Il mestiere di aspettare

Fare la fila e aspettare il proprio turno sono due veri e propri mestieri.
Bisogna essere pratici, non fare come fanno tutti, lì in piedi a guardare se la porta si apre o se chi è di turno ha finito.
Se si va a fare la fila con un libro, tutto magicamente si aggiusta, e il tempo perso non sembra più tanto perso: ed in effetti non lo è.

Aspettare è un mestiere
Aspettare è un mestiere

Per ora sto leggendo questo:

Il significato dell'estetica
Il significato dell'estetica

Una delle cose che può accadere quando si legge mentre si fa la fila, è che la mente sia più distratta e corra più facilmente verso altri pensieri. Improvvisamente, mentre leggevo, sollecitata da una parola, sono stata trafitta da un’idea: che fa la borghesia?

Che fa la borghesia?
Che fa la borghesia?

La borghesia, che sempre è stata fonte di rinnovamento politico, sociale, economico, morale, artistico, sembra essersi assopita, adagiata sul luogo comune, vendibile, o sul linguaggio accademico. Sembra aver perso il suo ruolo di innovatrice.
Se questo è vero per la politica e l’economia, è anche più vero per quanto riguarda il giardinaggio. L’élite intellettuale è quasi interamente di tipo accademico, a servizio presso il “principe” di turno (in questo caso il giardino “ricco”, da rivista, in tutte le sue declinazioni più o meno apprezzabili ).
Gli intellettuali innovatori sono soffocati da questo vecchio regime o annaspano alla ricerca di un posto a sedere in mezzo a coloro che sono al servizio del “principe”.
E tutti gli altri guardano…e intanto che guardano comprano.

13 pensieri riguardo “Il mestiere di aspettare

  1. Non esiste più è grossa -diciamocelo.
    Non esiste più come prima è più corretto.
    Una delle mie fonti, in questi casi, è il sociologo Zygmunt Bauman, di cui condivido preoccupazioni e idee, anche se un po’ meno la “liquidità” della sua produzione letteraria.
    la borghesia, come il capitalismo, è diventata anch’essa liquida, con trasmigrazioni veloci di idee e valori, e comunque ha perduto la sua stabilità e il suo ruolo di parte avversa al capitalismo.
    Hai presente la definizione di intellettuale che ha dato Gramsci?
    C’è chi è “arrivato”, per dirla alla romana, e chi tenta di arrivare.
    E’ da chi tenta di arrivare che dobbiamo prendere gli spunti, perchè sono quelli più veri e sinceri, più innovatori e costruttivi.
    Adolf Loos sarà sembrato un pazzo quando disse “ogni ornamento è delitto” e poi guarda che successo l’International Style che da lui ha preso le mosse.
    Ora la borghesia si è adagiata o sull’accademismo o sulla commerciabilità delle idee, perchè se non vai in tivvù non sei nessuno.

    Quindi, non esiste più secondo te, eppure esiste più che mai, in fondo anche Bill Gates vive da borghese. Mangia cereali e succo d’arancia al mattino, non uovo alla coque con fiore di sale come il Delfino di Francia.

  2. boooo secondo me fai pasticci, anche il tuo proletariato giardinicolo mangia cereali e succo d’arancia, il proletariato vero era anche più sgamato che si mangiava anche la polnta senza succo d’arancia al mattino ma con il latte magari, almeno qua in questa terronia del nord.
    comunquesly la borghesia non esiste più come classe sociale, quelli che vagamente assomigliano alla borghesia hanno perso ogni intento di fare quel che i borghesi facevano, se esiste ancora un zicchino di borghesia non si da certo delle motivazioni e di agire sociale e progressiste.

    ahhhh signora mia le classi sociali non son più quelle di una volta: “Che roba contessa all’industria di Aldo han fatto lo scipero quei quattro ignoranti…”

  3. E se fosse che la borghesia s’è trovata al posto giusto al momento giusto? Oggi il mondo e il giardino stanno guardando ad un atteggiamento di responsabilità, di globalizzazione come integrazione. Vince chi se ne accorge e arriva per primo. Che sia borghese o non borghese non c’entra, l’importante è avere la sensibilità giusta al momento giusto. Lidia, il tuo giardiniere per diletto ha qualche asso nella manica?

