Tin child

Spesso mi dicono: “Ma che foto hai pubblicato? Non c’entra niente col giardinaggio!”
Oppure “Che ci azzecca la tessera della palestra col giardino, spiegami!”

Ebbene, ricordo che questo blog è “Giardinaggio Irregolare” ed è scritto – e anche letto e commentato- da persone bizzarre e irregolari, per le quali il giardino è una forma di cultura che non esclude le altre. Non è insomma “specialistico” o “dedicato”, e se ogni tanto compare una foto di un distributore di cibi e bevande, non è un caso.
L’irregolarità del pensiero conduce ad accessi inusitati, a volte casuali, a volte no, a riflessioni più interessanti e aperte sulla nostra materia di ricerca: il giardino.

Un’altra cosa che mi dicono è che io non amo i bambini. Non devo smentire, è vero, non li amo. Ho sempre considerato i bambini (anche quando ero io stessa una bambina),fonte di distruzione, chiasso, fatica, fastidio, buchi di ignoranza, razza maligna e perversa, esseri spregevoli, zecche nel culo, gatti tiberiani appestati, pulci circassiane, angeli sterminatori, e cose così.

Preferisco gli adulti. Ma un buon adulto viene da un buon bambino, e un bambino di scarsa qualità genera un adulto di pessima qualità.
La cura dei bambini -oggi- è bipolare e schizoide.
Da un lato un’eccessiva protezione dei genitori che concedono ai figli ogni vizio e capriccio, e non gli insegnano un minimo di senso civico perchè “hanno diritto a tutto in quanto bambini”.
E dall’altra un totale disinteresse alla loro psiche, cultura, formazione.

Un paio di giorni fa sentivo uno dei figli dei miei vicini battere su una lattina con un bastoncino. Un evidente richiamo dell’attenzione dei genitori (rimasto inascoltato), accompagnato da un desiderio di sfogo fisico e da una inclinazione al rumore.

Nella testa dei piccoli, il rumore si trasforma facilmente in ritmo. Il ritmo in musica.
Il figlio dei vicini che batteva sulla lattina stava in relatà dicendo: “Mamma e papà: non sentite che potrei essere un percussionista? Portatemi a scuola di musica, e vi farò vedere quanto sono bravo!”.

E per ritornare al discorso che si è fatto in questi giorni su come educare al bello, fin dalla giovane età, è importante che i genitori sappiano cogliere questi segnali e dirigerli verso la maturazione, l’elevazione del figlio. Il rumore, fatto cessare col castigo, riemerge nel cuore dei bambini, trasformandosi in rabbia, in cattiveria, in senso della distruzione, perchè se non si può possedere si distrugge.

Vedo attorno a me solo bambini isterici: ma come potrebbe essere diversamente quando non hanno dove giocare, luoghi dove incontrarsi, una educazione, e la sola compagnia della tv?

20 pensieri riguardo “Tin child

  1. Mi piace quello che scrivi: mi ci ritrovo per molti aspetti, non ultimo la scarsa simpatia per i pargoletti sempre più insopportabili. In Italia, soprattutto! Avranno tutti letto il dottor Spock, questi genitori? O, forse, è più comodo lasciarli fare piuttosto che educarli e guidarli?
    O forse siamo noi bizzarri e irregolari, come dici? Questa definizione mi sembra un gran bel complimento!

  2. [Commento irregolare nª1: in sintonia con la “irregolare” linea editoriale di GI]
    Credo sia importante prendere seriamente in considerazione le anomalie nella distribuzione dei ferormoni emessi da un formica regina per spiegare l’aggressività che manifestano certe operaie rispetto alcune sorelle formiche che, isolate da una irregolare conformazione geometrica del formicaio domestico, tendono ad emettere ferormoni individuali.

  3. apprezzo le tue riflessioni sui bambini e i genitori,il tutto aggrvato da una scuola assente sul piano educativo e spesso anche didattico.

  4. no, ma infatti pensa a chi ti legge, come me: notoriamente sono considerata una sterminatrice di piante e cose vive vegetali (neanche le piante grasse riescono a campare qui da me); mi piacciono (a vederle) piante e fiori, ma quando si tratta di averne un minimo (ma dico un minimo) di cura….allora faccio finta di passare avanti come se non esistessero e le poverelle finiscono col perire abbandonate sul tavolo (assassina!), eppure….eppure sono un’affezionata lettrice del tuo blog (anche quando parli “solo” di “robe verdi”). perchè? ah, sto aspettando di dirlo quando potrò leggere la piccola estate (che ovviamente non è ancora arrivata in città)!
    ps per i bambini, c’hai proprio ragione.

  5. Ragione un corno. Mal sopportare i bambini dev’essere il frutto di una qualche disfunzione.
    E’ una condizione che causa o alimenta solitudine.
    L’educazione adulto-bambino è bidirezionale, uno forma l’altro e viceversa. Potrei rileggere questo post al contrario.
    E dato che siamo su giardinaggio irregolare, ho visto molti proprietari di giardini considerare i bambini come fonte di disturbo, che è uno dei motivi per cui considero il giardino un atto di egoismo nudo e crudo. Quell’egoismo capace di trasformare un giardiniere in un gollum.

