Sono esausta, demoralizzata, profondamente infelice e la speranza mi abbandona ogni minuto di più.
In un vecchio post, scrissi che “non manco di nulla”. Mi va bene qualsiasi tipo di giardino perchè, di qualunque tipo sia, anche quello schiera con la processione di petunie e gerani, mi dice qualcosa di chi ce l’ha. Che poi con questo qualcosa io sia d’accordo o meno, è piuttosto irrilevante.
Ma qui si va oltre.
Un episodio banale, di quelli che ogni giorno di questi tempi abbiamo sotto gli occhi: il taglio delle alberature comunali.
Platani, oleandri, tigli, lecci, ippocastani, robinie, ailanthus, melia…siamo abituati a vederli tagliare, ma il pittosforo no.
Quella è stata una coltellata alla schiena.
Il pittosforo adulto, ramificato, chissà quanti di voi non sanno neanche com’è, perchè viene utilizzato come siepe.
Nel corso di decine e decine di anni, il pittosforo raggiunge un’altezza media, anche di diversi metri, e può arrivare al terrazzino di una casa ad un piano. I rami sono morbidamente formati, come usciti dalle mani di un sapiente bonsaista. L’albero è aperto, con la chioma compatta, ed invita al disegno.
Luogo: una stradina secondaria di Siderno, dove non ti aspetti mai che passeranno a tagliare gli alberi. Proprio davanti ad una casa di quelle vecchie, che danno un volto ad un paese che ne ha disperato bisogno.
“Non manco di nulla” inizia a cedere. La mia guida nel giardinaggio è sempre stata un vecchio adagio campano “Non ce n’è: non ce ne vuole”.
Ogni città ha un suo volto. Persino quelle come Firenze o Bologna in cui i giardini sono nascosti. Un volto che può essere ammirevole o infelice. Ho sempre trovato piacere nell’osservazione di questi volti, ma oggi desidero la bellezza.
Che volto ha la mia città?
Empatizzo, Lidia, empatizzo di tutto cuore…
Condivido la tua disperazione. Pensa che proprio oggi guardavo delle robinie sul confine del mio giardino: bellissimo tronco già vecchio di almeno 15/20 anni ma capitozzate e deturpate da una ricrescita squilibrata. Ma perché? Qui, in mezzo alla campagna, non una casa intorno, solo frutteti e vigneti; che fastidio potevano dare?
Riprendo questo post per condividere la odierna mazzata: un intero viale di Cercis siliquastrum capitozzati adesso, in piena fioritura. Questa non è solo stupidità, insensibilità, incapacità: è dolo allo stato puro, è spregio della bellezza, dell’armonia e della grazia, qualunque cosa significhino per chiunque sulla Terra.
Se straziare gratuitamente un albero è uno scempio, violare un albero in fiore è un atto sacrilego.
Avete visto i Tg durante le elezioni, in cui ti facevano i collegamenti da questa o quella città, con i giornalisti nelle strade? Tutte con gli alberi scalvati.
ma che succede, qualcuno ha promesso qualcosa a qualcun altro e noi ci ritroviamo in mezzo?
…io sono semplicemente senza parole.