Questa è la storia di un giardino e di stretti legami familiari. Quando la passione per le piante e i giardini ci ha fatte incrociare, la vicenda familiare di Cristina mi ha colpita in un modo che non so neanche io stessa raccontare.
L’amore che il padre aveva per le due figlie viene oggi ricambiato con la tenerezza del ricordo e la prosecuzione del lavoro e della passione della vita. E tutto questo è espresso dalla bellezza di un giardino, e dal finalmente acquietato ricordo dolce e amoroso, che vi giuro, da esso emana così forte da poterlo toccare, ogni volta che lo sguardo si appoggia su un fiore di iris, si tocca l’amore.
Luigi Mostosi aveva quasi 30 ibridi registrati all’American Iris Society, si era gettato nell’ibridazione per sopire un dolore incolmabile, la perdita della figlia minore Paola.
Dopo la scomparsa prematura del padre, è stata Cristina a occuparsi del giardino. È nella sua voce, nel suo entusiasmo non spento, ma solo reso più saggio e paziente, che si percepisce distintamente la presenza del padre e della sorella come persone fisiche, presenti e mai andate via. E io stessa, che il giardino non l’ho mai visitato, nettamente vedo tre figure lavorare tra le file di rizomi.
Il Giardino delle Iris di Trebecco, nel bergamasco, oggi prende forme diverse dal dolore, volgendosi all’aspetto più prettamente botanico e progettuale, al quale Cristina lavora alacremente ormai da alcuni anni.
Le abbiamo chiesto di parlarci delle modifiche al giardino e dei suoi progetti, delle sue infinite idee che hanno come fulcro Il Giardino delle Iris di Trebecco.
Nel lavorare al tuo giardino, non hai subito intuito che fosse un patrimonio botanico di rilievo nazionale, come è arrivata la consapevolezza?
Mio padre coltivava ed ibridava iris barbate da più di trent’anni, pertanto fin da ragazzina il binomio iris-Giardino di Trebecco mi veniva naturale.
Forse ho percepito la portata della collezione delle iris quando mi è stata lasciata in eredità da papà, quando ho iniziato a mettere mano alla mole dei suoi appunti botanici, quando ho trovato a casa sua gli innumerevoli certificati di registrazione dell’American Iris Society, la massima autorità in materia.
Nell’ ottobre del 2016 sono stata invitata a partecipare come relatrice al Festival dei Giardini Veneziani (organizzato da Wigwam Club Giardini Storici di Venezia), per presentare il mio progetto di conservazione e sviluppo della collezione di iris. In quest’occasione ho conosciuto Luciano Cecchetti, Capo Tecnico dei Giardini delle Ville Pontificie (in passato responsabile dei Giardini Vaticani di Roma). Luciano mi ha caldamente spronato a proseguire nel mio progetto sottolineando l’unicità e il valore botanico del giardino.
Hai espresso il desiderio e l’intenzione di creare una rete culturale giardinicola avente come cuore il giardino de “Le Iris di Trebecco”: ci illustri il tuo progetto e i tuoi desideri?
Sono fermamente convinta che un giardino (non necessariamente storico) potenzialmente possegga la capacità di far ruotare intorno a sé le più disparate energie: cultura, turismo, nuove professionalità, servizi legati all’accoglienza ed alla didattica e tante altre ancora.
Il mio obiettivo è organizzare e gestire opportunamente il Giardino delle Iris di Trebecco, dando vita a un “circuito virtuoso” capace da una parte di generare stimoli anche economici e dall’altra di valorizzare e tutelare l’ambiente.
Sto avviando una comunicazione generativa di nuove relazioni con le istituzioni locali, dando vita a cooperazioni tra le varie associazioni locali con l’obiettivo di determinare ricadute positive sul territorio in cui è situato il giardino.
Il mio sogno è quello di definire una sorta di “distretto”: un’area geografica dove agricoltori, vivaisti, aziende agricole, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringano accordi per la gestione sostenibile delle risorse locali.
Hai pensato a una attività florovivaistica?
In realtà sì, ma è tutto in divenire. Anche se ho riservato una zona alla moltiplicazione delle iris, allo stato attuale le mie priorita’ restano la conservazione, lo sviluppo e la pubblicizzazione del giardino.
A questo proposito sono orgogliosa di anticipare che sarò presente il 13 e 14 maggio al Garden Festival che si terra’ a Rovato (BS) presso il Castello Quistini, sia come standista sia in veste di relatrice.
Dal punto di vista strettamente orticolo, quali sono i tuoi obiettivi entro i prossimi anni?
Uno dei miei obiettivi primari per i prossimi anni riguarda la classificazione di tutte le iris della mia collezione, individuando gli ibridi creati da mio papà in 30 anni di ricerche.
Tutte le tipologie classificate verranno poi divise e moltiplicate per essere destinate alla vendita.
Intendi aprire il giardino al pubblico durante la fioritura delle Iris?
Dalla scorsa estate ho investito tutto il mio tempo libero nel giardino.
Ho voluto mettere in sicurezza la parte in pendio del giardino e creare delle terrazze ove trapiantare le iris e ne sto ancora costruendo.
