Quali, o meglio “chi” sono le piante da pianerottolo? Misconosciute, trascurate, degnate appena di sguardi di passaggio tra la porta di casa e l’ascensore? Lo spiegano Pinuccia Guidotti, Luca Sivieri, Irene Guida in un bel libro illustrato da Maria Teresa D’Amore.
Giuro mi hai messo soggezione.
Ti ha tradita la voce altrimenti stentavo a riconoscerti. Ma ti sei fatta un giro per l’universo a bordo dell’Enterprise? Sei stata su ‘Beta Cygni’?
Sono solo ritornata al mio vecchio peso e mi sono conformata all’ideale sociale di “femmina della specie” con l’abbigliamento e la cosmesi. In realtà niente di strano, particolare o fantascientifico, specie considerando che la mia storica gastrite mi impedisce di consumare cibi elaborati e che la cioccolata mi ha sempre fatto schifo.
Tuttavia questa cosa ha destato una enorme sorpresa in chi mi conosce (specie in chi mi ha conosciuta da grassa) e prodotto in me una sorpresa di rimbalzo, perché io mi sento sempre la stessa. Ciò che cambia e TI cambia, sono le reazioni degli altri. E ti assicuro, non è poco.
Potrei scriverne, e in effetti forse lo farò, perché l’invidia che ho letto sui volti di molte donne (più belle e più magre di me, donne che sono sempre state belle, magre, apprezzate, socialmente conformate all’ideale di femmina della razza umana) è stata spiazzante.
Il cambiamento dell’atteggiamento dei maschi della specie -quello sì- fantascientifico. Si passa dallo status di tappezzeria a quello di esemplare scopabile, che sono le due categorie in cui il maschio della specie divide le femmine della specie.
A parte le tipiche azioni del maschio della specie (avances, attenzioni, complimenti, ecc), la cosa che mi ha sorpresa di più è stato il fatto che alcuni maschi mi hanno inclusa nel gruppo delle persone a cui è gradevole dedicare qualche cenno di saluto o con cui iniziare un qualche tipo di conversazione, anche spicciola.
Accidenti! Che cambiamento!
Sì, ma non mi si fila di pezza nessuno, ho avuto solo nove like su FB: la prissima volta mi metto il push-up e uno scollo, poi vediamo.
Giuro mi hai messo soggezione.
Ti ha tradita la voce altrimenti stentavo a riconoscerti. Ma ti sei fatta un giro per l’universo a bordo dell’Enterprise? Sei stata su ‘Beta Cygni’?
Sono solo ritornata al mio vecchio peso e mi sono conformata all’ideale sociale di “femmina della specie” con l’abbigliamento e la cosmesi. In realtà niente di strano, particolare o fantascientifico, specie considerando che la mia storica gastrite mi impedisce di consumare cibi elaborati e che la cioccolata mi ha sempre fatto schifo.
Tuttavia questa cosa ha destato una enorme sorpresa in chi mi conosce (specie in chi mi ha conosciuta da grassa) e prodotto in me una sorpresa di rimbalzo, perché io mi sento sempre la stessa. Ciò che cambia e TI cambia, sono le reazioni degli altri. E ti assicuro, non è poco.
Potrei scriverne, e in effetti forse lo farò, perché l’invidia che ho letto sui volti di molte donne (più belle e più magre di me, donne che sono sempre state belle, magre, apprezzate, socialmente conformate all’ideale di femmina della razza umana) è stata spiazzante.
Il cambiamento dell’atteggiamento dei maschi della specie -quello sì- fantascientifico. Si passa dallo status di tappezzeria a quello di esemplare scopabile, che sono le due categorie in cui il maschio della specie divide le femmine della specie.
A parte le tipiche azioni del maschio della specie (avances, attenzioni, complimenti, ecc), la cosa che mi ha sorpresa di più è stato il fatto che alcuni maschi mi hanno inclusa nel gruppo delle persone a cui è gradevole dedicare qualche cenno di saluto o con cui iniziare un qualche tipo di conversazione, anche spicciola.
Si, è più o meno così.
Più o meno.