“Stella Polare”, 10 e 11 dicembre a Bergamo

Ricevo e pubblico un comunicato su Claudio Sottocornola, un amico e una persona di grande spessore culturale e umano. Un acuto indagatore, dotato di sguardo critico e capacità di discernimento, senza mai essere appesantito da pedanteria o faziosità.

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Sottocornola a Siderno: racconta la madre nella luce di un giardino

 Ricevo e pubblico:

Inaugurazione della mostra fotografica
“Il giardino di mia madre e altri luoghi”
del filosofo, artista e performer Claudio Sottocornola,
mercoledì 7 agosto alle ore 18.30, presso la Sala Calliope
della Libreria Mondadori di Siderno (Centro “La Gru”).

La presenza dell’autore sarà un’occasione per riprendere il discorso intrapreso da Sottocornola negli anni passati presso il Salotto Letterario della Mondadori, dove già ha intrattenuto il suo pubblico con eventi a cavallo tra filosofia, musica, letteratura e arti visive. Interdisciplinarietà è infatti il “marchio di fabbrica” che Claudio Sottocornola esprime nella sua ormai lunga attività, ove centrale risulta l’esperienza delle lezioni-concerto sul territorio, recentemente racchiuse nel cofanetto in 5 dvd “Working Class”, in cui utilizza la canzone come strumento di ricostruzione storica e di riflessione filosofica, a partire dalla reinterpretazione rigorosamente live di brani-simbolo della canzone pop, rock e d’autore italiana. Ma questa volta il discorso delle immagini appare più intimista, si svolge fra biografia e condizione umana, riflessione sulla vita e sulla morte, memoria personale e sguardo metafisico.

Central Park
Central Park

Nella nostra società mancano ormai riferimenti collettivi condivisi, che non siano gli effimeri eroi propinati dal mercato e dai media.. Sembrano dileguare i modelli, espressione di valori alti e insieme vicini, che la società, sino a qualche decennio fa, ancora riusciva a proporre. Figure di genitori e di educatori, presenze familiari e professionali, esempi di impegno sociale o politico, che oggi sembrano naufragare a fronte di un dilagante narcisismo collettivo, ove ciò che conta è apparire, esserci, divenire mediatici. Sembra così muoversi decisamente controcorrente la mostra di fotografie “Il giardino di mia madre e altri luoghi”, che Claudio Sottocornola presenta alla Mondadori di Siderno, e che ha già toccato altre città italiane, per ricordare la madre Angela Belloni nel decimo anniversario della scomparsa,  avvenuta anche a seguito di un ritardo diagnostico e di gravi “errori ed omissioni” nella gestione dell’emergenza medica.

È infatti dal contrasto fra i valori di impegno e dedizione rappresentati dalla figura materna e l’incuria con cui vede trattata la vita umana nel momento della malattia e della debolezza anche da quanti dovrebbero tutelarla, che nasce in Sottocornola l’esigenza di recuperare il senso della testimonianza materna, attraverso una serie di foto del giardino di casa (luogo eminentemente archetipico e simbolico), salvato dall’attacco del cemento proprio dalla quotidiana cura della madre, per coglierne tutta la luce, il mistero, e catturarne se possibile le tracce della presenza di lei. Ne escono immagini intense, struggenti e minimaliste: un arbusto di rose contro un muricciolo di cemento, un’azalea in fiore accanto a piccoli pini che si protendono verso il cielo, dei cespugli di ortensie, delle bocche di leone… Colori, profumi, suoni che si immaginano, quelli di una natura una volta riconciliata, in armonia con se stessa e con gli uomini.

Falde dell'Etna
Falde dell’Etna

È subito evidente che non si parla qui del giardino nel modo un po’ calligrafico cui ci hanno abituati le riviste patinate, ma piuttosto come metafora di quella cura che genera bellezza e armonia nel mondo. E infatti gli “altri luoghi” citati nel titolo della mostra e fotografati sono i più vari, dalla periferia di Bergamo innevata ai grattacieli di Manhattan, da Trinità dei Monti a Roma alle casette del New England, dalle spiagge ioniche della Calabria ai siti archeologici di Velia e Pompei. L’idea è che, come armonia e bellezza nel giardino si generano a partire dalla fatica e dall’impegno, così è possibile umanizzare i luoghi del mondo attraverso responsabilità e lavoro.

