Articolo 1: L’Italia è una repubblica fondata sulla disoccupazione e sulle carte.
Le carte, come molti altri oggetti, possiedono una propria volontà. A differenza di altri oggetti però hanno una caratteristica individuale e non ripetuta: la capacità di proliferare come un tribolo.
Per ottenere una carta ne occorrono in media altre venti, quindi la progressione non è neanche aritmetica, ma esponenziale.
Mettiamo un’ipotesi: per avere diritto ad una ricevuta servono quattro attestati, per ottenere ciascuno dei quali occorrono venti fogli e tre giorni di file interminabili.
Considerando che in Italia occorre una carta anche per avere il diritto di evacuare, con semplici formule matematiche otterrete che il tempo necessario per svolgere le normali attività quotidiane è un asintoto che tende ad infinito.
Legge di Parkinson (da Gandalf.it)
La Legge di Parkinson (1958) spiega come un’organizzazione cresca indipendentemente dalla quantità di lavoro che deve svolgere. In un’epoca in cui le riduzioni di personale sono un frequente strumento per far crescere i profitti (e le fusioni, acquisizioni o concentrazioni si traducono quasi sempre in “tagli” di struttura) accade anche il contrario: cioè che le dimensioni delle organizzazioni diminuiscano per motivi non funzionali – e spesso senza correggere il sovraccarico di funzioni inutili e ingombranti. Questa bizzarra mescolanza di bulimia e anoressia è uno dei malanni più gravi che affliggono le organizzazioni (pubbliche o private) e specialmente le più grandi.
Ma più che l’enunciato della “legge” contano le molte acute osservazioni di Cyril Northcote Parkinson sui difetti e sui problemi delle organizzazioni. Il suo libro merita una rilettura attenta nella situazione di oggi. Oltre a essere profondamente serio nei contenuti è anche una lettura piacevole e divertente.