Piante, fiori e analfabetismo funzionale

Quante volte vi è capitato di sentire o leggere che la metà degli italiani è affetta da quel che si chiama “analfabetismo funzionale”?

In pratica metà delle persone che leggono qualcosa, qualunque cosa, non la capiscono. A mio avviso si potrebbe tranquillamente dire che metà (magari anche di più) delle cose che circolano in Italia sono incomprensibili, ma vabbè, la notizia la fanno i giornalisti e siccome qualcuno l’ha scritta così la notizia è così. Punto.

Be’, ma veniamo a noi. Sapete che esempi vengono riportati? Il manuale di montaggio di un sellino nuovo, il bugiardino delle medicine, un manuale di floricoltura.
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Ora, rimanendo seri. Un sellino nuovo non è difficile da montare se si ha l’attrezzatura giusta e un po’ di forza, e non serve neanche il foglietto che ti spieghi come si fa. Basta che le parti non siano arrugginite, e se le cose ciclistiche non sono drammaticamente stravolte da quando eravamo piccoli, credo che chiunque ci riuscirebbe.
Ma il punto non è questo: immaginate di avere solo il foglietto, senza nè sellino nè bici, e di dover smontare il pezzo vecchio e montare il pezzo nuovo solo nella vostra mente, attenendovi al foglietto delle spiegazioni.
Mio dio, ma chi può pretendere che si comprendano le istruzioni di mondaggio di un oggetto SENZA quell’oggetto davanti? Solo un cervellone dell’Istat.

Secondo, il bugiardino delle medicine. Ora qui veramente devo dare sfoggio di cultura. Raramente io non capisco i foglietti illustrativi, e se non so un termine medico me lo cerco e me lo sparo quando devo farmi fare le ricette o vado a farmi visitare. “Dottore, soffro di acatisia, ipoacusia e difficoltà di accomodamento oculare”. In genere il dottore mi butta fuori, ma questa è un’altra storia.
Non vorrei tirarmela, ma se mi date un foglietto illustrativo senza il nome del farmaco, è capace benissimo che vi riesco a dire anche il nome del principio attivo.
“Ah, quindi l’Orudis pomata ha come principio attivo il Diclofenac? pensavo Ketoprofene” – scena realmente accaduta.
Ketoprofene e Diclofenac sono roba da barzellettisti, io lo Zestoretic lo chiamo Lisinopril diidrato + Idroclorotiazide.

Insomma, signori dell’Istat, non venite a sfidarmi sui foglietti illustrativi perchè vi faccio secchi, vi seppellisco sotto un mare di denominazioni scientifiche, vi rimando a scuola, vi rullo i cartoni.

Ma c’è chi non li legge neanche, terrorizzato di trovarvi negli effetti indesiderati “shock anafilattico raramente a decorso letale”. Diciamo che questa cosa la capiamo tutti, analfabetismo funzionale compreso.

pollice nero_piante e fiori_confusione_negatiE le piante?
Be’, be’, del tutto falso non deve essere. Se pensate che il titolo di questa foto recuperata nei meandri delle rete era “orchid killer”, siamo messi bene, visto che la piantina è un’Echeveria.
Certo che la vuole uccidere. Si chiederà come mai non fiorisce…

Se metà delle persone non comprende: “annaffiare due volte a settimana nella stagione di fioritura con concime liquido ad alto titolo di potassio” stiamo combinati a tre tubi. Vuol dire che metà delle persone che leggono un manuale di floricoltura non sono realmente interessate alle piante.
E se i dati Istat sono corretti non c’è altra spiegazione, perchè la manualistica italiana è fin troppo elementare nello spiegare come si coltivano le piante, specie quelle rivistine che fioriscono nel periodo primaverile, tutte concentrate sull’orto bio in terrazzi di inquinatissime città.
Diciamo che la gente non vuole più leggere come si coltiva una pianta, lo vuole vedere con gli occhi. “Fammi vedere come si fa”: è questo il pensiero che esprimono. Perchè guardando imparano subito, la lettura non interessa. Non è analfabetismo funzionale, sono i tempi che cambiano. Ci sono i tutorial su youtube, i video su grandi siti di giardinaggio, italiani ed esteri.
E come si può cassare questo atteggiamento come anticulturale? Come si può dar torto ad una persona che per imparare a potare una rosa vuole vedere come si fa, e non leggerlo?
Pizzetti si legge, Vita Sackville West si legge.
Per potare, innestare, rinvasare ecc, ci sono i tutorial e i video, che sono la naturale estensione della tradizione dell’illustrazione e della fotografia.
Non ci sarebbero i corsi di potatura o di illustrazione botanica, se così non fosse.
Avete mai provato a spiegare a parole (non dico a scrivere, ché sarebbe ridicolo) come si disegna un fiore?

6 pensieri riguardo “Piante, fiori e analfabetismo funzionale

  1. ottimo spunto di riflessione cara Lidia… in effetti mi capita a volte di dover raccontare a parole come disegnare un fiore, e non rabbrividire, da qualche parte l’ho pure scritto!

    1. Per il tuo lavoro lo capisco, ma obiettivamente mi pare che questo “analfabetismo” di cui prima o poi saremmo vittime tutti, una volta o l’altra, sia un po’ pretestuoso. Ciò non toglie che ci si stia disabituando alla lettura.

      1. purtroppo è così! per me adesso è un lusso il potermi concedere tempo per la lettura, sul comodino aspettano fedeli alcuni libri già da un po’ acquistati, compresi gli ultimi che ci avevi segnalato!

        1. Io ne ho una montagna, e mi faccio distrarre in continuazione da allettanti sconti di ebook di fantascienza. faccio schifo. ma se devo dirla tutta, a parte il libro di Lucilla e quello di Mabey, quest’anno non ho visto niente, ma niente di interessante sul giardino.

  2. vabbè c’è l’ analfabetismo di ritorno, gente che in teoria sa leggere ma in pratica non legge mai. C’è anche da chiedersi quanto questa civiltà del video ( dalla tv al tablet) ci porti lontano dal leggere e dallo scrivere.
    Detto questo però sono sempre più convinta che quelli davvero sempre più sgrammaticati sono proprio i giornalisti , se si ascolta davvero quello che dicono durante i tiggì c’è da mettersi le mani nei capelli.

    1. il problema del comprendere ciò che si legge secondo me è sempre esistito. Che poi ci siano tante ma tante persone che sanno leggere ma non comprendono ciò che leggono, è perchè non sono minimamente interessate a farlo. E’ questo il dato su cui si dovrebbe riflettere. Cioè che le persone non sono interessate a comprendere il mondo, ma solo a “riceverlo”, da tablet, internet, e cazzi vari. Non oppongono resistenza, sono imbambolati, non hanno capacità critica.
      Ora: mi pare che l’omologazione in tempi tabù (il Fascismo) fosse imposta. Oggi è “scivolata”. Kobo, kindle, smartphone, tablet, e tutto quello che c’è dendro e dietro, sono solo olio per ungere un meccanismo che ci vuole proni esecutori.

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