Antico vaso cinese

Imprinting
E’ capitato ad un mio amico pittore di subire una sorta di terzo grado artistico da parte di una mercante d’arte (è per questo che ho pubblicato il post Qui mi tocca rifare gli esami del primo anno). Mi sono chiesta cosa avrei detto e fatto al suo posto. Mi sono chiesta quale sarebbe l’opera d’arte che mi piacerebbe fare. La risposta -per quel che mi riguarda- è abbastanza semplice.
Vado da Sotheby’s con qualche decina di migliaia di euro e compro un vaso cinese antico, bellissimo, decorato, raffinatissimo, unico. Con carta d’identità, certificato, pedigree, tutto.
Affitto un enorme capannone e lo tingo tutto di bianco.
Ci porto il vaso cinese.
Chiamo la televisione, registi, i fotografi, i critici d’arte, giornalisti, ecc.
All’ora precisa precedentemente determinata, prendo il vaso cinese e lo butto violentemente per terra, frantumandolo.
Poi con una paletta e uno scopino prendo tutti i pezzi e li metto in una teca di vetro, immersi in una resina polimerica trasparentissima.
Poi ci appiccico i pedigree del vaso cinese e la ricevuta di Sotheby’s.

Cos’ho prodotto?
Indubbiamente il vaso cinese antico, unico e bellissimo, era un’opera d’arte (o di artigianato, per chi tiene a queste distinzioni). Ma ora che è in frantumi, calati in una resina che li immobilizza lo è ancora? Cosa dà al vaso cinese il suo statuto di arte?

E se io ho prodotto un’opera d’arte, quale esattamente è? La teca in vetro contenente l’opera d’arte precedentemente distrutta, i cocci di vaso, l’atto di rompere il vaso, la foto che ritrae il gesto, il filmato prodotto, il ricordo del gesto impresso nella memoria della gente, o tutte queste cose assieme?
O le domande che da ciò derivano?

Proposta: un vaso cinese è sacrificabile. Pensiamo alla stessa cosa con qualcosa di più serio, diciamo, La Gioconda.

16 pensieri riguardo “Antico vaso cinese

  1. “E se io ho prodotto un’opera d’arte, quale esattamente è?” è l’elaborazione mentale che precede l’azione di rompere il vaso, un’azione che richiede coraggio, sicurezza e consapevolezza. Ciò che ne rimane, i frantumi cristallizzati nella resina, sono come la pelle del serpente che ha subito la muta: la dimostrazione che un certo evento si è prodotto.
    Per la Gioconda preferirei glissare la domanda…

  2. Ammesso e non concesso che una tale azione richieda coraggio, sicurezza e consapevolezza ove non scelleratezza… a dire il vero non lo so. se così fosse anche le idee sarebbero opere d’arte, e non parlo delle idee dei liberi pensatori che in qualche modo diventano tangibili attraverso la pubblicazione (quale che sia) e dunque possono entrare in rapporto con le altre produzioni concettuali, ma proprio un’idea pura, senza corporeità…non so davvero se possa considerarsi arte, semmai “artistica”.

  3. Ammesso abbia compreso il senso, provo a muovermi.
    No hai prodotto un’opera d’arte, l’hai invece distrutta.
    Lo statuto di arte lo da il gesto che lo ha prodotto. Chi ha saputo creare il vaso ming, La Gioconda, il Parco di Pinocchio a Collodi ha portato a termine un prodotto che è arte per via di un processo che parte dall’idea in testa e finisce creata dalle mani, producendo valore aggiunto per la collettività.
    Tu hai avuto un’idea, l’hai creata con le mani, ma non hai prodotto un valore aggiunto, anzi l’hai sotratto alla collettività.
    A me pare che il tuo possibile gesto sia infine mero esibizionismo, finito l’atto non rimane più nulla, nemmeno i cocci.
    Se qualcosa ho capito, mi par di poter dire, come ho già letto da qualche parte, che l’arte è in crisi da quando ha smesso di comunicare per la collettività.

  4. Infatti ho scritto “se”. Comunque sei sempre una lunghezza avanti, io non riesco a starti dietro troppo bene. Corri più veloce di Pappiralfi e hai le idee troppo chiare.

  5. Un colpo di fortuna, il fatto è che ho una ispiratrice/maestra che stimola il cervello e lo tiene in funzione.

    Comunque, ho fatto una associazione di idee. Prendiamo le opere di Marina Abramovic, che a te suscitano sempre un certo interesse. Ecco, sulla base delle mie veloci deduzioni, potremmo bollare il suo lavoro come esibizionismo. L’altro giorno mi è capitato di vedere una statua vivente per strada. Accidenti non era mica tanto diverso dall’artista serba e nessuno ne discute.

