Ho una particolare predilezione per gli alberi sporchevoli. Certo, c’è sporco e sporco. C’è lo sporco un po’ fastidioso dei platani quando lasciano cadere i frutticini, che puzzano un po’ come di scoreggia di cane, c’è lo sporco polveroso di certe mimose, che ti sembra un po’ alieno, tipo una polverina gialla che ti trasforma in un ultracorpo. C’è lo sporco veramente zozzone degli oleandri, che lasciano cadere tutto, ma sì, fiore, foglie, baccelli.
Non so dire quanto mi gratifichi questa vendetta che gli alberi si prendono sulle persone, sulle amministrazioni comunali, sulle signore iper-perfette, sulla Grande Madre Massaia Mediterranea.
Tu vuoi pulito? e io ti sporco, tiè! Mi spappolo tutto sui marciapiedi, sui sentieri, sul pratino, ti rovino, ti insozzo, ti costringo a spazzare, a rastrellare, a chiamare l’indiano per pulire e potare, ti costringo a litigare coi vicini e a pagare le multe.
Ah ah!
E poi penso a questi alberi “sporchevoli”, liberati come pesci dalla nassa, dispersi tra prati e campagne, dove la loro sporcizia non sarebbe considerata insultante.
Che visione, che immensa bellezza un prato ricoperto da petali. Varrebbe la pena coltivare certe piante solo perchè perdono i petali. Si lasciano cadere tutte, si spogliano della loro bellezza, abbandonano la loro veste sericea sul prato in un circolo colorato.
La prima pubblicità che ricordo d’aver visto è quella della cera Liù, in cui una signora chiedeva al genio “un tappeto di luce”.
A me piacerebbe un tappeto di petali.
Essendo all’oppostissimo della GMMM, non mi creano problemi
i tappeti di foglie e fiori delle piante.Anzi me ne compiaccio quando
vedo i minuscoli fiori del ligustro che penetrano ovunque ( sigh!)
ma quando i miei piedi scivolano sullo strato di fichi caduti sul terreno
non mi sento proprio di buonumore.
Ciao
Essì, qualche volta gli alberi sporcaccioni giocano brutti scherzi. Un demonietto è l’ibisco doppio, che fa cadere i fioroni chiusi, che ti sembra un peccato spazzare, che pensi “perchè lo fai, il fiore era appena sbocciato!”, perchè con la pioggia si inzuppano e marciscono, diventando delle vere saponette.
e quello “sporco” che io tramuto in sana pacciamatura,perchè in giardino non si butta via niente.
dovrebbe essere così, ma quanti di noi lo fanno veramente? Anzi, quanti lo fanno? se lo facesse la metà dei giardinieri sarebbe un cambiamento apocalittico. Quante ramaglie e resti di potature nei cassonetti! e non capiscono, accidenti a loro, che sono ricchezza e non sporcizia.
beh qui è uso buttare l’erba tagliata nel cassonetto rifiuti e parlo di un paese in mezzo alla campagna !!cioè abiti praticamente in campagna ,ma l’erba del prato è un rifiuto …neanche riescono a pensare che possono spargerla nella campagna circostante..e fin qui ..ma poi se devono buttare un materasso o altro tipo piccoli mobili vanno in aperta campagna e ben che vada lo bruciano…
Gelsomini… Come farei senza lo “sporco” dei gelsomini?
I petali caduti sono gli “amabili resti” che ci donano le piante