Si guadagna la fama di pianta carogna perché è molto sensibile alla mancanza di cure colturali. Se pensate che starà sempre bene, fiorita e in buona salute in vasi piccoli, con terraccia da sacchetto, senza concime e con poca acqua, potrete darle il bacio dell’addio: la Mandevilla occuperà spazio e vi punirà smettendo di crescere e fiorire.
Bisogna averne cura perché sia compatta, verde e la fioritura si allunghi fino all’autunno.
E svuotare sempre il sottovaso. Sempre. Il sottovaso è più letale di Hannibal Lecter.
A questo ideabook ho ricevuto un commento da un’amica: “Impossibile”. In effetti le credo: fare giardinaggio in coppia è difficile, se entrambi amano il giardino e il giardinaggio.
Gli sposati avranno affinato tecniche e strategie, ma anche i single sanno quanto difficile sia lottare con una mamma, una suocera, un fratello o una sorella. Insomma, il giardinaggio è una di quelle cose così terribilmente private che ci porta spesso a litigare in famiglia.
Se avete individuato altri modi per evitare litigi, mi piacerebbe saperli. Io ho spesso inghiottito bocconi di un’amarezza memorabile.
spiega come “chiudere” uno spazio esterno, rendendolo più “giardino”. Occludere la vista e i perimetri con masse di vegetazione, non piangere su forme strane ma valorizzarle, separare gli spazi a seconda della funzione e altri suggerimenti.
Il secondo a me piace di più, e forse è più per chi ha un gusto marcato per l’architettura contemporanea. Come collegare interni ed esterni in modo da fonderli, come fossero uno spazio unico?
L’avrete sentito nominare senza capire bene di cosa si tratta. È una tecnica di coltivazione intensiva concepita da Mel Bartolomew negli anni Ottanta. È piuttosto complessa e nel tempo si è tirata dietro un po’ di critiche.
“In caffè è nostro amico” diceva Jerry in Ipotesi di complotto, senza ricordarsi mai la combinazione del contenitore in cui lo teneva.
A me il caffè non piace tanto. Bevo solo il cappuccino, per svegliarmi e avere la scusa di azzannare un cornetto. In realtà il caffè fa abbastanza schifino, anche se pare che questa sia una cosa che dicono quelli come me, che vevono il tè. Quindi una cosa molto sleale e di parte.
Però non c’è niente di più amichevole che offrire una tazzina di caffè a un ospite, meglio se in giardino. Ho scelto alcune tra le foto che più mi sono piaciute emi hanno ispirata. Spero che vi piacciano.
Credo che il mio primo incontro con le fiabe, dopo le poesie e le ninne nanne di mia madre, siano stati “I Quindici”. Il volume sulle fiabe e racconti conteneva dei brevi estratti di fiabe di tutto il mondo, ma soprattutto italiane. I disegni mi piacevano molto e alcuni li ricordo molto bene, come quelli della fiaba di Cirimbriscola. Nella mia mente è chiarissimo il ricordo del castello di Rapolina, che era esattamente al di là del campo di erbe/broccoli/fave della casa di Stefanaconi. Lo vedevo come adesso vedo il monitor del PC.
Nello scegliere queste foto mi sono lasciata un po’ trasportare dai miei ricordi e dalle mie letture, lo ammetto.
A tal porposito, se vi dovesse capitare tra le mani Donna di spade di Giuseppe Pederiali, prendetelo.
E se vi va, a porpsito dell’ultima foto, potete dare un’occhiata al trsto di una mia conferenza sulla soglia in giardino.
Troppo spesso si confonde il giardino con fiori, ma per ogni fiore ci saranno centinaia di foglie. I giardini sono fatti da foglie, più che da fiori, e imparare a mescolarli bene fa la differenza tra un giardino comune e mediocre, e un giardino solido, strutturato e bello in ogni stagione.
Forse le parole più adatte per descrivere le camelie sono quelle usate da Lavinia Taverna nel suo celebre libro Un giardino mediterraneo, riedito da Pendragon nel 2011:
«Alle Camelie lasceremo sempre un posto speciale nel nostro giardino e nella nostra considerazione. La gamma delle loro meraviglie non ha limiti, ad ognuno la gioia di scegliere secondo il proprio piacere. Ho anche visto brutte camelie, dai fiori incerti, sia nella forma che nel colore, ma sono brutte perché ne esistono di più belle. Prese a sé, se non ce ne fossero altre, anche quelle che giudichiamo brutte non lo sarebbero affatto. Un solo fiore di camelia con due foglie in un piccolo vaso di vetro posato sul nostro scrittoio è, un mondo di bellezza che abbiamo la fortuna di tenerci vicino».
Con l’espansione dei grandi centri abitati, i giardini si sono sempre più rimpiccioliti. Spesso le parti adibite a giardino sono quelle che i regolamenti edilizi vincolano a lasciare libere. Le forme risultanti sono strane e bizzarre, a volte deprimenti. Le fasce lunghe e strette sono forse le più diffuse. Non piangete il vostro triste destino: non siete i soli!
Una trentina di anni fa c’era una teoria sul perché l’emisfero Sud fosse povero: si diceva che non crescesse il grano in modo abbondante. All’epoca non potevo saperlo, ma chiunque conosca un po’ di storia delle piante sa che ci sono tanti altri cereali oltre al grano, e che in America Latina si costruirono imperi sul mais.
Le piante utili sono migliaia, tanto che non si sa bene se siamo noi a usare le piante, o le piante ad averci addomesticati (Michel Pollan).
"Quando guardiamo il cielo di notte ci soffermiamo ad ammirare le stelle a caso senza seguire uno schema.. lasciamo che la nostra fantasia si perda in questo immenso soffitto brulicante di luci... una stella grande.. qualcuna piccola.. un'altra azzurra ed una rossa! Luci lontane che forse ora non esistono neanche più.. eppure sono lì le guardiamo ogni sera quando le nuvole ce lo permettono.. luci che continuano a brillare .. a vivere.. che continuano a farci sognare! Questo BLOG vuole essere uno spazio semplice, senza pretese, uno spazio dove antichi sorrisi e sguardi continuano a brillare come stelle... semplicemente continuano a vivere nell'immenso cielo della rete." (Domenico Nardozza)