Ho un certo ricordo legato alla Freesia refracta. C’era un tale, uno che mi diede un bacio (ma forse per sbaglio), che mi spiegò la differenza tra la Freesia hybrida, quella comune, che coltiviamo in giardino e compriamo al mercato rionale, e la refracta, creatura ruderale di luoghi rocciosi e asciutti, di giardinetti di paese nei quali si mescola alle violette in un accostamento di dolente empatia olfattiva.
Ed è proprio attraverso la differenza dei profumi che questo tizio mi spiegò le due specie.
Solo che io ho un olfatto senza niente di speciale, e forse non stavo neanche troppo a sentire, e quindi non mi ricordo. Scusatemi.
Il Kitsch è l’arte che segue delle regole stabilite, proprio in un’epoca in cui tutte le regole artistiche sono messe in dubbio da ogni artista
Harold Rosenberg La tradizione del nuovo
Parlando di Kitsch è sempre necessaria una certa dose di circospezione.
E’ un fenomeno che riguarda le arti e le arti applicate che si è imposto con vivacità sempre crescente dagli anni ’50 in poi, fino ad avere proprie connotazioni formali di stile o genere, esattamente come le hanno guadagnate due stili affini e per certi versi sovrapponibili come il Trash e il Camp (cfr. a tal proposito l’articolo di Marco Salvati sul sito “L’attimo fuggente” Perchè non possiamo dirci Trash?.
"Quando guardiamo il cielo di notte ci soffermiamo ad ammirare le stelle a caso senza seguire uno schema.. lasciamo che la nostra fantasia si perda in questo immenso soffitto brulicante di luci... una stella grande.. qualcuna piccola.. un'altra azzurra ed una rossa! Luci lontane che forse ora non esistono neanche più.. eppure sono lì le guardiamo ogni sera quando le nuvole ce lo permettono.. luci che continuano a brillare .. a vivere.. che continuano a farci sognare! Questo BLOG vuole essere uno spazio semplice, senza pretese, uno spazio dove antichi sorrisi e sguardi continuano a brillare come stelle... semplicemente continuano a vivere nell'immenso cielo della rete." (Domenico Nardozza)