Chi invidio

Io invidio, in ordine:

1) Chi ha una buona memoria. La mia è ferma alle sigle dei cartoni animati, alle battute dei film di fantascienza e alle canzoni dei Pooh. Non ricordo le date, neanche quelle della mia vita. Ricordo solo le date degli animali.

2)Chi dorme poco. Io sono una dormigliona. Posso dormire anche capovolta. Ho bisogno di almeno 10, 12 ore ore di sonno per essere funzionante. Pare che Stefan Edberg abbia perso una finale di Wimbledon perchè si giocava di mattina.

3) Chi legge veloce. Io sono una lettrice lenta e questo mi fa incazzare da morire.

Voi direte: ma non sarebbe più “normale” invidiare chi sa ballare, cantare, dipingere,scrivere, ecc. No, io quelle persone le ammiro come depositare di un sapere che a me sarà sempre negato.

26 pensieri riguardo “Chi invidio

  1. Ciao Lidia,
    bella questa riflessione!
    Proprio l’altro ieri, in macchina con una mia amica verso Verbania, le raccontavo che quest’anno, ricorre il centenario della nascita di Piero Chiara, mio autore preferito alle superiori, e di come Varese si stia preparando con eventi a lui dedicati. Scopertesi essere anche il suo autore preferito. Strada facendo, mi diceva:” Emerenziano Paronzini, Camilla,Tersilia (personaggi di La spartizione) ricordi? Non solo si ricordava tutti i titoli ma anche i nomi dei personaggi dei libri. Ad un certo punto le ho detto:”se non la smetti ti faccio scendere qui”, ah ah!
    Buona giornata Betti

  2. ciao! oggi invidio chi ha il senso dell’orientamento, pensa, che mi perdo anche nel mio paese…. cito questo, perchè ieri sera, per magiare una pizza in un locale dove ero stata almeno 2 volte, ho costretto l’amico a girovagare per un’ora e mezza, ALLA FINE (dopo aver preso una multa di 80.00 euro e morale in cantina), IN QUELLA SITUAZIONE COSAI POTEVO INVIDIARE? ma il senso dell’umorismo, OVVIO,esattamente quello che non ho!
    ciao e serena invidia a tutti, …. che per altro (senza moralizzare)
    fa bene, dal momento che invidiamo quello che ci manca, mi vien da dire: invidiare è come desiderare…. o no?.

  3. dovresti togliere dal terzo elenco almeno due voci… scrivere (che ti è dato magnificamente di fare) e dipingere che se non ricordo male…nel tuo libro qualcosa ricordo di aver visto.

    1. Grazie, Simona, sei sempre “larga di manica”. No, scrivere e dipingere rientrano nella lista. Lo so, so quanto peso (purtroppo) .
      ma vogliamo metterci, suonare il violoncello, o il sax tenore? non invidio queste persone, solo rimango affascinata, mi si distacca il pensiero dal corpo come un francobollo da una lettera quando sento chi sa cantare davvero, o vedo un vero dipinto. Mi succede sempre con “Summertime” cantato da Kathleen Battle. E dico, grazie, grazie perchè se c’è un dio buono spero che sia questo che ha creato (che voleva creare) in noi.

      Ciò che invece avrei desiderato, con tutta l’anima di essere capace di fare, per rispondere a Carmela, è cantare in coro. Il coro per me è la massima espressione della musica cantata (e per coro non intendo i Duran Duran o gli Spandau Ballet!).
      cantare in un coro, in cui le voci sono indistinguibili, ma necessarie l’une alle altre. E quando sento i cori dei Carmina Burana, è lì che svengo.

  4. Sono andata indietro nel tempo.. fino al 1986
    Carmina Burana di Karl Orff! Tanto ci piaceva, che una frase dell’opera, la facemmo scrivere sulle nostre partecipazioni di nozze. E, una nostra amica soprano, ne cantò un pezzo in chiesa, anche se…non tanto indicato. La musica è così dolce!

        1. “In Trutina” è meraviglioso, forse il pezzo più bello e dolce. Lo sto ascoltando adesso da youtube cantatao da Sylvia Greenberg, con orchestra diretta da Metha. Credo sia la versione che avevo io in cassetta. Peccato per la qualità scadente dell’audio.

  5. Tu sai scrivere!! Cosa caspita dici? Depenna la voce dall’elenco ed aggiungi uno dei tuoi grandi talenti, l’ironia.

    1. Eeeeh, sì, sì. So scrivere come so giocare a scacchi. Sapere che il cavallo fa due dritti e uno storto non vuol dire che riesci a fare il gambetto di regina a Kasparov!
      ragazzi, dai, a cesare quel che è di cesare.

  6. La lettura veloce si impara con appositi corsi, quanto uno riesca a capire con la lettura veloce, però, non l’ho mai capito.
    Col dormire ci somigliamo parecchio. Non li capisco nemmeno io quelli che riescono a ristorarsi con 5-6 ore di sonno.
    Per la memoria, se non ti leggessi tutti i giorni pensi proprio che mi ricorderei che ti chiami Lidia? Mi faccio certe figure nella vita quotidiana! Basta che stia 3 mesi senza vedere una persona che ne scordo il nome!

    Secondo me l’unico punto dolente è che dovresti giocarti la vita con più leggerezza e gioia e questo ti scatenerebbe la rivelazione di un sacco di talenti che hai, eccome se li hai!

    Se poi vuoi ti racconto la barzelletta dell’ubriaco e della suora.

  7. Un ubriaco perso nei suoi fumi dell’alcool esce a tarda notte barcollando da un bar, dopo aver abbracciato un paio di lampioni, inciampato e stramazzato a terra un paio di volte incontra sulla sua strada una suora che con tutto il suo amore caritatevole gli rivolge la parola : “fratello, non ridurti così, tu hai bisogno di un aiuto, un ricovero per questa notte, seguimi e cercheremo di accoglierti!”

    L’ubriaco inizia a prenderla a botte, schiaffi, pugni, bastonate fino a che la povera suora non è un mucchietto di stracci a terra….

    Al che l’ubriaco la squadra bene ed esclama:
    “Ti facevo più forte, BATMAN!”

  8. arrivo tardi. volevo fare bella figura con “in trutina mentis dubia fluctuant coontra-a-riaa, la-scivus amor eeet pudicitiaaaaaa”
    è ciò che la poca memoria, i lunghi sonni e la lettura lenta mi hanno lasciato…
    (ma il passante di rovescio di Edberg lo vogliamo ammirare o invidiare?)

  9. Betti, ma il tennis non è sport, è metafisica. Poi è arrivato Lendl e fine.
    In quanto a lei, Zitara, si è capita senz’altro. Diciamo che un incrocio così l’aveva provato un’altra calabrese con un altro svedese. Non dica che le era sfuggito…

    1. Sì,ma poi non hanno divorziato? Io invece con Stefan avrei potuto farci una vita intera. Avremmo ronfato (ronfato, non pensate male) fino all’una, poi fatto colazione col famoso tè svedese, poi lui srebbe andato ad allenarsi con Wilander e io avrei fatto una capatina al campo tanto per farmi un quarto d’ora di palleggio. Che vita. Avremmo potito diventare campioni di test di materassi, insieme…
      Comunque Non è stato Ivan a rovinare il tennis, dimmi se il suo passante in corsa non è metafisica, ma Agassi, Courier, Becker, i forti tiratori, la generazione successiva, e le maledette rakkette di kevlar.

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