Arripati* gelso!

*Scansati
Gelso_morus nigraSe per magia potessi entrare in possesso di ettari ed ettari di terra, sicuramente troverei il modo di piantare qualche gelso. Ma non credo accadrà in questa vita.
Un solo gelso ha già prodotto abbastanza devastazioni nella mia esistenza di giardiniera: si è rubato quasi tutto il mio giardino, e il resto se lo sono mangiato un arancio e un albicocco. Quanti anni spesi a scacciarlo, a evitare che i suoi rami e le sue radici prendessero possesso di tutto lo spazio. Infine, com’era facilmente ipotizzabile, ha vinto lui su tutta la linea, se si eccettuano potature straordinarie per evitare che strappi i cavi telefonici, o che sporchi tanto da far scivolare i vicini sul tappeto di more.
I cani in questo periodo hanno le zampe di un bel violetto prugna.

Per un solo gelso occorre uno spazio di circa 500 metri quadrati. Tutto libero intorno, dico.

Nonostante il gelso non sia stato un albero buono con me, se si dispone dello spazio adatto, merita senza dubbio di essere piantato, se non altro come richiamo per l’avifauna e i piccoli roditori.

E poi per il profumo. Il gelso profuma? Sì, moltissimo. Il tipico profumo delle rosacee da frutto, reso umido dalla mollezza delle bacche. Di sera profuma di rose, tanto che se si chiudono gli occhi e ci si sdraia sul letto con gli occhi chiusi, si può sognare di essere distesi sotto una pergola di rose.
A mezzogiorno ha un profumo intenso, dichiarato, esplicito, ma mai pesante o volgare, come quello del Rhyncospermum, ad esempio, che va al marcio.

Finita la cascola, il gelso fa un’ombra profonda e fitta, fresca e asciutta.
A proposito dell’ombra finalmente pulita del gelso in estate, mi è venuta in mente una frase che scrisse anni fa Marjolein Bastin:
Marjolein Bastin_agenda1993_Alauda_lavanda 1Il vecchio gelso era un “posto delizioso” dove lavorare all’aperto.
Ci credo. Se si mette una panca e un tavolo proprio al limite esterno della chioma, non c’è riparo più gradevole del gelso per scrivere o disegnare.

Marjolein Bastin_agenda1993_Alauda_lavanda

Majolein, stanca del pallido sole olandese, va a cercare l’azzurro del cielo provenzale. Carica l’auto di fogli da disegno, matite, cani e famiglia, e parte.
Marjolein Bastin_agenda 1993_Alauda_grano_cicoria

Marjolein Bastin_agenda1993_Alauda_grano_fiordaliso

“Ogni casa ha il suo albero”, osserva “Pini, cipressi e gelsi”.
Marjolein Bastin_agenda1993_Alauda_provenza
Tornano i gelsi (e anche i gruccioni). Chissà se i gelsi provenzali sono di qualche varietà sterile o non molto fruttifera, o se era solo perché non davano fastidio a nessuno.
Marjolein Bastin_agenda1993_Alauda_provenza_gruccione

Arripati, gelso, ca llordi (Scansati, gelso, perché produci sporcizia).

4 pensieri riguardo “Arripati* gelso!

  1. Che belli i disegni delle agende di Marjolein Bastin. Le prendevo anch’io anni e anni fa. E che buone le more del gelso. Io ne ho uno dietro casa, a more bianche, ancora piccolo che non dà fastidio a nessuno e ogni giorno passo a mangiare qualche mora. In questo periodo su quel gelso, durante il giorno, si riuniscono le lucciole…a decine. Buona giornata

  2. metterò una parola buona ai miei conoscenti nell’Ufficio Reincarnazioni
    “vedete se si può reincarnare Lidia Zitara come latifondista in Brasile (o algo semejante) in modo che possa piantare un po’ di gelsi…”

  3. Il profumo di gelso, mi ricorda la mia infanzia. D’avanti casa, c’era un gelso (bianco), un giuggiolo e un sambuco.

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