. Probabilmente cade nell’errore comune di considerare i fiori recisi degli oggetti e i fiori sulla pianta dei fiori. 2)Il problema dell’estetica contemporanea, anzi, odierna. levigatissima, patinatissima, lucida. Modelle con una pelle ritoccata con strumento toppa che sembrano avere derma di alieno. Pancette e cellulite spariti, occhioni e ciglia lunghe fino al polo nord, occhi viola e labbra laccatissime. Ovviamente con tutte queste sollecitazioni estetiche una giovane ragazza rimane imprintazzata. L’estetica viene oggi concepita come un dato cosmetico, quindi non sorprende che i tulips siano degli strumenti per ottenere un effetto finale levigato e patinato. Oggetti dunque. 3) sei caduto anche tu nella trappolona fantozziana della soggettività. A noi, con affetto, di miss x non ce ne frega niente, è la sua fotografia che deve parlare, se non parla, vuol dire che è brutta. Lopera d’arte e il bello in generale deve celare l’autore e rivelare l’opera, Wilde dixit.
      Cazzu cazzu eu!

  3. Molto interessante le riflessioni sull’estetica contemporanea – non so perché mi vengono alla mente le opere di Jeef Koons. Condivido con Lidia il punto 2) e, da studioso di semiotica come sono stato in passato, il punto 3. Non mi addentro però sulla discussione. Vorrei solo accennare a due diverse terminologie per significare le composizioni floreali (anche dipinte): Natura Morta, in italiano; Still-life, in inglese. Propendo per la seconda: la fotografia, o un quadro, deve parlare. Se parla, è vivo.
    A presto,
    Davide

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