Il razzismo, quello silente e subdolo

Stamane dal fruttivendolo, attendo in coda di pagare la mia spesa, prima di me una bella ragazza indiana che parlava un buon italiano senza accento, con un sacchetto di monetine. Coda affollata, lei deve pagare poco più di un euro un paio di buste di frutta e di lenticchie. La proprietaria e le dice di contare le monete con calma e di poggiarle vicino alla cassa, aggiungendo: “Io di te mi fido”.
Ho dato uno sguardo alla ragazza che ha fatto una smorfia e poi ha detto:”Grazie”.
Quando la ragazza ha finito non le ha neanche avvicinato le buste. Avrei voluto avere le mani libere per allungare io la mano e afferrare la busta di lenticchie, troppo lontana per lei, che cercava di avvicinarla dimendando le dita.
Ho poi velocemente elaborato un pensiero sommario e generalizzato, generato da un moto di rabbia, ma forse non del tutto sbagliato: “L’umanità si divide in due categorie: quelli che si fidano di tutti e quelli che non si fidano di nessuno”.
Per i secondi, che dio (o chi ne fa le veci) abbia pietà.

10 pensieri riguardo “Il razzismo, quello silente e subdolo

  1. Cara Lidia, hai seguito la vicenda del ministro Kyenge? Tu che hai a cuore le tematiche delle donne, delle minoranze etniche, della solidarietà, come la pensi su questo argomento? Credi che tutto ciò sarebbe successo se Cecile Kyenge non fosse una donna?

    1. Non saprei, ma credo di sì. Certo non sarebbe accaduto nulla se fosse stata un maschio bianco.
      In realtà io penso che questa vicenda sia una montatura dei giornali e del governo per distrarci dal problema dei ius soli, che fa comodo all’industria del Nord e alla Lega, e in generale a tutta l’economia settentrionale. La Lega però non può ammettere con i suoi elettori che se “i marocco” e “gli indiani” stanno qui è perchè ha fatto comodo a loro da vent’anni, ed ora hanno paura che le scuole chiudano per mancanza di bambini, e che la loro economia collassi perchè nessuno va a raccogliere le patate. dato che noi meridionali abbiamo in vent’anni conquistato la loro stessa posizione ed eroso il loro mercato del lavoro, perchè spesso meglio preparati, c’è anche una recrudescenza xenofoba nei nostri confronti. Ad ogni modo noi non siamo più forza lavoro adeguata alle loro esigenze, non siamo più acquirenti di buon livello, non ci facciamo più umiliare. Quindi via libera al ius soli.
      la frase di calderoli devi leggerla in questo contesto, strettamente economico.

  2. Alberto, Lidia è figlia di Nicola Zitara, un grande storico del meridione e un economista di calibro internazionale
    http://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Zitara
    Se vuoi dai un’occhiata qui.

    Il grande Zitara è venuto a mancare nel 2010. Lidia ne ha parlato, a suo modo, attraverso le piante, qui:
    https://giardinaggioirregolare.com/2010/12/10/cipresso-invadente/

    Scusa Lidia, ma la risposta mi è venuta di cuore, ti seguo da sempre e sono anche io meridionale. perdonami se ho esagerato.

  3. scusa, ho lasciato un commento ma non capisco perchè mi dice che è in attesa di moderazione: io sono registrata al blog! 😦

    1. No, no,! tranquilla! E’ che akismet mette in coda in automatico i commenti con più di un link per paura che siano spam. E poi ieri non mi sono collegata e non ho visto.
      Anzi, grazie del commento e delle gentili parole!

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