La gratuità del far male agli altri, appena si presenta l’occasione

Stai comodo? Vuoi che ti giri un po’?
Qualche giorno fa a passeggio con un’amica incontriamo due suoi colleghi. Dopo le presentazioni ci siamo fermati a scambiare qualche chiacchiera.
Subito arriva un cortese invito a fare una mangiata di carne per il giorno di Ferragosto. A questo tipo di gite generalmente preferisco il dentista (con l’anestesia). Compagnia sconosciuta e per giunta finalizzata ad una mangiata di carne alla brace.

Accettare avrebbe comportato in pratica due tormenti, anzi tre. 1) uscire di casa 2) far finta di divertirmi tra estranei: poco male, capita spesso 3) mangiare carne.

Soffrire per soffrire?

Con un gran sorrisone ho detto: “Grazie mille, gentilissimi, ma sto tentando di diventare vegetariana”. Il che è vero, quindi le mie pupille non hanno fluttuato, nè il mio battito ha accelerato.
La conversazione ha continuato a dirigersi sulle varie ipotesi per la gita di Ferragosto, e sono state nominate delle salsicce.
La storia sarebbe lunga e tediosa da raccontare, ma io sapevo che la mia amica aveva salsicce e panini nel freezer, così interloquisco: “Le salsicce ce le hai, ti ricordi, puoi portare quelle!”.
“Ah no!” risponde X, “la carne la troviamo là, si ammazza il maiale, anzi, il macellaio ammazza il maiale e si fanno le salsicce e le bistecche, tutto deve essere di provenienza genuina, fatta in casa”.

Mi capita spesso di riscontrare come alcune persone (a dire il vero proprio tante) se in una conversazione spicciola si dichiara apertamente una posizione etica, filosofica, scientifica, appartenente ad una religione che non sia rigorosamente quella cattolica, si senta come in obbligo di deriderla, costruendo le frasi in modo che contengano qualcosa di inaccettabile per l’interlocutore, che lo spinga ad una reazione verbale agitata, disarticolata, per poi potergli dire: “E ma voi ZK siete tutti degli isterici/maniaci/fissati/fuori di testa/completamente fusi/estremisti/nazifascisti ecc.”.

La mia reazione primaria è sempre, sempre, sempre, la sorpresa. Segue una vergogna per l’interlocutore, nel senso che io mi vergogno per la sua maleducazione, e poi uno stato di perplessità. Perché? Perché accade questo, così tanto spesso, con persone appartenenti ad ogni fascia sociale, ogni sesso ed età e credo di ogni culto religioso?
Che sorta di piacere sublime deve essere tentare ripetutamente di ferire le persone, con totale gratuità, senza nessun tipo di vantaggio se non l’affermazione dell’ego?
Ecco, quello che proprio mi sfugge è l’assoluta inutilità di ciò.
A che pro?
Cui prodest?

Forza tutti insieme firmiamo una petizione per sapere dove si trovano ora i maialini che hanno interpretato Babe! Ah non si trovano? E chissà come mai…

9 pensieri riguardo “La gratuità del far male agli altri, appena si presenta l’occasione

  1. Io sono orgoglioso di essere vegetariana,e non sopporto se qualcuno fa un obiezione negativo a proposito,da parte mia non accuso chi mangia carne….

  2. Mah credo sia intrinseco alla specie Homo, agressione, violenza, morte, distruzione… al giorno d’oggi per fortuna ci sono delle regole a cui tutti dobbiamo piegarci e così l’aggressione termina per essere semplicemente verbale…
    E in quanto alle riunioni tra gente io resto con Thoreau: una sedia per la solitudine, due per l’amicizia e tre per la società. Recentemente ho letto qualcosa di più moderno sullo stesso tema: oltre i 25 anni ogni riunione di esseri umani è solo una ripetizione (Amelie Nothomb)

    1. Sì, hai ragione, anche io sto maturando un grande desiderio di solitudine e Thoreau sta sempre sul comodino. Ma c’era meno gente all’epoca sua, ora il lago Walden è rovinato dal turismo.
      Però io non credo alla fondamentale cattiveria dell’essere umano. anzi, credo che non sia male. Se non si è autodistrutto nel Novecento, ci sono possibilità (non ho detto probabilità) che non lo faccia più.
      Il problema è di chi dovrà pagare, in termini di vita e sofferenza. Cioè è un problema nostro.

  3. Penso che la crudeltà delle persone è anche molto mossa da una mancanza di coscienza delle parole che si pronunciano e degli atti che si compiono e spesso l’incoscienza coincide con l’orgoglio di essere ignoranti.
    Penso anche che non si debba permettere agli altri di farsi ferire. Il problema siamo noi che ci facciamo colpire. Loro feriranno sempre, ma bisogna essere forti e sicuri delle proprie scelte, infischiarsene dell’opinione altrui che ci deve scorrere accanto senza intaccarci. E’ una questione di allenamento. E quando si può, selezionare le frequentazioni: la mia EX suocera mi ha fatto mangiare cervo e coniglio dicendomi che fosse altro (ma io me ne sono accorta, che figuracce miserabili…), non ha provato con l’agnello perché quello si sa che si riconosce bene. Queste sono nefandezze meschine da piccolissime vigliacche. Via, via, lontano da me! 🙂

    1. Io e la mia amica ci abbiamo riflettuto e siamo arrivate a concludere che una delle possibilità sia che in un mondo iper-popolato l’affermazione dell’io avvenga anche tramite la negazione dell’ego degli altri.

      1. Indubbiamente. Ma offendere l’altro non è mai giustificabile, né dalla sovrappopolazione e né da altro. La qualità che determina l’essere umano è quella della sua capacità di scegliere coscientemente. E il progressivo allontanamento della coscienza dalle azioni dell’uomo, lo scollamento della catena del genere umano, è proprio delle civiltà in decadenza e autodistruzione.

        1. Non è giustificabile, ma più comprensibile. Il che porta ad una giustificazione razionale, se vuoi. Certo, l’offesa gratuita è la più crudele delle raffinatezze mentali umane, ma in questa particolare situazione non sono stata offesa personalmente, ma è stata derisa la mia posizione etica espressa poco prima. E’ un giochetto sottile.

          Anche oggi mi è capitata una cosa simile. E’ più forte di me, la sorpresa ha tale sopravvento che sono rimasta a bocca aperta ad acchiappar mosche.

          1. Ma hai detto niente, nessuno ha il diritto di deridere le posizioni etiche degli altri quando poi non ledono nessuno. “L’affermazione dell’io che avviene anche tramite la negazione dell’ego degli altri” è il non rispetto la libertà di scelta altrui. Se fa la cattiveria al vegetariano, che risponde solo a se stesso delle proprie azioni, allora il medesimo ragionamento è facile che lo applichi a tutto ciò che è altro da sé. E’ per questo che son poco clemente, che si ha diritto alla difesa personale, perbacco. 🙂

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