Sto mantenendo fedelmente il tracciato del giardino progettato da mio papà, ma le iris le ho distribuite in modo piu’ sinergico.
Ho programmato l’apertura per la primavera 2018, ispirandomi all’abitudine tipicamente anglosassone di aprire le porte dei giardini privati in determinati periodi. Aprirò il Giardino delle Iris di Trebecco tra metà aprile e fine maggio a un pubblico amante della Natura, per poter condividere lo spettacolo emozionante della fioritura di queste piante tanto amate da mio padre: un’esperienza sensoriale unica e commovente, come in un quadro di Monet.
Sempre nell’ottica della valorizzazione delle bellezze e potenzialità del territorio, proporrò anche una vacanza di uno o più giorni in totale immersione in una natura lussureggiante. L’auto non verra’ mai utilizzata ma si faranno delle passeggiate green: un andar lento tra giardini, chiesette romaniche, castelli medioevali, degustando prodotti a chilometro zero dalla prima colazione, al brunch, fino alla cena. Si pernotterà in un agriturismo che è anche un’azienda vitivinicola. La Natura non ci abbandonerà mai e noi ci ritempreremo con essa.
Un consiglio per chiunque voglia coltivare iris barbate alte? (siamo pur sempre un blog di giardinaggio!)
È una pianta rustica, resistente sia al caldo che al freddo, semplice da coltivare. Una pianta dalle basse pretese che cresce anche su terreni poveri e non richiede grandi concimazioni. Amante del pieno sole e resistente alla siccità, anche se tollera comunque la mezz’ombra. L’ideale è orientare le piantine da nord verso sud, in modo da permettere una “cottura” estiva del rizoma, fatto indispensabile per una corretta crescita della pianta. I rizomi vanno piantati a fine estate-inizio autunno. Vanno bene terreni calcareo-argillosi, con buona permeabilità. I rizomi non vanno piantati in profondità, ma superficialmente. Al momento dell’interramento non bisogna dimenticarsi di annaffiarli per favorire l’attecchimento. Nei due periodi di febbraio-primi di marzo e settembre-primi di ottobre è consigliabile concimare con concime minerale (con poco azoto, più fosforo e potassio. Ad esempio: 5-10-10). Dopo tre o quattro anni i rizomi si moltiplicano e si accavallano l’uno sull’altro. Meglio, quindi, dividerli e ripiantarli evitando così l’eccessiva fittezza che causerebbe la riduzione o assenza di fioritura e la diffusione di parassiti.
Un giardino è sempre in divenire, difficile arrestarne la crescita ed i mutamenti; l’importante è non farlo invecchiare e morire.
Ci racconti un aneddoto su tuo padre, che ha lasciato questo grande patrimonio botanico?
Qualche giorno fa, mettendo mano agli innumerevoli documenti di mio padre, ho trovato la locandina della mostra che aveva allestito dall’1 al 26 maggio 2002 in occasione del trentennale dell’Orto Botanico L.Rota di Bergamo.
La mia famiglia era devastata dal dolore: da poco piu’ di un mese mia sorella Paola di 24 anni era stata assurdamente assassinata da uno sconosciuto.
Questo è quello che la Direzione del Giardino Botanico ha voluto scrivere:
“LA BELLEZZA SALVERA’ IL MONDO” – dedicato a Paola.
Luigi Mostosi, l’autore di questa collezione frutto di anni di ibridazioni, è stato colpito recentemente da un tremendo e tragico evento familiare. Possiamo solo immaginare i molti ripensamenti che nel dolore profondo ha provato. Ha deciso che la mostra dovesse essere inaugurata. Gli sono grato perché ha deciso che la bellezza deve vincere la brutalità, che per salvare il mondo ci si deve aggrappare ad essa. L’Orto Botanico di Bergamo si fa interprete di questo desiderio non con una festa, come avremmo voluto prima della tragedia, ma con l’invito alla gioia, all’ammirazione, alla curiosità che le forme delle Iris sono in grado di suscitare. Se durante la visita percepiremo il nostro cuore allietato, Luigi Mostosi avrà un sostegno in più per guardare avanti. Grazie Luigi ci stringiamo tutti intorno a te ed alla tua famiglia”.
Questo era mio Padre: grande equilibrio, grande cuore, grande forza e determinazione, grande esempio di vita.
Grazie Cristina.
Che meravigliosa intervista! Che tenacia nel mantenere un giardino così variegato 😀
Bella e triste storia; le iris, come le rose, sono un buon legame per il ricordo, se piantate come si deve sono pressoché indistruttibili. Tanti auguri Cristina!
Bella questa intervista Lidia!
Grazie
Ciao Cristina. Bellissimi scritti!!! Conto di fare una capatina a Rovato con mia moglie. Ho perso il tuo numero di telefono e non riesco più a raggiungerti, telefonicamente.
Ciao ed auguri.
Che combinazione! da un’amica di Facebook sono capitata in questo blog e su questo articolo.
Proprio in questi giorni ho contattato Cristina e ci verrà a fare una conferenza sul suo giardino di Iris…Sono del Garden Club Trento ,la segretaria.
Questo articolo lo conservo e lo faccio conoscere alle mie Socie…
Grazie! Ornella
Grazie, è per me solo un piacere che questo articolo venga letto!