Pet-sematary garden

Il giardino si addice agli animali. Anche da morti.
Ho in mente racconti di persone che ricordano di come il loro cane sia morto improvvisamente, abbaiando ad un camion, Così, senza preavviso.
Ho in mente Poltergeist, e il funerale dell’uccellino: Una coperta per quando ha freddo, un pezzo di pane per quando ha fame, una foto per quando si sente solo.
I miei animali sono sempre morti ammazzati, stritolati da automobili, o per malattie. Non ho mai avuto il bene di vedere un animale spegnersi placidamente, tra le mie braccia, ronfando, senza soffrire.
Ho in mente un articolo di Natalia Aspesi, che raccontava del grido angoscioso della sua gatta dopo che le fu fatta “la puntura” .
Ho in mente Pet Semetary di Steven King, ho in mente Il sesto giorno e la Re-pet, la multinazionale che clonava gli animali morti.
Ho in mente il volto sfigurato della mia Sinfo quando l’ho trovata per strada, cinque anni fa.

Non riesco più a contare gli animali sepolti nel mio giardino, so solo che sono tanti e che a volte ho paura di scavare.
Non ho foto delle mie tombicine, mi sembra sempre una violazione del diritto al dolore della morte, che deve rimanere solo per noi, e non per gli altri.
Ci ho piantato vicino dei bulbi, che si adattano bene per la loro qualità di uteri fecondi che generano il fiore dentro di sè. Piccoli narcisi, come il ‘Minnow’, lo ‘Zhiva’ o il ‘Téte à Téte’. E ancora le oxalis a foglia maculata, sempre piccole, da tenerle in mano come gattini.

I cimiteri sono nati come giardini. I giardini accolgono senza distinzione la vita e la morte, la nascita, la fecondità, ma anche la cessazione dell’esistenza.
Spero che esista un paradiso anche per gli animali.

4 pensieri riguardo “Pet-sematary garden

  1. ti vogliobene per questo che hai scritto in questo post, a domani che ora ho troppo sonno.
    ho letto il tuo libro, solo una prima avida lettura, lo rileggerò con calma, mi pare che hai detto , scritto ,cose rivoluzionarie.
    Sei una persona deliziosa,Conni Lidia.Buona notte

    1. Era da molto che volevo rispondere a questo commento.
      grazie a te.
      Ma chi sei?Forse Stellarossa? Se è così sappi che ti ricordo con affetto e gratitudine e che riprendo spesso in mano i libri che mi hai regalato, in particolare quello sui colori.
      Ciao, un abbraccio e fatti sentire.
      Conni

  2. secondo me c’è una fatica molto grande da fare, ed è capire che anche se l’animale muore il suo amore resta con noi per sempre. I giardini lo insegnano questo perchè i fiori vanno e tornano e vanno via di nuovo e non sembrano soffrire per questo, si abbandonano al fluido fluire delle stagioni e della vita e se uno non torna ce ne sarà un altro al posto suo magari ancora più bello o soltanto diverso, per scoprire mai per rimpiangere perchè anche il passato sta sempre lì assieme al presente e anche al futuro per fare l’anima di un posto. E’ una fortuna avere un giardino per poterci seppellire un piccolo compagno di vita, in ogni molecola di ogni fiore che verrà quel compagno potrà respirare ancora.

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