Dopo aver soggiornato circa un mese a Lórien per guarire dalle ferite e dalla stanchezza, la Compagnia dell’Anello lascia il Bosco d’Oro il 16 di febbraio.
Le illustrazioni che riguardano questo addio e in generale Lórien non sono tra le mie preferite. A mio avviso nessuno degli illustratori contemporanei è riuscito ad avvicinarsi alla descrizione di Tolkien, sebbene questa sia meticolosa e suggestiva.
Alan Lee, uno dei migliori illustratori di Tolkien, ha anche realizzato i bozzetti per le scenografie del film (portandosi a casa un Oscar), ma devo confessare che la sua visione di Lothlorien e di Rivendell mi fa l’effetto di un’ughiata su una lavagna.

Non di meglio è riuscito a fare Ted Nasmith illustrando la scena dell’addio a Lórien.

Quando ero studentessa e portai il calendario contenenete questa illustrazione a scuola, noi tutti rimanemmo ammirati dall’iperrealismo della scena, finchè un mio collega disse: “Ahò, bello sì, però ogne tanto ‘sto qui appiccica, eh!”
“Appiccica” è un termine gergale degli illustratori vecchia maniera che significa che non s’è data aria sufficiente tra un piano e l’altro. Un iperrealismo troppo spinto “appiccica”, mentre bisogna saper rinunciare a dettagli, sfumare certi contorni. Ted Nasmith “appiccica” un bel po’, ma vorrei saper “appiccicare” io come “appiccica” lui!
Le due illustrazioni più riuscite, secondo me, sono una di Tolkien:

Ma torniamo alla fida Barbara Strachey e alle sue asciutte illustrazioni topografiche:

Peccato che nessuno dei grandi illustratori si sia concentrato sul brano più appassionante dell’addio della Dama del Bosco d’Oro, cioè quella dei doni.
A Sam Galadriel regalò una semplice scatola di legno contenente terra benedetta (“beati i miti perchè erediteranno la terra…”), che poi Sam, una volta tornato nella Contea, devastata da Saruman, sparse al vento, facendola ritornare alla sua originaria bellezza.
Questo è il brano:
“Per te, piccolo giardiniere ed amante degli alberi”, disse rivolgendosi a Sam, “non ho che un piccolo dono”. Gli mise in mano una scatoletta di semplice legno grigio, del tutto disadorna, con un’unica runa d’argento sul coperchio. “Codesta è la G di Galadriel”, disse la Dama; “ma può anche essere l’iniziale di giardino nella tua lingua. La scatola contiene terra del mio frutteto, ed ogni benedizione che Galadriel ha ancora il potere d’impartire. Non ti aiuterà a percorrere con costanza la giusta via, né ti difenderà contro le insidie; ma se tu la conservi, ed un giorno ritorni infine alla tua casa, allora forse sarai ricompensato. Anche se trovassi tutto spoglio e abbandonato, quando avrai sparso in terra il contenuto della scatola, pochi giardini fioriranno come il tuo nella Terra di Mezzo”.
Non ho capito da dove vengono queste illustrazioni? Un libro? Una mostra?
Alcune sono semplicemente “pescate” nella rete, mentre le mappe topografiche sono delle scansioni di un libro fuori catalogo diventato un piccolo culto per gli appassionati: “I viaggi di Frodo” di Barbara Strachey, Rusconi 1982. A proprosito, vi prometto che a fine mese vi farò divertire con questo libro.
Galadriel portava in testa un cerchio di fiori d’oro e in mano un’arpa. E cantava. Dolce e accorato il suono della sua voce nell’aria fresca e limpida…
Avercelo, un regalo come la scatoletta di Galadriel!!!!
ah, dimenticavo di dire che il prossimo 2 settembre ricorre il 40° anniversario della partenza di JRRT per il Reame Benedetto di Aman
a Bologna stiamo già pensando di organizzare qualcosa
Già già. Pensavo che l’anno scorso sarebbe stato festeggiato il 120ennale della nascita, specie in combinata con l’uscita del film, ma non è stato così. E cosa organizzate il quel di Bologna?
“Peccato che nessuno dei grandi illustratori si sia concentrato sul brano più appassionante dell’addio della Dama del Bosco d’Oro”
E cosa aspetti? Tu sei una grande illustratrice. Aspettiamo la tua visione di quel brano!
Non sono una grande illustratrice: ERO un’onesta robotta. Ora ho dimenticato tutto. Ho fatto solo un disegno realmente buono su Tolkien, il Mirolago, ma purtroppo è andato distrutto nell’alluvione del 2000.