Leggere questo libro è stato difficile, per me. Più volte ho avuto la tentazione di chiuderlo: quasi a metà, dopo la metà, un po’ prima della fine. Ho tenuto duro perchè descrive gli spazi aperti del west, quella zona ai piedi delle Montagne Rocciose, dove spesso sono ambientati anche i romanzi di McCarty, o alcuni racconti di Faulkner.
Ma la lettura è stata lenta, bradipica, sofferta. Non per lo stile di Irving, che è molto frizzante, quasi salgariano. Ma -be’, sì- perchè è un libro che prima delle praterie, prima del cielo, prima dei cavalli, parla della “nobile arte della caccia”. Continua a leggere “Viaggio nelle praterie del West, di Washington Irving, ed. Spartaco”
Tag: animali
Rose come gatti, meditazione botanico-felina in tre gatti e mezzo
Primo gatto:prologo
Tempo fa conoscevo una signora molto amante dei gatti di razza. La sua razza preferita erano i persiani. Quelli con il muso schiacciato, la linguetta di fuori, quella faccetta da Gremlin appena uscito dalla doccia…
Secondo gatto: l’enunciato
La signora aveva appena comprato una gatta persiana purissima, pagandola pure cara, e me ne parlava orgogliosamente. Io dissi che a me non piaceva poi molto e che preferivo i gatti “normali”, i randagetti allegro mix di colore.
La signora, che era una brava donna e non si inalberava per le differenze di gusti, mi disse: “Eeeeh, io non ci posso fare niente, a me piace questo tipo di gatto, come a te piacciono certi tipi di rose che le devi ritirare per posta”.
Terzo gatto: la meditazione
Quella frase troncò i miei ardori di egualitarismo botanico-felino. Chi comprerebbe una rosa canina? Si farebbe una talea, piuttosto.
Se io ho diritto di preferire le galliche e le damasco, perchè la brava signora non avrebbe il diritto di preferire i persiani o gli angora? E badate che parliamo in entrambi i casi di specie viventi, sebbene solo un sofisma possa porre su un piano egualitario l’etica soggiacente alla cura degli animali e a quella delle piante.
Ultimo (mezzo) gatto: il quesito
La signora aveva un lecito, spiegabile, diritto di spendere i suoi soldi per acquistare un animale particolare?
Si può porre sullo stesso piano l’acquisto di una rosa e quello di un gatto?
Esistono altri corollari a margine di questa meditazione?
Come attirare i pipistrelli in giardino (da The Garden)
“Quanto mi piacciono i gatti”, dramma di Lidia Zitara in una sola scena di un unico atto
Dramatis personae:
Donna anziana
Donna giovane
Il sipario si apre su un interno di una comune abitazione, con molte scaffalature contenenti libri accatastati, quadri alle pareti, un divano arancione e un tavolino da tè anche questo ingombro di libri e di portacenere. Nella stanza c’è poco spazio perchè ci sono tre scrivanie, ognuna con un computer, uno è portatile.
Luce artificiale. Su una scaffalatura c’è un gatto acciambellato (usare un pelouche). La Donna Anziana siede su una poltrona relax di quelle motorizzate per persone allettate. La donna giovane siede su una sedia verde di fronte al computer portatile. E’ vestita in modo ordinario: per tutta la scena guarda la Donna Anziana.
La Donna Anziana è vestita con un tailleur color castoro, pettinata con il solito taglio delle donne anziane, tipo Lady di Ferro, ma non ha i capelli tinti. Sta seduta compunta con le gambe strette, occasionalmente si porta la mano al collo di pizzo o alla collana di perle. Parla a voce alta ma in tono suadente.
Donna anziana: Uhuuuh! me ne sono accorta adesso, ma c’è un gatto lì, sopra lo scaffale! e che fa? Dorme lì? Tra i libri! Si vede che è un gatto amante della cultura! AH! ma quanto amo i gatti io, quanto li amo! Credimi, più dei cristiani, li amo. Pensa che – ti racconto questa storia- avevo una gattina bellissima, bianca, che era incinta. Siccome aveva fatto troppi cuccioli li ho buttati, quindi lei non allattava, ma io la trovavo sempre smunta, sempre magra. Allora, siccome io i gatti li amo proprio, l’ho seguita, e ho visto che andava ad allattare un cagnolino dal vicino. Alche, siccome io la mia gatta la tengo in un certo modo, sono andata dal vicino e gli ho detto che non doveva permettere alla mia gatta di entrare nella sua proprietà per allattare il cagnolino, e il mio vicino ha fatto mettere una barriera di legno tra la mia e la sua proprietà. E guarda, non mi crederai se te lo dico, pur di stare vicini si tenevano zampetta nella zampetta sotto questa parete di legno. Poi dicono che non hanno un’anima…
L’uomo e gli animali: un rapporto senza tempo
Giovedì 2 dicembre a S. Ilario dello Ionio (RC) si terrà l’inaugurazione della mostra curata dalla Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria:
L’uomo e gli animali, un rapporto senza tempo
L’inaugurazione partirà alle ore 17, e si terrà nelle sale di Palazzo Carbone-Speziale.
La mostra L’uomo e gli animali: un rapporto senza tempo è una collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria e il comune di S. Ilario dello Ionio.
