Giardinando 4 luglio 2010, dal titolo”Lettera aperta al Commissario Prefettizio”
Gentile Commissario Prefettizio,
non mi farò sfuggire un’opportunità come questa. Da anni scrivo una rubrica sui giardini e le piante per questa testata e nel tempo ho maturato una certa familiarità con le piante. Non avendo avuto opportunità di incontrarla personalmente, mi scuserà se mi rivolgo sfacciatamente a lei in maniera così diretta, ma sembra che i sidernesi di “buona volontà” siano stati colpiti dalla sua tenacia e dalla sua voglia di fare. Mi è stato anche detto che lei è una persona gentile che ascolta i consigli senza farsi trascinare nelle sue scelte da opportunismi e amicizie. Spero dunque che voglia ascoltare quanto ho da dire, che riguarda uno dei tanti problemi di gestione del verde pubblico che affliggono Siderno e comuni viciniori, e che in sé per sé sarebbero banali e di facile risoluzione, con un po’ di buona volontà e una maggiore consapevolezza di ciò che si fa.
Mi è giunta voce che si stia provvedendo a piantare degli oleandri sulla pista ciclabile per renderla un percorso fiorito e gradevole per pedoni e ciclisti. Lo sforzo è ammirevole e benemerito, sebbene io abbia sulla pista ciclabile idee ben diverse che ho avuto modo di esporre altrove.
Ma la pianta è sbagliata.
L’oleandro non è adatto ad un nastro così sottile come quello della pista ciclabile di Siderno, largo appena per due ciclisti. Si tratta infatti non di un albero (quindi con tronco unico e ramificazioni che partono da una certa altezza), ma di un grosso cespuglio a fusto multiplo, che per mantenere forma arborea nelle nostre strade comunali deve essere potato annualmente per eliminarne i numerosi polloni. Senza una adeguata manutenzione una siepe di oleandri invaderebbe la zona di transito. E sappiamo che la manutenzione costa. Inoltre è a pochi noto che l’oleandro è pianta amante non già dei luoghi aridi, ma dei luoghi caldi con suolo umido. Difatti è spontaneo nella conca della fiumara Ammendolea, dove cresce –appunto- come grosso cespuglio. Ho sentito che la scelta sarebbe ricaduta sull’oleandro poiché “resistente a tutto”.
Nulla di più errato. Come la maggior parte degli arbusti a fioritura estiva l’oleandro è vittima di afidi e ragnetto rosso. Questo implica l’inapertura dei fiori, la caduta di melata, il pericolo di invasione di formiche, attratte dagli afidi. Si renderebbero necessari dei trattamenti preventivi, aggravando le spese di manutenzione e inquinando seriamente un ecosistema delicatissimo già messo a grave rischio.
Se posso esprimere il mio giudizio – e penso che sarei giudicata dalla posterità se non lo facessi- l’oleandro non ci va proprio sulla pista ciclabile. A quanto mi è stato dato di dedurre, pare che i motivi di tale scelta siano due: la facile reperibilità e l’abbondante fioritura estiva. Dirò subito una cosa: l’abbondante fioritura estiva possiamo anche scordarcela in una zona battuta dai venti salsi e con un impianto di irrigazione inefficiente (so che lei vuole mettere mano anche a questo, e l’interessamento è molto gradito a tutta la cittadinanza).
Per quanto riguarda la reperibilità, ebbene, esistono molte altre piante adatte egualmente reperibili. Piante arboree che crescendo in verticale e non in orizzontale (come l’oleandro), darebbero ombra ai ciclisti e fornirebbero riparo per l’avifauna, i piccoli mammiferi delle zone psammofile e per la vegetazione litoranea.
Me lo lasci dire: la bellezza di una pianta non si conta dal numero dei suoi fiori (la Melia pure ne ha, numerosi, profumatissimi e di colore lillacino), ma dal ruolo botanico e biologico che può assumere.
Guardiamo in là con la mente del pianificatore: piantiamo per il futuro, non per una sola estate.
Ma ti ha mai risposto mai nessuno? (escluso i simpatici messaggi)
Sì. Il commissario è una donna giovane e carina, bionda, magra, molto efficiente. Mi ha fatto telefonare per ringraziarmi e mi ha chiesto una relazione, che io ho steso e presentato, in cui ho esposto le mie idee. Credo che l’abbia apprezzata e che forse possa trovare anche dei punti di contatto con la sua idea di riqualificazione, però, sai, i soldi sono quelli che sono, gli intrecci politici ed economici anche. Magari alcuni vivai regalano delle piante e devi prenderti quello che ti danno, e se non lo accetti c’è qualcuno che si “offende” (capisciammè). L’oleandro è una pianta “facile” perchè molto conosciuta…insomma, non credo che dopotutto metteranno la Lagunaria patersonii…
Io ho cercato di fare quello che potevo. Stavo pensando di fondare un comitato “amici della pista ciclabile”, ma saremmo giusto io,Pasquale Giurleo e Liliana Ielasi…
che ti devo dire, ormai siderno è allo sbando.
Scusate il ritardo, ma io ritengo che da quando il commissario si è insediato i miglioramenti siano più che palpabili, più volte l’ho vista aggirarsi a piedi èer la città a controllare che tutti svolgessero il proprio lavoro e credo che anche la cittadinanza sia coinvolta da questo spirito innovatore.
devo contraddirti anche sul fatto che Siderno sia allo sbando, a me sembra anzi che ci sia una netta ripresa, anzi da cittadina (ormai emigrata) penso che in questi pochi mesi il miglioramento sia evidente! Viene voglia di non avere più le elezioni! e comunque meglio un oleandro che sterpaglie!
Ciao Cornelia,
non dubito delle buone intenzioni e della qualità del lavoro del Commissario, che si è trovata in eredità una cittadina malsana sia da un punto di vista ambientale che umano e politico.
Tuttavia la vita politica ormai è ridotta ad una piattezza totale, e questo mi sembra innegabile.
Se poi -riguardo alla pista ciclabile- non condividi l’idea che sia meglio preservare un’isola di biodiversità (che tu leggi come “sterpaglie”) a favore di una pianta artificiosa come l’oleandro…be’, non so proprio cosa dirti.
Certo che, da un episodio di questo tipo, apparentemente piccolo rispetto ai problemi della tua terra, si possono capire le cause del malessere. Un paese che non crede al proprio paesaggio è un paese che si beffa della sua storia e non può nemmeno guardare al futuro. Un fallimento, che tristezza.