    1. Non voglio avere ragione: esprimo un dato di di fatto. Non mi piacciono i piccoli, non mi sono mai piaciuti e non credo che alla base ci sia una disfunzione: statisticamente ci sarà una percentuale di persone (anche di donne!) che non amano i bambini.
      Certo, la mia infanzia è stata tormentata da un paio di demoni ( o demòni, se vogliamo), è possibilissimo che oltre alle mie numerose disfunzioni psichiche acclarate, ci sia qualcos’altro che mi impedisce di amare i bambini.

      Riguardo ai giardinieri che non fanno entrare i bambini nei giardini, be’, e torniamo a Gardone Riviera e alla guida che aveva paura che rompessimo le preziose porcellane di D’Annunzio.

      Ci sono molti giardinieri- Gollum , ne ho scritto qui: https://giardinaggioirregolare.com/2009/02/27/il-collezionista-di-fiori/

  6. Alessandro, hai un atteggiamento che denota un eccesso di sicurezza. Hai solo certezze e fai troppe generalizzazioni. Con questo mio intervento non difendo Lidia perché non sopporta i bambini, difendo la possibilità che abbiamo (anche tu, se solo lo volessi) di esprimere un’opinione fuori dal coro, che parli d’altro rispetto al solito mulino bianco e ai soliti cliché che i bambini devono essere amati e i giardinieri sono degli egoisti perché avere un giardino esclude la possibilità di avere un bambino. Non credo proprio che Lidia se potesse farebbe del male a un bambino. Non credo neanche che ci siano madri affettuose e dedite che non hanno mai pensato, anche soltanto per una frazione infinitesimale di secondo, che quel figlio, se potessero scegliere, non lo vorrebbero più. Le disfunzioni le abbiamo tutti, chi più chi meno, chi ne ha una, chi un’altra.

    1. Infatti, ho espresso il mio pensiero esattamente come voi. Sono io la voce fuori dal coro in questo caso e non sto dando torto a Lidia, ma a voi che vi accodate. Non si tratta di Mulino bianco, ne di cliché. Per quel che mi riguarda amare i bambini, significa anche qualche bel calcio nel sedere, più di uno.
      La generalizzazione è di Lidia, che di fatto non sopporta i bambini in toto.
      Poi c’è che non mi piacciono quelle discussioni, in cui uno lancia un sasso e tutti dietro a dire bene, bravo, bis. E’ una discussione sterile, perciò su temi a me cari faccio il bastian contrario, così ne esce qualcosa di costruttivo.
      Il riferimento ai giardinieri-Gollum è ben noto naturalmente.

      1. Ne devi avere di tempo da perdere per venire qui a leggere discussioni che non ti piacciono.
        Fare il bastian contrario tanto per farlo è proprio il modo giusto per sterilizzare una discussione. Quindi non replicherò più.

        1. Alessandro è fatto così: ormai carica a testa a bassa. È tra tutti, la persona giardinicola più “out” dal giardinaggio che conosco. A me è sempre molto utile. In queste settimane è stato prezioso, umanamente. Grazie Koki per i messaggini e le mail.
          Non è un tipo che merita “il silenzio per principio”.
          Insomma, lo dico perchè è vero, perchè lo conosco e so che con lui si può parlare di tutto: al massimo ognuno si tiene la sua idea.

          1. Boh guarda non lo so. Sarà anche colpa del fatto che sono di cattivo umore per motivi miei e che (anche per questo) ho poca pazienza. Ho avuto a che fare con persone “tranchant” con cui non riuscivo a far progredire la discussione di 1 millimetro (uno tra tutti mio fratello) e mi sono stancata di cercare di capire questi atteggiamenti di estrema sicurezza mentre io invece ho sempre più dubbi su sempre più argomenti. Può darsi che io abbia travisato le sue intenzioni, sai, scrivere non è facile, soprattutto nel web dove il confine tra la lingua scritta e quella parlata è così labile.

  7. mi è piaciuto “la zecca nel culo” un buon epiteto per i momenti difficili…
    ma il gatto tiberiano che è?
    Ovviamente non sono d’accordo, o almeno non al cento per cento riguardo ai figli.
    Invece il giardino può evolvere tranquillamente, sia in favore di figli che di animali, semplicemente cambiano le priorità.
    Non ho mai conosciuto nessuno che abbia rinunciato ad avere figli per non rovinare il giardino , le vere motivazioni sono altre e del tutto personali.

  8. Ohm beh, essendo padre di due bambine esuberanti di 6 e 3 anni, penso di poter esprimere il mio parere.
    Non credo che ci siano bambini cattivi. Non esistono. Esistono bambini lasciati soli, non ascoltati, bambini che assorbono, come le piante stesse fanno, quello che e’ il loro ambiente. Se crescono tra fumi ed esalazioni di rabbia, frustrazione, egoismo, che cosa potranno mai assorbire. Eppure i bambini non assorbono solo, i bambini depurano anche, come le piante. I bambini trasfigurano, evidenziano, e immaginano. Hanno bisogno di cure, tante cure, e di ascolto e affetto. E loro te lo restituiscono trasfigurato e depurato, e arricchito.
    A volte mi arrabbio con le mie figliole, perche’ sono spesso indisponenti, specie la grande e’ spesso arrabbiata, spesso gelosa della piccola, e ha una linga puntuta e tagliente. La piccola e’ piu’ coccolosa, ma anche tignosa, e spesso quando le due si azzuffano come gatti arrabbiati, calci e morsi e strilli, mi verrebbe voglia di sbatacchiare quelle due testoline e farle diventare una sola.

