5 pensieri riguardo “Quoz calabresi

  1. Lidia, curiosità: come sei riuscita a fare la sesta foto, quella con le zampe del cane?
    Mi vengono in mente risposte improbabili.

    1. mah? e chi lo sa? Forse mi voltavo e il dito ha premuto il pulsante di scatto. Credo sia uno scatto del tutto involontario, non solo nell’inquadratura, ma porprio nella volontà di premere il pulsante. Mi è scappato il dito, insomma, e le zampette della cana sono finite dentro l’obiettivo. Un vero quoz.

  2. Allora ti chiedo da dove deriva la parola quoz, praticamente non esiste, ho riletto il tuo post precedente ma non l’ho capito lo stesso (rintronata? forse). È un neologismo, un luogo , un cosa?

    1. Un quoz è un neologismo inventato da William Least Heat-Moon. Ha intitolato così il suo ultimo libro. Il quoz è un “qualcosa” (potrebbe essere una foto, un cimitero indiano, un articolo di giornale, una pietra miliare lungo un’autostrada, e qualunque altra cosa che conduca a un’unione temporale e spaziale con il luogo dove uno si trova in quel preciso momento (detesto usare la frase “qui e ora”).
      Qualcosa che ti unisce agli spiriti della Natura, al respiro della Terra, al dipanarsi del gomitolo della Storia, o delle storie personali. Un quoz è qualcosa di imprecisato, ma che esiste, senza ombra di dubbio, anche se non sai dov’è o cos’è. È qualcosa che devi cercare, e non capita di rado che mentre immagini di essere alla ricerca di un certo quoz, se ne trovi uno differente.
      È una sopresa assicurata.

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