Del resto, ciò che caratterizza il percorso sotteso a queste installazioni fotografiche sono i rimandi a successivi livelli di lettura. La madre dell’artista infatti si è dedicata attivamente al volontariato, e l’autore la ricorda nelle sue frequenti visite ad anziani, ammalati, immigrati, nel tentativo di portare aiuto e conforto. Insomma, nei 250 pannelli fotografici, di cui a Siderno si potrà vedere una selezione, ciò che in realtà emerge è la figura di una madre, una presenza forte e amorevole, tenera e discreta, che inonda di consolazione il paesaggio del giardino prima e lo scenario del mondo poi. Per questo “Il giardino di mia madre e altri luoghi” è molte cose: in primis un percorso artistico, ma anche una riflessione filosofica sulla cura e, infine, una testimonianza circa la possibilità, anche entro gli scenari di un mondo alla deriva, di coniugare bellezza e responsabilità, impegno etico e ricerca dell’armonia, chiaramente tematizzati dall’autore nel volumetto “The gift” (“Il dono”) .

Dalla mostra è stato tratto un Dvd multimediale che ne ripropone il percorso, insieme a testi critici e immagini supplementari, disponibile presso la Sala Calliope.
La mostra è totalmente gratuita e resterà aperta fino a martedì 13 agosto.

Velia
Velia

 

 

 

Info:
Il sito di Claudio Sottocornola

http://www.cld-claudeproductions.com

E-mail:info@cld-claudeproductions.com

tel/fax 035-310280

tel. 348-2842247

E-mail:claudio1759@interfree.it

Scarica la locandina in pdf:
locandina C. Sottocornola, Il giardino di mia madre…

locandina1.cdr

“Il giardino di mia madre e altri luoghi” di Claudio Sottocornola

Claudio Sottocornola. Foto Claude.productions
Venerdì 28 maggio alle 17.30 presso l’ex-chiesa di San Sisto in Colognola,
Bergamo, Claudio Sottocornola terrà l’inaugurazione della sua mostra fotografica Il giardino di mia madre e altri luoghi. Con un reading di poesie tratte dal suo ultimo libro Nugae, nugellae, lampi (Velar Edizioni, 2010), il ‘filosofo del pop’ omaggerà la figura materna attraverso un percorso di immagini relative ai
“luoghi dello spazio”, a partire dal “giardino” come condizione di luce e
armonia, impegno e lavoro. La mostra è accompagnata dai testi critici di Sottocornola, Catò, Grispello, Zitara ed è raccolta in un efficace percorso multimediale, disponibile in un dvd.

Il giardino di mia madre e altri luoghi è un itinerario visivo in 250 scatti
fotografici in cui l’intellettuale lombardo ha voluto ricordare la madre mancata in anni recenti: un percorso fra i paesaggi dell’anima che prende le mosse dal giardino, inteso come luogo di luce e armonia, ma anche di impegno e disciplina, e si estende ad un’indagine sui luoghi della terra. Sottocornola infatti include sue foto dal mare alle isole, dall’America dei lontani anni ’70 alla luce abbagliante del Sud, dall’inverno nelle strade di Bergamo alla primavera di Trinità dei Monti a Roma, divenendo metafora del variare e crescere della vita.

Afferma Luca Catò: “Nell’organizzazione delle sequenze si sente, più che altrove, la volontà che Claudio ha di appoggiare se stesso e la propria storia in una valida promessa, in qualcosa, forse in Qualcuno, di perfetto e durevole.
In questo senso, ancora, il giardino diviene il primo luogo e l’ultimo: è il posto del ricordo, della speranza, della attesa e di una possibile bellezza”.
Secondo Francesca Grispello, “la natura dalla quale tutto il lavoro nasce e alla quale l’autore ci conduce, in queste immagini – che attestano una presenza vitale – è quella Natura, ora libera e spontanea verso se stessa, ora necessaria per noi, per l’armonia che genera e per la morte che produce. Atto d’amore, di bisogno e consolazione”. Infine Lidia Zitara: “Ciò che l’uomo condivide con la natura può diventare poesia, arte, filosofia, mito. E contemporaneamente diventa giardino, come oggetto tangibile nel mondo delle cose. Perché il giardino, con il suo esistere, ripetersi in mille differenti aspetti, moltiplicarsi in infinite variazioni, dichiara con tenace pervicacia un’affermazione di se stesso, in una parola, la sua semplice esistenza”.

