Un consiglio amichevole per Gilles.
Brevettati i brand “giardino planetraio” e giardino in movimento”. Qualcuno poterebbe pure rubarteli. Magari meglio se ci fai mettere il copyright sopra, così di fai un tot al mese solo di diritti. Ti ci compri la foresta amazzonica o un’isola tutta per te.
Comunque, vorrei avvisarti che all’incirca dal 1800 (periodo in cui fu coniato il termine “biologia”), la scienza chiama “vita sulla terra” quello che tu chiami “giardino planetario”.
E ora che ci sono con i consigli, smetti di scrivere libri di giardinaggio, ti prego, non è il tuo genere. Datti ai racconti di viaggio e ai travelogues. Quelli ti escono bene. E non pubblicare un libro l’anno, stai diventando come Bruno Vespa. Isomma, datti una calmata. E non farci passare come oro colato quello che in realtà è acqua di fontana.
Davvero? A me invece è piaciuto più di un suo progetto, e il manifesto del terzo paesaggio mi ha divertita e interessata. Come tante altre cose probabilmente non può vantare il diritto dell’inedito e il giardino inteso come mondo penso che lo si conosca anche da molto prima del 1800. Ma capita anche che concetti vecchi di secoli vengano messi in sordina e che successivamente una persona li riscopra, grazie anche ad un nuovo termine. Penso sia lo stesso identico caso dei “vertical garden” di Patric Blanc, che esistono da sempre nelle foreste tropicali/pluviali, ma che apparentemente solo da quando sono stati ribattezzati come “vertical garden” hanno trovato posto nella nostra attenzione e, soprattutto, nelle città e nelle case.
Insomma a me Clement è piaciuto, non ho letto chissà quanto di suo, ma mi è sembrato meglio di tante altre pubblicazioni, anche italiane, che da tempo non fanno che strizzare l’occhio a Pizzetti o Pejrone, anche nei casi come “giardini e no” di Pasti (libro che comunque ho trovato condivisibile, nessun concetto nuovo ma scritto in modo spiritoso e quindi una simpatica lettura).
Ultima cosa (scusami se sono lunga): forse la mia simpatia per clement è dovuta anche al fatto che l’anno scorso mi sono divertita a mettere in pratica una sua teoria. Ho scelto un prato, l’ho lasciato crescere e poi un giorno, con il trattorino per falciare, ho realizzato una scacchiera di aiuole quadrate e sentieri rettilinei di erba dove passeggiare. Era affascinante e poi anche estremamente facile da tenere.
Ok, forse non ho innovato niente. Però quel risultato non mi veniva in mente se non leggevo il suo manifesto.
Poi sì, probabilmente c’è del vero nel fatto che se anche non scrive mille libri rimarcando sempre lo stesso concetto va bene ugualmente. Ma anche bauman con il concetto liquido s’è incartato a scrivere trentamila libri. Vita liquida, amore liquido, società liquida, modernità liquida, vattelapesca liquida. Ma a leggerli, dopotutto, si trova qualcosina di nuovo in ognuno.
Gilles è in realtà il nome di una pornodiva, parliamo di lei perchè è una tipa che se non scrive, muore. Allora le facciamo un favore e per tenerla in vita compriamo i suoi libri, così può comprarsi i vestiti di Guerlain
"Quando guardiamo il cielo di notte ci soffermiamo ad ammirare le stelle a caso senza seguire uno schema.. lasciamo che la nostra fantasia si perda in questo immenso soffitto brulicante di luci... una stella grande.. qualcuna piccola.. un'altra azzurra ed una rossa! Luci lontane che forse ora non esistono neanche più.. eppure sono lì le guardiamo ogni sera quando le nuvole ce lo permettono.. luci che continuano a brillare .. a vivere.. che continuano a farci sognare! Questo BLOG vuole essere uno spazio semplice, senza pretese, uno spazio dove antichi sorrisi e sguardi continuano a brillare come stelle... semplicemente continuano a vivere nell'immenso cielo della rete." (Domenico Nardozza)
A quello è un francese, ci fa!
Davvero? A me invece è piaciuto più di un suo progetto, e il manifesto del terzo paesaggio mi ha divertita e interessata. Come tante altre cose probabilmente non può vantare il diritto dell’inedito e il giardino inteso come mondo penso che lo si conosca anche da molto prima del 1800. Ma capita anche che concetti vecchi di secoli vengano messi in sordina e che successivamente una persona li riscopra, grazie anche ad un nuovo termine. Penso sia lo stesso identico caso dei “vertical garden” di Patric Blanc, che esistono da sempre nelle foreste tropicali/pluviali, ma che apparentemente solo da quando sono stati ribattezzati come “vertical garden” hanno trovato posto nella nostra attenzione e, soprattutto, nelle città e nelle case.
Insomma a me Clement è piaciuto, non ho letto chissà quanto di suo, ma mi è sembrato meglio di tante altre pubblicazioni, anche italiane, che da tempo non fanno che strizzare l’occhio a Pizzetti o Pejrone, anche nei casi come “giardini e no” di Pasti (libro che comunque ho trovato condivisibile, nessun concetto nuovo ma scritto in modo spiritoso e quindi una simpatica lettura).
Ultima cosa (scusami se sono lunga): forse la mia simpatia per clement è dovuta anche al fatto che l’anno scorso mi sono divertita a mettere in pratica una sua teoria. Ho scelto un prato, l’ho lasciato crescere e poi un giorno, con il trattorino per falciare, ho realizzato una scacchiera di aiuole quadrate e sentieri rettilinei di erba dove passeggiare. Era affascinante e poi anche estremamente facile da tenere.
Ok, forse non ho innovato niente. Però quel risultato non mi veniva in mente se non leggevo il suo manifesto.
Poi sì, probabilmente c’è del vero nel fatto che se anche non scrive mille libri rimarcando sempre lo stesso concetto va bene ugualmente. Ma anche bauman con il concetto liquido s’è incartato a scrivere trentamila libri. Vita liquida, amore liquido, società liquida, modernità liquida, vattelapesca liquida. Ma a leggerli, dopotutto, si trova qualcosina di nuovo in ognuno.
Bontà divina! Marilina si è materializzata anche qui!
Chi diavolo è questo Gilles che sempre nominate? Una sorta di amico immaginario en la era digitale??
Gilles è in realtà il nome di una pornodiva, parliamo di lei perchè è una tipa che se non scrive, muore. Allora le facciamo un favore e per tenerla in vita compriamo i suoi libri, così può comprarsi i vestiti di Guerlain