Chi non conosce le piante da ferrovia e gli orti ferroviari, i giardinetti delle stazioni? Ognuno di noi ha un suo specifico ricordo legato a un piccolo quadrato di terra a ridosso dei binari, coltivato a pomodori o melanzane, o ai giardinetti delle stazioni che ancora negli Anni Settanta non erano caduti in disuso, in cui magari si poteva trovare, come a Siderno, una vasca coi pesci rossi.
Fu il Fascismo a dare i natali a questa operazione di abbellimento delle stazioni, e l’uso di coltivare fiori e ortaggi lungo le ferrovie d’Italia non è mai cessato anche se da molti anni è venuto a diminuire.
Ma una cosa è una pianta coltivata, un conto è la flora spontanea che vive lungo la strada ferrata. Negli anni ’80 Ernesto Schick pubblicò un libro dal titolo Flora ferroviaria: ovvero la rivincita della natura sull’uomo. In questo mese ne è prevista la riedizione per i tipi Florette (una casa editrice a me francamente sconosciuta), di Chiasso.
Io ho già mandato la mia libraia in missione, consiglio di fare altrettanto. Sul sito di Chiasso Letteraria trovate molte altre informazioni
Campo di moree a ridosso della ferrovia sulla spiaggia del litorale basso ionico (mai dirò il nome del paese). Zona USDA 9b
"Quando guardiamo il cielo di notte ci soffermiamo ad ammirare le stelle a caso senza seguire uno schema.. lasciamo che la nostra fantasia si perda in questo immenso soffitto brulicante di luci... una stella grande.. qualcuna piccola.. un'altra azzurra ed una rossa! Luci lontane che forse ora non esistono neanche più.. eppure sono lì le guardiamo ogni sera quando le nuvole ce lo permettono.. luci che continuano a brillare .. a vivere.. che continuano a farci sognare! Questo BLOG vuole essere uno spazio semplice, senza pretese, uno spazio dove antichi sorrisi e sguardi continuano a brillare come stelle... semplicemente continuano a vivere nell'immenso cielo della rete." (Domenico Nardozza)