La mostra resterà aperta fino al 13 giugno, con ingresso libero (orari: feriali,
15.30-21.00; giovedì e festivi, 10.00-13.00/ 15.30-20.00). Gli intervenuti potranno ritirare, in omaggio, il catalogo in dvd della mostra. Sarà possibile devolvere un’offerta libera per le attività benefiche della Società di San Vincenzo de Paoli, Conferenza di Colognola-Bergamo, nella quale Angela Belloni Sottocornola, che la mostra vuole ricordare, si è impegnata in una lunga attività di volontariato, ricoprendo la carica di Presidente dal 1990 al 1994.

Esposizione: 28 maggio – 13 giugno
Orario: 15.30 – 21.00
Giovedì e Festivi: 10.00 – 13.00 / 15.30 – 20.00
Ingresso libero

Info:Claudio Sottocornola:
Claudio Sottocornola

Sono solo canzonette

09/24/08
Sono solo canzonette
Filed under: Arte ed Estetica
Posted by: Lidia @ 12:48 pm

Ma non prendiamoci sul serio. Il giardino è il giardino…cioè, ragazzi, è solo un giardino. Mica è importante. Cioè, vogliamo mettere il giardino con una cosa veramente artistica, come il découpage? Cioè, a me sembra che si stia esagerando,no? Voglio dire, nel giardino uno si passa il tempo, chiacchiera con i vicini, cioè, è giusto un hobby per gli anziani, soprattutto per le signore vecchie che non hanno niente da fare e stanno fuori in giardino a sgranare piselli o fare l’uncinetto.
Lo so anche io che comporre i fiori e le piante è un po’ come fare un quadro, ma le piante sono già là, mica le devi disegnare…insomma, che merito c’è? E poi tutte le piante stanno bene tra di loro, no?
Voglio dire, il giardino è solo un pezzo di terra, non è mica il salotto! nel salotto sì che devi spremerti le meningi, e poi, le piante costano pochi euro, voglio dire, un geranio costa neanche 3 euro, mentre i mobili sono molto costosi, cioè, vuoi “mettere?

Domanda: non è che noi, facciamo lo stesso discorso, ad un livello solo appena un po’ più alto?

Sembra a molti che il giardino non possa, non DEBBA avere niente a che vedere con problemi sociali, estetici, filosofici, interiori, con i rapporti interpersonali della vita quotidiana moderna. Che debba essere affrontato solo dal suo punto di vista tecnico.
E se no?