    Ma sono solo momenti. Quelli svaporano e passano, e non possono assolutamente offuscare i momenti in cui le tengo in braccio o sulle spalle, quando mostro alla grande una cosa curiosa e mi riempie di domande, o alla piccola un disegno e lei lo vuole ancora e ancora rifattto sulla lavagnetta magnetica. Quando mi danno i loro disegni da attaccare all’armadio, al lavoro. Non offusca i momenti in cui, stanco come un cane alla sera, pretendono, dico, pretendono, che rancconti le storie che invento di sana pianta per loro, a volte raccontate da un pupazzetto che parla con la mia voce. E che si finisca con le canzoncine, mi raccomando! A volte nella semioscurita’ comincio ad assopirmi raccontando, e inizio a sparare mischioni di storia e sogno, e questo un po’ le diverte e un po’ le irrita, e mi dicono, papa’ stai dormendo, svegliati!
    Benedette bambine, abbiate pieta’ 😀 Ma sono gli inconvenienti del successo delle mie storie, e’ solo colpa mia 😉

    Bisogna salvaguardare i bambini, come la cosa piu’ preziosa del creato. Bisogna avere cura di loro.
    I bambini, quello che sono, quello che eravamo e ancora un po’ siamo, sono scintille di dio nel mondo.

    Guai a chi li offende, a chi fa loro del male.

    Dall’altra parte, per ognuno di loro ci sara’ una autopunizione orribile, anche solo da immaginare.

  9. Bisogna anche osservare che spesso chi non ha figli piccoli spesso diventa intollerante. Magari viziano i loro cagnolini-gattini , li fanno dormire nel letto, gli danno da mangiare dalla tavola, se fanno disastri, beh poverini è il loro istinto, ma sono pronti a puntare il dito contro i genitori.
    Ci sono persone maleducate e figli viziati, così come ci sono persone splendide con o senza figli.
    Penso che i bimbi visti in lontananza siano bizzarri e spaventosi, invece un’altra cosa è vivere e crescere con loro. Eh sì, perché vivere con i bambini ti fa crescere con loro e allo stesso tempo si ritorna un po’ bambini. Lidia ma non hai nemmeno un nipotino da amare?

  10. Ma… aspettate! Qua il discorso prende una piega strana. Ero partita dal fatto che l’arte vada insegnata in tenera età per avere adulti formati e capaci, e che i genitori debbano cogliere gli inevitabili segnali di disagio dei propri figli, dirigendoli in modo da potersi sfogare, divertirsi, non solo senza danneggiare, ma anzi, accrescendo le loro esperienze.

    Ci tengo molto ai bambini, sono le plantule che dobbiamo rinzollare per avere meravigliosi alberi. Anzi, io credo che la famiglia, com’è intesa oggi, sia uno dei primi “malanni” del bambino. I bambini devono socializzare tra loro, e potersi appellare a qualunque adulto in caso di necessità. Invece la nostra società tende a delegare l’educazione dei bambini esclusivamente alla famiglia di nascita. Io dico che Platone non aveva tutti i torti, e che tutta la società è responsabile del modo in cui crescono i figli. O perlomeno dovrebbe esserlo.

    Riguardo a me personalmente, visto che mi sembra di avvertire una vena di compassione per il fatto che non mi piaccia troppo avere a che fare coi bambini, credo che questa compassione sia meglio indirizzarla a chi ne ha davvero bisogno. Come ho scritto più su, non ritengo che sia una “disfunzione” il non essere un tipo conciliante coi bambini (che è diversissimo da essere tipi materni o paterni – non avrei animali, se non avessi questa dote), semplicemente un dato statistico.

    Asserisco con la massima forza possibile la libertà di una donna adulta di dire che non ama i bambini senza per questo essere fatta oggetto di pietà.

  11. No ma che compassione, per fortuna anche in Italia sono passati decenni da questi modi di pensare, forse le donne di un’altra generazione possono anvors rompere.
    Ecco,a me sembrava che ci fossimo arrovellati in una discussione pro o contro bambini , maleducati o non maleducati.
    L’ultima puntualizzazione chiarisce e toglie dubbi iniziali, soprattutto causati credo dagli epiteti fantasiosi iniziali.
    Giustamente non hai pargoli, chi te lo fa fare di sopportarli? Se ce ne fosse uno vicino al tuo cuore sarebbe diverso, ma bisogna provarlo per credere.

  12. La tua idea mi ha fatto nascere un’ideuzza.
    Se fossi proprio tu ad andare nelle scuole ad insegnare il bello ai bambini ?

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