  4. sarà pur vero quanto dici, Trem, ma a me pare che siamo tutti borghesi, “cittadinizzati”, perlomeno in Occidente e perlomeno escluse le fasce di reddito molto basse o impensabilmente alte. Abbiamo comportamenti simili e prevedibili.
    Quello che manca non è “la borghesia” , tecnicamente parlando, ma la borghesia intellettuale, cioè l’intellettuale di Gramsci.
    la borghesia si è sempre trovata al posto giusto nel momento giusto, perchè ha aggiustato tempo e luoghi su se stessa.
    Assi nella manica? Il mio giardiniere per diletto è sepolto sotto il piede di quelli che la poltrona ce l’hanno e se la vogliono tenere ben sotto al sedere. Figurati. Qui la sola speranza è a lunga scadenza.

  5. la borghesia quella della rivoluzione francese e della rivoluzione industriale non esiste più, non esiste più quella borghesia con il suo compito storico anche di avanzamento e modernizzazione deglòi stati e come portatrice di benessere, suo e di conseguenza di altri ceti sociali.
    non esiste più in italia probabilmente non esiste più in tutto il mondo occidentale, può darsi che esista un ceto borghese nascente nei paesi dell’economia nascente che sò in brasile india cina.
    il fatto che siamo “borghesizzati” non fa di noi dei borghesi e poi borgesizzati perchè? perchè portiamo la cravatta e mangiamo il pollo la bistecca e ci abbiamoi la lauastoviglie?
    mi sembra un discorso un po’ vecchio, probabilmente siamo tutti ceto medio standard pensionisticizzato, e non ci abbiamo proprio nessun compito storico almeno come improbabile ceto, ci ha ragione il Dante che siamo costretti a viver come bestie ecc ecc o non era così?
    figurati quindi se ci abbioamo un compito sociale nel giardino, gli avanzi di borghesia si tengono le loro belle Ninfa Mortella Landriana e parchi e parchetti e ciccisbei vari, ma a noi che ci fa e che cio frega?

  6. Ho capito perchè non ci intendiamo. Tu intendi la borghesia come classe politica, io come classe sociale.
    Dato che tecnicamente la borghesia esiste ancora (è borghese chi possiede o detiene il controllo dei mezzi di produzione)e che data questa definizione la classe borghese comprende i capitalisti ed esclude i salariati, preferisco avanzare secondo un metodo sociologico di indagine, che sfocia dunque nell’analisi del gusto di una classe sociale.
    Ergo, siamo tutti borghesi, compreso Bill Gates e coloro che per lui lavorano.
    I possessori dei giardini poveri non mangiano cerali, stanne certo.

  7. “Tu intendi la borghesia come classe politica, io come classe sociale.”
    sono la stessa cosa.

    la tua distinzione di classe è vecchia, facciamo un esempio, oggi ero a lavorare in un’azienda, gli attuali proprietari sono i figli del fondatore, sono degli imprenditori, gestiscono creativamente questa azienda, il capannone è in affitto e la loro esposizione con le banche in questo momento e di ben oltre le loro proprietà personali, moltissimi dei prodotti vengono prodotti materialmente in altre fabbriche e anche all’estero, i prodotti arrivano in azienda già imballati e pronti per essere consegnati, i capannoni dove vengono magazzinate le merci e dove viene fatta la ricerca e una piccola parte della produzione è di proprietà di una finanziaria, loro cioè i due fratelli imprenditori in azienda mettono la loro capicità gestionale e la loro creatività e la capacità di dialogare con i progettisti e mettere in produzione e vendere un tot di prdottti di design.
    ecco vedi la definizione di borghesia come detentrice del mezzi di produzione non esiste più.

