L’ultimo sguardo verso Hobbiville e Lungaque

Il 2 di questo mese facevano quarant’anni dalla morte di Tolkien. Mi ero ripromessa di scrivere qualcosa, ma l’ho dimenticato, e oltre me sembra che questa data sia stata dimenticata dall’universo dei tolkieniani. Un vero peccato se si considera che tra pochi mesi avremo in sorte il secondo capitolo dello Hobbit.
Non posso più riparare, ma settembre è un mese che passa veloce, ed è già arrivato il 23, il giorno in cui Bilbo e Frodo intrapresero i loro viaggi.

Ho sempre dichiarato che uno dei momenti che amo di più nel Signore degli Anelli è l’ultimo sguardo a Hobbiville e al lago di Lungacque, ma non avevo mai trovato una illustrazione di questo breve brano che sembrava carico di presagi solo a me, trascurato da critici e lettori. Ebbene, mi sono imbattuta in una illustrazione di Ted Nasmith, che -be’, diciamolo- non è proprio il massimo, ma per quel che ne so è l’unica che raffigura questo momento.

Last Sight of Hobbiton, by Ted Nasmith

Dopo un bel po’ di tempo attraversarono l’Acqua, ad ovest di Hobbiville, su uno stretto ponticello di tavole. In quel punto il corso non era che un nastro nero e contorto, orlato di ontani scuri.
Qualche miglio più a sud, attraversarono veloci la grande strada del Ponte sul Brandivino; erano giunti in Tuclandia. Voltarono verso sud-est in direzione del Paese delle Verdi Colline.
Quando ebbero percorso i primi passi in salita, si voltarono per vedere le luci di Hobbiville brillare in lontanaza nella dolce valle dell’Acqua. Ma ben presto sparirono tra le falde delle colline immerse nella notte.
Intravidero anche Lungacque, accanto al suo lato grigio. Quando finalmente la luce dell’ultima fattoria sparì nell’oscurità, Frodo, guardando furtivamente fra gli alberi, agitò la mano in segno d’addio.

2 pensieri riguardo “L’ultimo sguardo verso Hobbiville e Lungaque

  1. Non è male l’illustrazione; ci sono troppe stelle, secondo me, per una notte di luna piena
    quanto a Tolkien scrive in una maniera eccellente; se a Stoccolma non fossero stati prevenuti contro il fantasy il Nobel sarebbe arrivato già negli anni sessanta

    1. Tu dici? Il Nobel addirittura? Non avrei osato neanche immaginarlo. Quello che è strano è che non lo fecero neanche baronetto, neanche quando divenne famoso, neanche in punto di morte. Non riesco a darmene un motivo.
      POI: mi hai servito una pietanza favolosa su un vassoio d’argento! Il cielo in effetti è troppo stellato, e l’illustrazione davvero è prorpio povera povera (non si vede il lago di lungaque con i riflessi, insomma, la parte migliore) MA! ma, ma ma! In effetti i nostri non partirono con la luna piena, ma con una luna debolmente crescente. Come sai, T, era attentissimo a queste cose, e lo scrisse, da qualche parte. Chiaro che Nasmith si sia preso una licenza per poter rendere più illuminati i personaggi, però, sai…mmmmm

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