La mostra itinerante è curata da Rossella Agostino, funzionario della Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria e direttrice del Museo nazionale di Locri, è partita da Reggio Calabria nel 2002 e, di recente, ammirata pure ad Atene.
Dodici pannelli illustrativi e preziosi reperti provenienti dal territorio della Locride illustrano il millenario rapporto tra l’uomo e l’animale che, nei secoli, è stato di volta in volta compagno di giochi, amico fedele, mezzo di trasporto, vittima sacrificale, fonte di sostentamento.
Attraverso rinvenimenti da scavo e testimonianze letterarie, abbiamo potuto appurare la ricchezza di documentazioni sul tema – spiega Rossella Agostino – L’animale, che è sempre stato, a vario titolo, parte integrante della vita dell’uomo, ha pure ispirato opere di alto pregio artistico e piccoli prodotti artigianali, come i numerosi ex voto fittili e bronzei esposti nelle sale dei musei italiani e non solo.
Un’apposita sezione, curata in collaborazione con università, enti ed associazioni ambientaliste, è inoltre dedicata al mondo contemporaneo e ad alcune problematiche legate al rapporto tra uomo e animali.
Vogliamo ringraziare la Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria e, in particolare, la dott.ssa Rossella Agostino, per avere scelto la nostra cittadina quale tappa di questa interessante e originale mostra itinerante – dichiara il sindaco Pasquale Brizzi -.E’ l’occasione per tornare a parlare delle nostre radici, delle testimonianze storiche presenti sul territorio e, al tempo stesso, per rilanciare sull’attualità i temi ambientalisti e del vivere armonico con tutti gli esseri viventi. Un importante momento di crescita per la nostra cittadina di cui siamo davvero grati alla Soprintendenza e da cui ci si augura possa avviarsi una proficua collaborazione nel tempo.
All’inaugurazione, curata in collaborazione con la Pro Loco presieduta da Ugo Mollica, interverranno la direttrice del museo nazionale di Locri, Rossella Agostino, il sindaco Pasquale Brizzi, il consigliere provinciale Omar Minniti, il coordinatore della Lav Calabria Roberto Vecchio Ruggeri e numerosi rappresentanti istituzionali e di associazioni ambientaliste.
Per informazioni – Ufficio Stampa Comune S. Ilario dello Ionio – 349/2682277
Pet-sematary garden
Il giardino si addice agli animali. Anche da morti.
Ho in mente racconti di persone che ricordano di come il loro cane sia morto improvvisamente, abbaiando ad un camion, Così, senza preavviso.
Ho in mente Poltergeist, e il funerale dell’uccellino: Una coperta per quando ha freddo, un pezzo di pane per quando ha fame, una foto per quando si sente solo.
I miei animali sono sempre morti ammazzati, stritolati da automobili, o per malattie. Non ho mai avuto il bene di vedere un animale spegnersi placidamente, tra le mie braccia, ronfando, senza soffrire.
Ho in mente un articolo di Natalia Aspesi, che raccontava del grido angoscioso della sua gatta dopo che le fu fatta “la puntura” .
Ho in mente Pet Semetary di Steven King, ho in mente Il sesto giorno e la Re-pet, la multinazionale che clonava gli animali morti.
Ho in mente il volto sfigurato della mia Sinfo quando l’ho trovata per strada, cinque anni fa.
Non riesco più a contare gli animali sepolti nel mio giardino, so solo che sono tanti e che a volte ho paura di scavare.
Non ho foto delle mie tombicine, mi sembra sempre una violazione del diritto al dolore della morte, che deve rimanere solo per noi, e non per gli altri.
Ci ho piantato vicino dei bulbi, che si adattano bene per la loro qualità di uteri fecondi che generano il fiore dentro di sè. Piccoli narcisi, come il ‘Minnow’, lo ‘Zhiva’ o il ‘Téte à Téte’. E ancora le oxalis a foglia maculata, sempre piccole, da tenerle in mano come gattini.
I cimiteri sono nati come giardini. I giardini accolgono senza distinzione la vita e la morte, la nascita, la fecondità, ma anche la cessazione dell’esistenza.
Spero che esista un paradiso anche per gli animali.
L’orologiaio miope, animali strani
Sempre per puro caso, nelle mie peregrinazioni rivierasche per individuare fotografie da inserire nel giornale, ho beccato questo sito che parla di “animali strani” (ma esistono animali strani?).
Un giardino senza animali è per me un giardino morto in partenza, un manifesto, per quanto chic e costoso, di insensibilità e ignoranza.
Che siano gatti, cani, uccelli, insetti o ricci. Che siano visibili o invisibili.
Il giardino è un ordinamento strutturale in cui esprimiamo il nostro rapporto con la natura, ma gli animali aggiungono il rapporto con l’altro da sè (il cane in particolare, a cui va la mia preferenza) che riesce a far trasfigurare l’intelletto umano in un’idea iperurania.
Per parte mia posso dire che il mio giardino è diventato subordinato alla presenza animale.
Comunque sia, anche se preferite non avere cani ma lasciate qualche briciola per le cinciarelle, godetevi questo sito interessante, e leggete l’articolo sulle vipere.
Tra l’altro ho appreso che sulla pista ciclabile di Siderno nidifica il gabbiano roseo.
L’orologiaio miope
Lo aggiungo al blogroll.