Ancora Gilles Clément

Gilles (gli do del tu) va molto di moda. L’establishment culturale giardinicolo va assolutamente pazzo per lui, lo trovano “divino”. Ne parlano, lo citano, lo accarezzano, lo blandiscono, ma non lo comprendono.

Neanche il servizio di Rosanova, seppur bellissimo (di gran lunga l’analisi più sensata del suo pensiero mai fatta nella nostra italietta giardinicola) riesce a far emergere le conseguenze  della enorme portata di quello che Clément ha scritto.

Dopo Clément il giardino  è come un personaggio di Italo Svevo o Pirandello: completamente dissolto, smaterializzato, annientato.

Cosa rimane? E’ anche la domanda che si fa Giubbini.

Rimangono la campagna e i giardini degli altri. La campagna (la foresta, gli incolti, i prati, ecc.) come “giardino planetario”; i giardini degli altri come “giardino sociale”.

Ma attenzione, Clément lascia ben viva un’altra opportunità, che non riesco a capire come non sia stata individuata:  se il minimo artificio è comunque fasullo, e l’assenza di artificio esiste solo in Natura, il massimo artificio (nel rispetto della biodinamicità e della biodiversità), non è toccato dalle tesi di Clément. La grande rappresentazione scenica rimane. L’aspetto ludico, di illusione cosciente, è più che ben desto.

Mangio sano, ma nessuno mi vieta di prendere un po’ di mescalina, ogni tanto. Una mescalina che guarda caso, non fa neanche male.

Il sabato della campagna

La campagna va ad invecchiare.
Me ne accorgo portando i miei due cani a spasso, verso Siderno Superiore, un poco dopo il bivio per Oliveto e San Leo, a Capofilico.
Non ci sono solo i prati rosa di gittaione e gli anemoni selvatici sparpagliati qua e là. Iniziano a mostrarsi altre piante, come gli asfodeli, la sulla, i lupini blu, e tante altre covano o iniziano a mettere le foglie.
E i margheritoni si allungano ogni giorno di più. I margheritoni che sono segno dell’estate, della lunga, cocente ed arida estate che ci aspetta.
Questi margheritoni che insieme ai cardi saranno i colori dell’estate, mi fanno sempre più paura.
Ostruiscono i passaggi sulle piste, occultano le altre piante.

I mandorli stanno mettendo le foglie, quelle foglie lucide e verdi come baccelli di piselli dolci bagnati.
L’albero ha fatto cadere i fiori, ha perso la sua verginità, si trasforma in una giovane donna bella e sensuale, con le labbra rosse e il corpo tiepido, i lunghi capelli neri sudati sparsi sul cuscino.

La primavera (prima-vera) è fuori dalla primavera astronomica, e cade in inverno. Di sabato.

Il Mostro di Loch Ness non esiste

Era l’episodio Il Club dell’Orrore, di Dylan Dog, in cui i membri del Club si riunivano in una casa sulle sponde del lago per raccontare storie di paura sul mostro che lo abita.
Quando il presidente del Club viene invitato da Dylan Dog a raccontare la sua storia dell’orrore, lui semplicemente dice :”Il mostro di Loch Ness non esiste” ed è questo l’orrore più grande.

La verità su Gilles Clément
Senza farla troppo lunga, Gilles Clément è uno che si è un po’ rotto le palle del solito andazzo giardinicolo. Ci ha scritto sopra qualcosa, ma scrivendo quel che ha scritto, in pratica ha detto “il giardino non può più esistere, se volete il verde, dovete andare in campagna o accontentarvi di guardare i giardini degli altri”.
Bene, sono d’accordo.
Ora: sta di fatto che però che chi ama i giardini non può fare a meno di pensarli, farli e sognarli, e -soprattutto- che lui di lavoro fa proprio il progettista, e questo gli causa un piccolo conflitto di interessi con il suo se stesso scrittore.
Ma i turisti sono affamati di queste cose, gli dai in pasto un giardino di Gilles Clément e quelli se lo divorano. E lui lo sa.
Insomma, fermo restando che la totale coerenza è solo dei Santi, un po’ “ce fa”. Diciamocelo.

La scomparsa delle api, di Sylvie Coyaud

08/23/08
La scomparsa delle api
Filed under: Giardinaggio e natura
Posted by: Lidia @ 12:03 am


La scomparsa delle api
di Sylvie Coyaud

Se siete arrivati a questa pagina vuol dire che conoscete il libro oppure vi interessa il problema della catastrofica diminuzione delle api negli Stati Uniti.
Questo libro prende le mosse da una “antica” predizione di Einstein, che diceva che dal giorno della scomparsa dell’ultima ape sulla Terra, l’Uomo avrebbe avuto non più di cinque anni di vita.
E’ già un libro di culto tra tutti gli ecologisti del mondo. Ora, è vero che gli “ismi” sono sempre sfuggenti e un po’ pericolosi, sia pure gli ecologismi. Gli ecologisti a tutti i costi, che mangiano vegan e poi usano le scarpe con la suola di cuoio, non hanno la mia simpatia. Chi si affatica a combattere afidi con sostanze ecocompatibili, e poi prende l’auto per arrivare da qui a là, manca completamente di onestà intellettuale.
Tuttavia è necessario informarsi sul problema, perchè ci riguarda molto da vicino.
Vi lascio un link di una scheda del volume:

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la_scomparsa_delle_alpi.php

2 Responses to “La scomparsa delle api”
1. ezio Says:
September 20th, 2008 at 4:08 pm e
Non ho capito ” se siete arrivati a questa pagina vuol dire che conoscete il libro” Vuol dire che ho letto tutto trattenendo il respiro e qui ne ho fatto uno profondissimo grazie Lidia

2. Lidia Says:
September 21st, 2008 at 12:27 pm e
Sì, in effetti l’attacco stavolta non mi è riuscito. E’ che mi è stato dato in gestione questo blog, che pensavo sarebbe stato pubblicizzato altrove, mentre invece è toccato a me doverne dare notizia. Pensavo quindi che con una comune ricerca su google, tra i molti risultati, uscisse fuori anche questa pagina.