Prateria usoniana

Ho visto che nella prateria un piccolo rilievo sembra molto di più: ogni particolare sviluppato in altezza diventa fortemente significativo mentre l’ampiezza diventa del tutto insiglificante.

Frank Lloyd Wright, An Autobiography (1943)

Casa di Isadora e Lucille Zimmerman di Frank Lloyd Wright

Wright, usonianesimo

Transizione

Esterno

Interno

16 pensieri riguardo “Prateria usoniana

  1. mi sembra strano che nessuno abbia il coraggio di chiedere cosa significa usonianesimo.
    Potrei fare bella figura e cercarlo sui libri o sul wiki, però lo chiedo direttamente qui, magari riceverò una risposta più interessante.
    La seconda foto si in titola “transizione”, in che senso? di spazi, di stile?
    ciao

  2. Usonianesimo è un termine che coniò Frank Lloyd Wright per indicare le case che progettò durante gli anni Trenta: case pensate con grande economia di mezzi, che recuperavano i valori vernacolari (il più basso coincide con il più alto, di nuovo, di nuovo, di nuovo), autenticamente americani. Quindi superfici in legno, uno spazio grande con il camino, dove la famiglia si raccoglieva, e poi camere più piccole sgranate lungo il perimetro. Molta ampiezza e poca altezza. L’ampiezza è irrilevante nelle praterie, l’altezza, anche minima, invece focalizza l’attenzione.
    Il termine deriva da US (Stati Uniti) e in americano è “usonian”. Molti architetti formatisi a Taliesin hanno poi progettato case usoniane. Lo stesso Neutra ha rielaborato l’organicismo usoniano-wrightiano per le sue ville in California.

    “Transizione” si riferisce proprio ad una transizione di spazi. L’architettura contemporanea ha fatto del passaggio dall’interno all’esterno dell’abitazione una sorta di momento sublime e solenne.
    Poi devo stare pure zitta quando “altrove” qualcuno che potrebbe con maggiori risultati moderare un outlet vicentino mi cestina i topic sull’architettura.

  3. Avevo inserito un messaggio per un consiglio su delle uscite di architettura moderna, ma è stato cestinato. Con difficoltà sono riuscita a farlo riemergere ma adesso non lo trovo neanche più.
    …sarà in vacanza a Vicenza…

    ma tu ti rendi conto dell’ottusità che è dietro quest’atto? Il separare lo spazio interno da quello esterno è un delitto concettuale, artistico, tecnico ed emotivo.
    Il motivo è semplice:

    1. Quando le conoscenze delle varie discipline possono fluire da un campo all’altro ( un po’ come vasi comunicanti) si può avere arricchimento, a volte anche idee originali e stupefacenti.
      Posso comprendere il perchè di una ferma esclusione di ciò che risulta O.T, però è come separare le varie conoscenze in tanti cassettini diversi, come fossero perline colorate in una merceria, belle ma monocolore.

      1. Milli, sei molto diplomatica.

        Consentimi però di dire che in quel caso si sono considerate le perline e l’abito (leggi: interno ed esterno) come due unità estetiche e logiche separate ope legis .

        Il punto più sbagliato da cui partire per iniziare una seria riflessione sul giardino, su ciò che è formalmente, esteticamente, logicamente, emotivamente, personalmente, oggettivamente, soggettivamente, antropologicamente, socialmente, culturalmente.

        Laddove si proclami un’attenzione culturale per il giardino, penso che l’accaduto possa destare quantomeno perplessità.

  4. Detto da te non è un gran complimento…
    quello che intendevo io era considerare le “perline” come le varie discipline / conoscenze separate ben bene le une dalle altre, preferisco di gran lunga un arcobaleno di colori!
    Mi piace pensare che sarebbe preferibile di gran lunga pensare non a compartimenti stagni, ma confrontando le conoscenze dell’estetica, della filosofia e finanche della tecnologia. Il guaio è che ci vorrebbe una mente capace di abbracciare tutto ciò , il che è molto raro. Anzi si tende sempre di più a specializzarsi e a settorializzarsi nel proprio percorso di studio e nel lavoro.
    Dal giardino non si può escludere l’architettura, e certe volte sarebbe bene anche alzare gli occhi dall’aiuola per guardare un po’ più lontano, anche per prenderne la giusta distanza.

    1. Ho scritto confrontare estetica , filosofia e tecnologia. Ho messo queste tre come esempio, in realtà sarebbero molte di più, cultura umanistica in sinergia con la cultura scientifica.
      Non dimentichiamoci infatti quanto sia importante la tecnologia per realizzare le nuove necessità nel campo dell’ecologia ( anche quella a livello di giardino).
      Per questo penso sia dannoso escludere un campo del sapere a priori.

    1. E’ solo perchè apprezzi qualcosa che è diverso da te. Comunque mi è porprio piaciuto il tuo discorso sul parallelismo tra scienze e discipline artistiche, è da ieri che ci penso.

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