basta dare un’occhiata alle descrizioni su IBS, che poi sono estratti dalle bandelle o dalla quarta. C’è ovunque questo desiderio di stilare nuovi manifesti (dopo quello del terzo paesaggio, ovviamente). Stilare un manifesto sembra che sia di moda. Un libro di giardinaggio si vende se è un “manifesto”, anche di nulla, purchè sia “manifesto”.
Magari poi, come dicevo, il libro è anche buono, e le case editrici forzano gli autori, che una volta nelle loro mani, non hanno pressoché voce in capitolo.
sarà che il giardino non esiste e che il giardinaggio dovrebbe lasciare il posto all’orticoltura e alla autarchia dei nostri giorni…..e questa sì che è nuova!!!?
Bueno… premetto che io non ho mai scritto un libro di giardinaggio… ma se non ti interessano puoi anche fare a meno di leggerli. Io per esempio odio la moda dei libri di narrativa storica esplosa dopo il post Da Vinci… ma non è poi tanto drammatico, basta ignorarli. Vabbè… non escludo che nel tuo caso magari i libri di giardinaggio te li regalano e questo è un altro dsicorso… qualche “post-Brown” purtroppo me lo sono preso anche io in regalo… 😀
Ammiro la tua capacità di ignorare le bandelle e le quarte di copertina, per non parlare delle fascette. Io non ci riesco: praticamente di ogni libro di giardinaggio contemporaneo si dice che un “manifesto”, magari “ribelle e anticonformista”. E’ sufficiente leggere le descrizioni su IBS dei libri di giardinaggio. Magari il libro in sè è buono, ma quest’abuso di parole che dovrebbero essere usate con misura e cautela, e non come una moda “virale”, mi dà la nausea.
No, a me i libri non li regalano, me li compro.
dici che ho lanciato una moda?
In ogni caso credo di poter dire a testa alta che la promessa del titolo è mantenuta. Non lo stesso si può dire dell’ennesimo libro che “insegna” a piantare carote sul balcone o l’ultima trovata del guerrilla gardening.
E’ chiaro, un titolo pungente sollecita l’interesse. Ma quando questo diventa talmente diffuso da diventare una replica di una replica, di una replica, e così via, alla fine le vendite sono penalizzate nel settore medio-alto del “consumatore di libri”.
Sai che te dico Lidia? Di quelle robe lì ne ho pieni i coglioni che non ciò, ma un resto di palle, si. Ma vadano a fanculo tutte le mode e la noia che mi prende quando… noia? No un fastidio fastidioso. I miei attacchi a tali mode (solo mode) sono noti a qualcuno. Su paesaggio critico ho ricevuto più di 40 lettere d’insulti per questo. Che trionfo è stato!
Lucilla, Non avevo mai letto questa discussione. Sei un mito!
Sei una guerriera, non solo per le piante ma anche per il rispetto della storia e della cultura.
Sei il “Don Chisciotte” del terzo millennio. Speriamo che quel che semini riesca ad essere coltivato anche dalle nuove generazioni.
Sarebbe interessante, oltre che utile, conoscere il titolo o i titoli in questione….
basta dare un’occhiata alle descrizioni su IBS, che poi sono estratti dalle bandelle o dalla quarta. C’è ovunque questo desiderio di stilare nuovi manifesti (dopo quello del terzo paesaggio, ovviamente). Stilare un manifesto sembra che sia di moda. Un libro di giardinaggio si vende se è un “manifesto”, anche di nulla, purchè sia “manifesto”.
Magari poi, come dicevo, il libro è anche buono, e le case editrici forzano gli autori, che una volta nelle loro mani, non hanno pressoché voce in capitolo.
sarà che il giardino non esiste e che il giardinaggio dovrebbe lasciare il posto all’orticoltura e alla autarchia dei nostri giorni…..e questa sì che è nuova!!!?
Bueno… premetto che io non ho mai scritto un libro di giardinaggio… ma se non ti interessano puoi anche fare a meno di leggerli. Io per esempio odio la moda dei libri di narrativa storica esplosa dopo il post Da Vinci… ma non è poi tanto drammatico, basta ignorarli. Vabbè… non escludo che nel tuo caso magari i libri di giardinaggio te li regalano e questo è un altro dsicorso… qualche “post-Brown” purtroppo me lo sono preso anche io in regalo… 😀
Ammiro la tua capacità di ignorare le bandelle e le quarte di copertina, per non parlare delle fascette. Io non ci riesco: praticamente di ogni libro di giardinaggio contemporaneo si dice che un “manifesto”, magari “ribelle e anticonformista”. E’ sufficiente leggere le descrizioni su IBS dei libri di giardinaggio. Magari il libro in sè è buono, ma quest’abuso di parole che dovrebbero essere usate con misura e cautela, e non come una moda “virale”, mi dà la nausea.
No, a me i libri non li regalano, me li compro.
Lidia, cambia titolo al tuo blog e chiamalo “Giardinaggio conformista”. Giusto per vedere l’effetto che fa
dici che ho lanciato una moda?
In ogni caso credo di poter dire a testa alta che la promessa del titolo è mantenuta. Non lo stesso si può dire dell’ennesimo libro che “insegna” a piantare carote sul balcone o l’ultima trovata del guerrilla gardening.
E’ chiaro, un titolo pungente sollecita l’interesse. Ma quando questo diventa talmente diffuso da diventare una replica di una replica, di una replica, e così via, alla fine le vendite sono penalizzate nel settore medio-alto del “consumatore di libri”.
Sai che te dico Lidia? Di quelle robe lì ne ho pieni i coglioni che non ciò, ma un resto di palle, si. Ma vadano a fanculo tutte le mode e la noia che mi prende quando… noia? No un fastidio fastidioso. I miei attacchi a tali mode (solo mode) sono noti a qualcuno. Su paesaggio critico ho ricevuto più di 40 lettere d’insulti per questo. Che trionfo è stato!
BRAVA LUCILLA, BRAVA!!! quaranta lettere di insulti è un successo!
Ci metti il link dell’articolo contestato?
Si, ho fatto cappotto! Cerco il link: è quello della giornata nazionale dei green guerrlla. Non so se sono buona di farlo.
http://paesaggiocritico.com/2011/11/23/sabato-5-novembre-2011-prima-giornata-nazionale-di-guerrilla-gardening-italiano-di-irene-cuzzaniti/#comments
Lucilla, Non avevo mai letto questa discussione. Sei un mito!
Sei una guerriera, non solo per le piante ma anche per il rispetto della storia e della cultura.
Sei il “Don Chisciotte” del terzo millennio. Speriamo che quel che semini riesca ad essere coltivato anche dalle nuove generazioni.
Addirittura!
mò sei diventata un manifesto pure tu. Ah, ah!
Ma va a fanculo! (tanto l’ha detto pure Lidia)
Ma come siamo sboccate in questo blog! Le ragazze purtroppo non son più quelle di una volta.
Su dai che pare che le parolacce non siano più di moda! Ihih!
forse sì, ma fanno passare il nervoso
Se non son più di moda, mi sento più libera di dirle
Ah, le cose della vita! Ieri mi è arrivata la proposta di recensione proprio per il libro che mi ha fatto scattare questo post.