Non so se vi siete accorti del fiorire di piste ciclabili per ogni dove. Se i lettori saranno del centro-nord, è probabile che da voi le piste ciclabili ci siano già da tempo (a Pisa ce n’è una molto lunga), mentre da noi nel remoto sud, le biciclette hanno sempre dovuto condividere l’asfalto con le auto.
Da qualche anno a questa parte devono essere stati stanziati dei fondi o statali o europei per le piste ciclabili: non si spiega altrimenti l’interesse di sindaci, assessori e tirapiedi, per questa mezzo di comunicazione alternativo.
Sicuramente i fondi stanziati saranno stati tantissimi, e mi ci gioco quelle che non ho che sono europei e non statali. Mi chiedo quanto ci abbiano mangiato sopra comuni, regioni, province. Ogni assessore avrà preso come minimo dieci chili in un mese.
Anche Siderno ha fatto la sua bella speculazione, e siccome questa benedetta pista non si poteva costruire altrimenti che sulla spiaggia per non infastidire gli appaltatori mafiosi inciuciati con la politica, la povera spiaggia è stata trinciata per lungo, sacrificando la flora spontanea dei litorali sabbiosi, che tutti sanno che andrebbe protetta, tranne appunto, i sindaci, gli ingegneri, i responsabili dell’ufficio tecnico, gli assessori e i tirapiedi. O se lo sanno fanno finta di non saperlo.
Bene.
La nostra pista è stretta come un laccio da scarpe e non è mai stata “finita” (leggi: non c’è mai stata neanche l’intenzione di finirla o farla bene). E’ stata abbandonata a se stessa per anni e le violente mareggiate di dicembre e gennaio, che si sono mangiate le spiagge della Locride, l’hanno ricoperta di sabbia e detriti.
Ma la natura va avanti da sola, e proprio perchè è stata abbandonata, la pista ciclabile adesso è un bel percorso bordato di erba e fiori.
I pescatori hanno portato le barche all’asciutto per ripararle dopo la mareggiata, e le hanno lasciate in mezzo all’erba, che nei punti meno frequentati, si allarga molto lungo la spiaggia, verso la battigia.
Adesso sembra che “aggiusteranno” la pista, che -poveretta- dopo essere stata lasciata in pace un po’ d’anni si stava facendo carina, anche se un po’ sporca. Una piacevole passeggiata tra le graminacee psammofile e i fiori spontanei.
Come ebbe a dire il buon Dottor McCoy: la mentalità burocratica è l’unica costante dell’universo.
Io la pista ciclabile la vorrei semplice come quella che vedo in queste foto. Una striscia percorribile, che permetta di osservare il paesaggio. Prima delle piste ciclabili si correva ugualmente tra i campi. Meno rischioso e allo stesso tempo un tuffo nella natura. Invece no, la pista ciclabile deve essere attrezzata. E allora giù con parapetti, cordoli, segnaletica, asfalto, quasi che l’oggetto diviene la stessa pista e non ciò che gli sta attorno. Segno che è più facile mostrare l’operato dell’amministrazione sui materiali aggiunti, che sulla possibilità di rivalutare luoghi. Troppo difficile riconoscere una buona amministrazione su questo, meglio ricorrere alle opere, all’attrezzatura. Andassero al diavolo!
Ciao Lidia,
è un piacere leggerti. 🙂
Fortunatamente sono riuscito a trovare questo blog! Giuro di aver avuto più volte l’intenzione di aprirne uno in proposito. Invogliato dal primo sole primaverile, ho deciso di raggiungere Locri, utilizzando la fatidica pista ciclabile! il risultato?
Un su e giù dalla bicicletta tra fogne e precipizi, (ponticelli caduti)”non segnalati” che mi hanno portato a raggiungere in condizioni pessime la prima rotonda del lungomare di Locri, apparsa ai miei occhi come l’America per Cristoforo Colombo! Una sola domanda inoltre ai nostri vergognosi ex amministratori, la traversata del fiume è prevista con piedi ammollo. Menomale che i soldi pubblici li storniamo per fare palazzi e palazzine…VERGOGNA!!!
Caro Antonio, sono lieta che un concittadino condivida lo sdegno per lo stato vergognoso della pista ciclabile. Sisinio Zito ha fatto il taglio del nastro e il convegno “Ruote verdi in Calabria”, ricordi? ma io credo che le piste ciclabili dovrebbero essere costruite all’interno dei percorsi urbani, avere funzione da “mezzo di trasporto”. Certo, l’apice della vergogna se lo merita Gioiosa marina con la sua pista ciclabile sul ponte del Torbido. Se quella di Siderno è una pista ciclabile sfasciata e inutile, quella di Gioiosa è un crimine.