4 Responses to “Sono solo canzonette”
1. irene colombo Says:
October 11th, 2008 at 2:04 pm e
gent. Lidia, sono una principiante assoluta, ma mi sto impegnando e leggendo per sapere un po’ di più .Navigando mi sono imbattuta nel sito CdG in cui lei parla del suo modo di “non” concepire i giardini e ho pensato:”cavolo”! Detesto le bordure colorate, i giardinetti cimiteriali davanti alle case (villette) mi danno l’angoscia, le “architetture dei giardini” mi fanno venire la depressione. Non parliamo dei “prati all’inglese sui quali potrei anche mettermi a piangere!!! Tra poco (lo spero, lo spero, lo spero…) andrò ad abitare in campagna, in un posto sperduto tra le vigne e non so ancora cosa farò dello spazio che c’è intorno alla casa…Certo cercherò di non “addomesticarlo” in modo turpe. Spero di leggerla ancora. saluti. irene colombo
2. ezio Says:
October 18th, 2008 at 9:46 pm e
Lidia , mi avevi fatto credere che per fare un giardino bisognava conoscere gli abbinamenti dei colori ,e che occorreva essere un pò pittori, e che fare giardinaggio era un arte. Praticamente ora mi fai capire che quello che faccio io: mettere le piante un pò a caso va bene lo stesso. Non sarà come fa il consulente finanziario che ti consiglia una serie di buone azioni e se tu invece le scegli a caso, magari dopo un pò di tempo il risultato è migliore?
3. Lidia Says:
October 20th, 2008 at 3:20 pm e Grazie Irene ed Ezio. Io non so se il mio modo di concepire il giardino sia “quello giusto”, anzi non penso che esista un “modo giusto”. Penso che per fare del buon giardinaggio bisogni conoscere sia le tecniche orticole che l’accostamento dei colori, e che poi bisogni andare oltre. Quindi non è che sia proprio favorevole per le “cose a caso”, che spesso sono troppo “a caso”. Non disprezzo neanche i girdini classici ben fatti, o le belle bordure che hanno qualcosa da dire, come quelle di Christopher Lloyd. Solo, penso che non ci si debba fermare a questo, che la ricerca del qualcos’altro (che poi è l’etica dell’estetica), non sia da guardare come qualcosa di inopportuno nel giardino.
4. Luigi Prisc Says:
October 24th, 2008 at 1:08 pm e
lasciare tutto al caso forse no.. ma il troppo orine non è una cosa naturale, è più un modo di pensare tipicamente umano. preferisco far l’ingegnere solo al lavoro e nel mio campo mettere un pò quello che la follia mi consiglia. magari anche in maniera pseudo ordinata, ma stare a pensare gli abbinamenti cromatici e le potenzialità di crescita mi farebbe perdere molto del senso che attribuisto al giardino, ovvero donarmi relax e distanza dall’umanità

La risposta è dentro di te, anche se è sbagliata

09/18/08
La risposta è dentro di te, anche se è sbagliata
Filed under: Arte ed Estetica
Posted by: Lidia @ 10:30 am

Pascal scrisse che noi non cerchiamo le cose, ma la ricerca delle cose.
Io non amo le piante in se stesse. Mi piacciono molto, ma non mi coinvolgono emotivamente. Le piante sono per me un mezzo per arrivare ad altro. Sono il “mio” mezzo, perché ognuno ha il proprio.
Arrivare a cosa, poi? Non importa, purché si batta un sentiero.

E’ un idealismo da quattro soldi, forse.

Politicamente corretto

08/30/08
Politicamente corretto
Filed under: Giardinaggio e natura, Arte ed Estetica
Posted by: Lidia @ 5:26 pm

Questa locuzione, politicamente corretto nasce nei paesi anglofoni. Se fosse nata in Italia avrebbe più verosimilmente suonato come “eticamente corretto”, e probabilmente avrebbe avuto un significato più profondo che non il salvataggio delle apparenze.
Spesso chi è politicamente corretto (il che non vuol dire “eticamente corretto”) riesce ad essere una gran carogna e a rimanere impunito, solo per il fatto di avere salvato le apparenze, di essersi cioè comportato pubblicamente secondo modelli accettabili, o addirittura virtuosi.
Io diffido dei politicamente corretti, mi fanno orrore.

Politicamente corretto non equivale a “correttezza, giustizia, assennatezza”. Nel migliore dei casi è un modo supino, prono, ottuso, di vedere le cose, tipico delle persone che non sanno ragionare con la propria testa, e che hanno bisogno di regole e regolette alle quali attenersi. Se poi siano giuste o sbagliate poco importa, l’essenziale è che ci siano e che siano socialmente accettate. Il buon senso non conta, conta solo il “non passare dalla parte del torto”.

Nel caso peggiore “politicamente corretto” è il riuscire a metterla nel didietro agli altri, facendogli credere di avergli fatto un favore, ed aspettandosi altezzosamente riconoscenza per la propria generosità.
Vi viene in mente qualcuno?

Ma facciamo un esempio:
De gustibus non dispuntandum est è politicamente corretto e molto ottuso. Se da un lato l’arroganza intellettuale è fastidiosa, dall’altro il qualunquismo esagerato di altri lascia ancora più stupefatti.
Non sia mai criticare il cattivo gusto degli altri: si viene subito tacciati per snob, per quel tipo di giardiniere che vuole solo le rose inglesi, che odia il rosso e l’arancione, e che storce il naso appena sente parlare di gerani.
In Italia questo sciocco buonismo è la linfa stessa della cultura del giardinaggio, che per questo motivo difatti non esiste.

