Un paio d’anni di gironi danteschi

E un giorno manca la pala, un giorno manca la merda

Finire all’inferno è una gran brutta cosa, soprattutto se è per l’eternità. Wilde diceva che il clima era migliore in paradiso, mentre la compagnia era preferibile all’inferno. Ma non credo che tra sollevamento massi, corsa attorno ai vulcani eruttanti, salti nel fuoco, nuotate nella pece, e altre attività corroboranti, ci sia gran tempo da dedicare alla conversazione.
Sta di fatto che non credendo nè all’inferno, nè al paradiso (se non alla torta paradiso, alla quale volgo i miei più devoti rispetti), è un po’ difficile dire a qualcuno che vuoi mandare all’inferno: “Ma va’ all’Inferno!”.

Però però però, ci sono alcune persone che meriterebbero se non una intera eternità, almeno un paio d’annetti in qualche girone dantesco. Facciamo tre.

Al primo posto metterei gli spammatori della posta. Quelli che ti dicono attento, il tuo conto paypal è stato sospeso, oppure quelli che ti mettono come oggetto “Hi”, tutte le réclame, le pubblicità, gli sconti, le raccolte punti, amici inesistenti che ti mandano inviti ad associarti a questo o quello.

Al secondo i giovani torturatori della lingua e gli anziani masturbatori dell’Italiano (stavolta sì, con la maiuscola). Uno sconosciuto che scrive xké e ke kazzo è forse meglio di un Augias che usa il piuttosto come congiunzione e non in forma opzionale, o di un Mirabella che si crogiola in fraseggi pseudo-dottorali? Sempre nel secondo girone ci piazziamo tutte le giornalistelle che scrivono frasette tipo nella splendida cornice dei giardini di Pippa de’ Pippis e i giornalistoni che scrivono frasoni del tipo il dialogo tra gli elementi compositivi della struttura ispira la redenzione e restituisce il precipitato di un senso di solennità.

Al terzo girone ci metterei i maniaci del cellulare e degli sms, i/le fashion victim, gli stilisti, i designer, i fotografi che fotosciopppano le modelle facendole diventare di plastica, quelli che si depilano le sopracciglia ad ala di gabbiano, quelli che hanno giardinetti tutti curati e carini, con le forbicette i guantini il grembiulino a quadri i cestini in vimini le pansè sul bancale il tetto in tegole rosse e la staccionata bianca.

Nel quarto girone i venditori di enciclopedie e di riviste a fascicoli.

Poi passiamo alle bolge.

Prima bolgia: Roberto Giacobbo. Esaurita solo per lui, non c’è più spazio. Tanto, una volta uscito, farà un’intera stagione di Voyager per parlarne, magari facendosi crescere il pizzetto.

Seconda bolgia: L’inventore dei call-canter, dei customer care, e delle catene di Sant’Antonio in power point.

Terza bolgia: Scrittori di best seller, tutto esaurito.

Quarta bolgia: Professoresse impellicciate il cui alito odora di naftalina, con collana di perle verdi, feudatarie di premi culturali. Assessori alla cultura. Assessori all’Ambiente.

Quinta bolgia: Professionisti che fanno perizie false a pagamento, università on-line, master, corsi d’aggiornamento, diplomi facili per lavorare, false università, diplomifici. Dottori in allegria.

Poi passiamo alle zone, quelle più tremende.

Prima zona: avvocati dei mafiosi

Seconda zona: politici (piano tutto occupato)

Terza zona: giornalisti e pubblicisti, telegiornalisti, mezzibusti, presentatori, conduttori televisivi e radiofonici.

Quarta e ultima zona: Editori.

16 pensieri riguardo “Un paio d’anni di gironi danteschi

  1. Proporrei, nel secondo girone, una pena ad hoc per l’esercito dei monoavverbiodotati: le signore e i signori “assolutamente”.

  2. hai dimenticato guaritori,maghi,cartomanti…venditori di illusioni…e chi dà loro spazi in rete o in carta stampata!

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