
“Sì, partirò in autunno”, diceva a tutti. “Merry Brandybuck mi sta cercando una piccola caverna accogliente tutta per me, o forse anche una casetta”.

Disegni da Guida ai luoghi della Terra di Mezzo di John Howe, Bompiani.

“Sì, partirò in autunno”, diceva a tutti. “Merry Brandybuck mi sta cercando una piccola caverna accogliente tutta per me, o forse anche una casetta”.

Disegni da Guida ai luoghi della Terra di Mezzo di John Howe, Bompiani.
Non ho dimenticato una delle date più preziose dell’anno, il 3 gennaio, il compleanno di Tolkien.
Appena due righe per non lasciare il 2015 privo del ricordo di questa data.
Per celebrare l’uscita del volume commentato della traduzione di Tolkien del Beowulf, è stata lanciata una simpatica iniziativa: la Tolkien Christmas Adventure, con una domanda per ogni giorno per tutta la durata dell’Avvento.
Si vinceva una bella scatola di libri, guardate qui:

Per la cronaca, ha vinto un certo Igor Brunéli.
Il Beowulf era già stato tradotto da Tolkien, ma questa è una edizione critica commentata da Christopher Tolkien, che considera alcune lezioni universitarie e altri scritti.
Be’, è un’opera certo per chi non si è fermato al Signore degli Anelli, o si è trascinato anche allo Hobbit, dichiarando sdegnato che “è roba per bambini”. Non ne parliamo del Silmarillion , opera che solo un ristrettissimo gruppo di affezionati ha letto, alcuni vantandosene fino a ricoprirsi di bava, altri sottolienando che “non c’entra niente con tutto il resto”.
Questa seconda edizione di Beowulf, insomma, è per chi si è consumato le suole sui libri di Tolkien.
Per concludere: non mi aspettavo certo di leggere recensioni positive sul terzo capitolo della saga dello “Hobbit”, diretta da Peter Jackson. Sono francamente sorpresa da siti che definiscono Interstellar un film ridicolo, Her un capolavoro, e La battaglia delle Cinque Armate un “ampio riscatto” per i due capitoli precedenti.
Mi sembra ci sia una pericolosa ossequienza al mainstream cinematografico, condita con una pericolosissima indulgenza per quanto riguarda le opere classificate come “fantasy” o analoghe (confesso di non aver mai creduto ai generi letterari: servono solo alle librerie per sistemare i volumi in vendita).
Credo che se vogliamo che i nostri figli crescano più fantasiosi e ricchi di inventiva e immaginazione, dobbiamo produrre qualcosa di sensibilmente migliore di quella spazzatura che ha fatto Jackson.
La trilogia jacksoniana dello Hobbit è talmente scadente da non meritare neanche recensioni o stroncature, ma il sempiterno oblio.
Il 2 di questo mese facevano quarant’anni dalla morte di Tolkien. Mi ero ripromessa di scrivere qualcosa, ma l’ho dimenticato, e oltre me sembra che questa data sia stata dimenticata dall’universo dei tolkieniani. Un vero peccato se si considera che tra pochi mesi avremo in sorte il secondo capitolo dello Hobbit.
Non posso più riparare, ma settembre è un mese che passa veloce, ed è già arrivato il 23, il giorno in cui Bilbo e Frodo intrapresero i loro viaggi.
Ho sempre dichiarato che uno dei momenti che amo di più nel Signore degli Anelli è l’ultimo sguardo a Hobbiville e al lago di Lungacque, ma non avevo mai trovato una illustrazione di questo breve brano che sembrava carico di presagi solo a me, trascurato da critici e lettori. Ebbene, mi sono imbattuta in una illustrazione di Ted Nasmith, che -be’, diciamolo- non è proprio il massimo, ma per quel che ne so è l’unica che raffigura questo momento.
Dopo un bel po’ di tempo attraversarono l’Acqua, ad ovest di Hobbiville, su uno stretto ponticello di tavole. In quel punto il corso non era che un nastro nero e contorto, orlato di ontani scuri.
Qualche miglio più a sud, attraversarono veloci la grande strada del Ponte sul Brandivino; erano giunti in Tuclandia. Voltarono verso sud-est in direzione del Paese delle Verdi Colline.
Quando ebbero percorso i primi passi in salita, si voltarono per vedere le luci di Hobbiville brillare in lontanaza nella dolce valle dell’Acqua. Ma ben presto sparirono tra le falde delle colline immerse nella notte.
Intravidero anche Lungacque, accanto al suo lato grigio. Quando finalmente la luce dell’ultima fattoria sparì nell’oscurità, Frodo, guardando furtivamente fra gli alberi, agitò la mano in segno d’addio.
groggy
"Quando guardiamo il cielo di notte ci soffermiamo ad ammirare le stelle a caso senza seguire uno schema.. lasciamo che la nostra fantasia si perda in questo immenso soffitto brulicante di luci... una stella grande.. qualcuna piccola.. un'altra azzurra ed una rossa! Luci lontane che forse ora non esistono neanche più.. eppure sono lì le guardiamo ogni sera quando le nuvole ce lo permettono.. luci che continuano a brillare .. a vivere.. che continuano a farci sognare! Questo BLOG vuole essere uno spazio semplice, senza pretese, uno spazio dove antichi sorrisi e sguardi continuano a brillare come stelle... semplicemente continuano a vivere nell'immenso cielo della rete." (Domenico Nardozza)
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