Alle riviste conviene: con una faccia fanno l’inchino al Principe Carlo e alla sua tenuta ecocompatibile di Poundbury, e con l’altra faccia ci insegnano come diradare le petunie. Così non si alienano la consistente fetta dei giardinieri dai gusti vaghi ed approssimativi.
Di scrittori e giornalisti non ne parliamo: sono come polvere negli occhi! Non esprimono giudizi per non ferire l’altrui mediocrità, e poi ci si aspetta che la cultura del giardinaggio cresca. E come? Per miracolo divino?
De gustibus un corno. A furia di non disputare si diventa supinamente acquiscenti a qualsiasi zozzeria o assurdità ci venga proposta: dai pratini con le ciotole di pansè, ai vari muri verdi, e a tutte le stronzate e stronzatine dei grandi progettisti internazionali.
In Italia si disputa di ogni stupidità: dalle gomme della Ferrari al lifting di Simona Ventura. Possibile che il giardinaggio non rientri tra le cose disputabili, solo per “paura di offendere”?


2 Responses to “Politicamente corretto”
1. Noor Says:
September 12th, 2008 at 9:34 am e
Lidiuzza… l’ho già detto che ti adoro, vero? :oD

2. Lidia Says:
September 12th, 2008 at 12:26 pm e
Tu? Mai abbastanza, vecchio mio…

A proposito dell’Arte

08/25/08
A proposito dell’arte
Filed under: Arte ed Estetica
Posted by: Lidia @ 8:13 pm

L’arte in fondo, mi dico, è vedere quello che gli altri non vedono, e mostrarlo agli altri attraverso i propri occhi.

2 Responses to “A proposito dell’arte”
1. Bee Says:
September 11th, 2008 at 9:57 pm e
Lidia, non ci crederai, ma è quello che dico sempre anch’io!! L’artista guarda quel che tutti hanno guardato, vede quello che nessun altro ha visto, e poi fa in modo che anche altri possano vederlo.
2. Lidia Says:
September 12th, 2008 at 12:31 am e
Ciao Bee, grazie di aver scritto!

I misteri del Giardino di Compton House

08/24/08
I misteri del giardino di Compton House
Filed under: Arte ed Estetica
Posted by: Lidia @ 2:37 pm

I misteri del giardino di Compton House è un film che mi ha lasciata molto impressionata. Non so ben spiegare perché. E’ un film molto raffinato, come tutte le cose di Peter Greenway, condotto sul filo di lana dell’estetica magistrale, un film che nasconde qualcosa, ma dissemina degli indizi all’interno di se stesso, proprio come gli indizi sparsi all’interno dei disegni di Mr. Neville.
Se non l’avete visto, vedetelo.

I misteri del Giardino di Compton House
Vorrei riportare una citazione, secondo me il momento culminante di tutto il film:
Mr. Neville, io credo che un uomo davvero intelligente può essere soltanto un mediocre pittore, perché dipingere richiede una certa cecità, un parziale rifiuto di accettare tutte le possibilità. Se è intelligente, l’uomo ne sa di più su quello che disegna di quello che vede, e nello spazio tra il conoscere e il vedere costui diventa “condizionato”, incapace di seguire un’idea con forza, temendo che chi capisce, coloro ai quali egli vuole piacere, lo troveranno in difetto se non ci mette non solo quello che lui sa, ma quello che sanno anche loro”.
In questa frase molto evanescente ed elaborata, sono nascosti molti concetti capitali dell’Arte in generale.
Fare arte è “vedere” con certi occhi, il che preclude il riuscire (o il volere, direi più propriamente) guardare altrove.
L’artista è molto monogamico.
Sull’ essere “condizionati” e il non sapere seguire un’idea con forza non sono d’accordo: questo è dell’artista mediocre.
Tuttavia c’è fortissimamente implicata in ogni forma d’arte contemporanea, e probabilmente nell’Arte in assoluto, un desiderio di essere valutati positivamente dai propri pari.
E’ una condizione sine qua non.