  8. capisco quello che intendi, è questa la “liquidità” di bauman, ma allora, altrettanto dovremmo dire che non esiste la classe capitalistica. In ogni caso, il tuo discorso viene al mio, e mo’ ti dico perchè: a maggior ragione se la classe borghese si è politicamente disintegrata (cosa che io credo giusta solo in parte,e che mi sembra più vero per la classe capitalista) , è possibile analizzarla come classe di gusto sociale.
    Ergo: bisogna vedere se mangia o no i cereali.

  9. nel mio commento sopra ci sono come al solito un mucchio di errori, lo riscrivo se puoi cancellare l’altro.
    grazie

    La borghesia non è politicamente disintegrata ma è disintegrata e basta.
    Il nostro sistema sociale non è più capitalista ma finanziario, i proprietari dei mezzi di produzione non sono più i capitalisti ma i fondi di investimenti, quindi banche e gruppi finanziari in pratica posessori di rendite finanziarie siano essi dei gran ricconi o piccoli risparmiatori e pensionati, e i loro soldi sono mossi dagli speculatori.
    Questa è la differenza: se prima c’era una classe sociale che credeva nel progresso sociale adesso cosa vuoi che importi a un giovane affarista trafficante che lavora in una finanziaria e che non usa nemmeno i suoi soldi per arricchirsi?
    I cereali li mangio, tipo il minestrone con il riso o il risotto, noi padani mangiavamo solo il riso poi siete arrivati voi teroni e ci avete imparato a mangiare la pasta (non quella all’uovo che è una tradizione emiliana-romagnola). Se per cereali intendi i kellogs o similia non li mangio, ma questo non è la discriminante tra borghesi e no, è solo importazione di abitudini mangerecce altrui e modi di consumo non nativi.
    Se vuoi fare un parallelo quindi il giardino borghse non esiste più, salvo quello delle famiglie veramnte borghesi per intenderci diciamo il giardino della signora Marella Agnelli, che è ben diverso per esempio da uno quasiasi di uno dei bei giardini dei frequentatori del forum Cdg.
    Questi non sono giardini di gusto borghese perchè la disponibilità economica dei giardinieri non è da gran borghese e anche la loro cultura non è da gran borghesi.
    Consiglio per capire le differenze di potere ma soprattutto di gusto tra le diverse classi la lettura di un librino edito nel 1947 da Longanesi, “Il vero signore” di Willi Farnese e magari lo si può mettere a confonto con un interessante libro contemporneo di Giovanni Biondillo “Metropoli per principanti” editore Guanda,così metti a punto anche certe tue visioni sabaudo-polentone che hai avuto in questi ulimi giorni.

  10. Uhm. Io non considero gli Agnelli dei borghesi, ma nobiltà finanziaria. Definire una classe per modi e stile di vita, quindi per gusto, mi sembra più sensato in una indagine di tipo estetico come quella che riguarda i giardini. I cereali sono ovviamente un simbolo di un modo di vita comune, borghese appunto. In Italia potremmo dire “marmellata a colazione”.
    Comunque, prendiamo per vera la tua analisi.
    Se così è, io e te che siamo? Hai scritto che anche il mio proletariato mangia cereali (pane e marmellata), allora cosa ci distingue gli uni dagli altri? la fascia di reddito o il capitale culturale, o cos’altro ancora?
    Giardini borghesi per te sarebbero quindi i vari giardini che si susseguono sulle pagine di “Gardenia”, giusto?

  11. No i cereali non sono borghesi così come non sono borghesi pane e marmellata. i cereali sono molto popular sono molto “consumo di massa”.
    Qua proprio non ci capiamo: “I cereali sono ovviamente un simbolo di un modo di vita comune, borghese appunto.”
    e perchè mai il modo di vita comune deve essere borghese? La vita è banale è una serie di ripetizioni di gesti banali: mangiare, dormire, andare in auto, leggere, giocare a carte, sono tutte azioni banali, della grande banalità del vivere.
    Cosa ci distingue gli uni dagli altri? La consapevolezza.

    Sull’ultimo punto si dici giusto il 95% dei giardini di Gardenia, diciamo per semplificare che li considero giardini “borghesi”.

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