Il giardino mediterraneo

09/10/08
Il giardino mediterraneo
Filed under: Giardinaggio e natura, Arte ed Estetica
Posted by: Lidia @ 11:07 pm

Sono meridionale. Tutto il mio “fare” si appunta, si lega, si sostiene alla meridionalità.
A maggior ragione il giardino e il giardinaggio sono legati alla mia meridionalità, per il loro legame culturale col paesaggio.
Cito una parte di un articolo di Guido Giubbini, in n°5, luglio 2006, Il giardino di Rosetta. Sulle tracce del Giardino Italiano :
“Vincenzo Cazzato ha dimostrato una volta per tutte che il giardino all’italiana, questo pomposo tabù della storia ufficiale del giardino, è innanzitutto (quantomeno nella maggioranza dei casi) un’invenzione dei ricchi inglesi e americani in vacanza o trasferitisi in Italia a fine ‘800 o nel primo ‘900, e successivamente, e per imitazione, acquisizione riflessa dell’aristocrazia e della grande borghesia del Fascismo, che sciovinisticamente non voleva essere da meno degli stranieri.”
Il giardino all’italiana è, insomma, una pallida immagine di ciò che è stato, riflessa attraverso lo specchio della cultura inglese di fine ‘800, che era alla continua e bramosa ricerca di qualcosa di nuovo-vecchio, di qualche novità che venisse dal passato o da qualche cultura straniera.
Questo è vero, è un dato acquisito, anzi, si stenta a credere che sia stato acquisito così tardi, e questo la dice lunga su come si fanno le cose da noi in Italia.
Ma se questo dato è stato finalmente messo agli atti per il giardino all’italiana ( cioè fiorentino), niente di questo viene lontanamente neanche pensato per il giardino mediterraneo, che ha subito la stessa identica sorte, ma senza che ciò venga detto, semplicemente perché non viene neanche sentito.
Vergogna a tutti i giardinieri meridionali che lo sanno e non lo dicono.
Il giardino mediterraneo, non diversamente da quello fiorentino, è una invenzione dei ricchi inglesi che venivano al Sud a trascorrere le vacanze o per passare il resto della loro vita. Si vedano i due esempi più importanti, Villa Hanbury ad Imperia e La Mortella ad Ischia.


Questa è una foto di Villa Hanbury, scattata da Trem.


E questa è la Mortella, vista dalla terrazza della casa.

Senza nulla togliere alla loro bellezza ed al loro sconfinato fascino (specialmente alla Mortella, un giardino “felice”), questi due giardini “mediterranei” ed italiani hanno poco a che vedere con il vero giardino mediterraneo, che è in buona sostanza un agrumeto.
La parola stessa “jardinu” significa in molti dialetti meridionali, semplicemente “agrumeto”, o meglio “aranceto”.
Che cosa si vuole da un giardino mediterraneo? Che richieda poca acqua e sia di forte impatto visivo, che sia motlo spiritoso, insomma, molto colorato, con forme molto definite…una cosa del genere

Un cortile alla Barragàn, con colori decisi, forme marcate, grande differenza di tessiture e trame, piante esotiche. Molto bello. Davvero.
Ma il giardino mediterraneo autentico, la cui rivendicazione di autenticità non è meno importante di quello all’italiana, è una suggestione più che uno schema, una suggestione di passeggiate con i cani, cani con nomi eleganti, da cacciatori, come Bendicò, in giornate sonnolente, col mare in lontananza. Passare tra una chiazza di ombra e l’altra, gettata da muri scalcinati di cascine coperte da pinnate di tegole, attraversare veloci la luce del sole, facendosi scudo agli occhi con a mano, con ai lati estensioni sterminate di aranci che accennano appena ad arrossare i frutti. Passare attraverso i campi comuni, accanto alle case degli altri, spiare velocemente da una finestra del piano terra, senza vedere niente o cogliendo appena la presenza di una cassettiera, di un vaso da fiori.
Saltare con un piccolo balzo le canalette per l’irrigazione, salutare la gente al lavoro.
Portare il vino ai vicini, andare a controllare la rete del pollaio. Sono queste le suggestioni del giardino mediterraneo, dell’agrumeto.
Campagna, ma quella campagna che implica il lavoro dell’uomo.
Vita comune, vita in comune.

Ci vuole molto spazio, ma non è solo questo. Ci vuole uno spazio che oggi è solo agricolo e non appartiene più al giardino, perché oggi bisogna consumare anche i luoghi come è prescritto dalla società, e la campagna è fatta per essere coltivata e lavorata, non per essere goduta.

2 Responses to “Il giardino mediterraneo”
1.Paolo Tasini Says:
September 11th, 2008 at 10:16 pm e
Bella, veramente bella, questa descrizione del giardino mediterraneo… qualcosa di simile si potrebbe dire per altre parti della nostra scalcinata terra che un tempo qualcuno chiamava giardino d’Europa… Nella nostra tradizione c’è un sentimento, uno sguardo, che contiene paesaggi antichi e ricchi: una sensibilità che ci fa, nonostante tutto, orgogliosi della nostra storia… Ciao Lidia 🙂 Scopro ora questo blog e voglio proprio godermelo!!! A proposito, perdona l’ignoranza: che cosa è un cortile alla Barragàn?
2.Lidia Says:
September 12th, 2008 at 12:28 am e
Ciao Paolo, fa sempre piacere leggerti. Per “cortile alla Barragàn” intendo quello che per molti scalcinati epigoni e mediocri imitatori del grande architetto (grande, grandissimo) è un cortile “moderno”, con ambizioni minimaliste, se non fosse per la vistosità delle piante e i colori accesi. In buona sostanza intonaci ruvidi e pigmenti primari, architetture squadrate, una fontana, comunque essa sia, piante tropicali o tropicaleggianti, magari una piscina.

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