  6. Il fatto è che tre quarti dell’arte contemporanea è così: performance. Oppure opere comprensibili solo se perfettamente addentro alla cultura di cui parlano.
    Perché, poniamo, che io non sappia che il tuo vaso cinese è davvero un vaso cinese antico, cartellino o non cartellino di Sotheby (lasciamo perdere, peggio ancora se io immagino che tu volutamente abbia utilizzato una riproduzione), ma pensi semplicemente che quello è un regalo di matrimonio orribile di cui puoi disfarti solo ora, avendoti tuo marito lasciato per una sbarbina, e quindi con gusto lo fai a pezzi in barba alla sua zia rompipalle che regala finti vasi cinesi. Ebbene la tua performance ha tutto un altro senso, non meno attuale, ma parla d’altro: delle convenzioni del matrimonio borghese e non del tuo rapporto con la cultura cinese. Incomprensibiel ai più fuori dal contesto 8se la tua perfomance è al museo d’arte orientale dai una lettura, se nella tua camera da letto un’altra).
    Però, che piaccia o non piaccia, non è meno arte della Gioconda stessa. Se parti per esempio dall’idea che la riproducibilità è una delle zavorre dell’arte in quanto “gesto assoluto” o insomma opera unica, ahimé non ci sono poi così tante strade percorribili al di fuori della perfomance, effimera e unica e irripetibile per sua natura. Un po’ come per il teatro: va a sapere com’era davvero il teatro greco, ciononostante apprezziamo i testi che ci sono arrivati. In disaccordo con Ale, a me l’arte non pare in crisi: non comunica per la collettività perché la collettività come la intendevamo fino a qualche decennio fa non c’è più, e dunque i messaggi sono diretti a pubblici diversi, e spesso è solo una retroazione involontaria che rende “popolari” cose che non lo sono o non aspiravano ad esserlo.

  7. Voglio essere ancora più carogna: è arte se c’è un famoso critico che sottoscrive che lo è.
    Il cubo polimerico poi potrà essere venduto da Sotheby’s a sua volta

  8. il fatto che non si apprezzi una certa forma d’arte non giustifica che si debba denigrarla o ancor più negarle lo status di arte.
    Fare arte non significa produrre un oggetto che può essere acquistato e portato a casa sottobraccio; pensiamo alle piramidi di stracci di Pistoletto: ogni volta che passano da un’ esposizione all’altra, mutano forma e contesto, non sono mai esattamente le stesse, e se io sostituissi una parte degli stracci con altri non avrebbe importanza, è l’idea del suo creatore che l’ha resa un prodotto artistico.
    Se la comperi, ti porti a casa una montagna di stracci, che è l’equivalente della pelle del serpente di cui parlavo, cioè la testimonianza del processo creativo dell’artista.
    Lo stesso vale per l’opera/esperimento di Lidia: istintivamente ho provato orrore all’idea di distruggere un oggetto così antico e unico, poi una certa fascinazione per il coraggio di averlo fatto e per il proposito che ci sta dietro, dando per scontato che non si fa una cosa simile senza un disegno accuratamente pre-meditato.
    Poi nel mercato dell’arte ci sono anche personaggi che a me stanno molto antipatici, come per es. Cattelan, che è diventato staricco con le sue plateali provocazioni. Lo definiscono il più quotato tra gli artisti italiani, ma a me sembra che mi prenda in giro, non ci trovo proprio niente di interessante nei suoi lavori

  9. <la mia era una provocazione, l'ho scritto che volevo essere un po' carogna. Comunque è vero che a volte succeda anche questo, che alcuni artisti diventino famosi grazie ai critici ed altri pur bravi rimangano nel buio.
    Se nei secoli passati era arte ciò che era fatto "con arte" ( scusate il gioco di parole), con bravura e talento, ad oggi è diventato importante il concetto che c'è alla base , basta pensare ai tagli di Fontana. L'idea è più importante del prodotto finale, tanto che si sono formati tante correnti che non producono più nulla di concreto, ma solo idee. Purtroppo in certi casi viene il dubbio che il limite tra l'idea e il nulla sia molto esiguo. In questo modo posso anche capire la tua sensazione di presa in giro rispetto alle creazioni di alcuni artisti.

  10. si Milli, ma poi c’è da dire ancora una cosa: ci si aspetta che l’arte parli ‘alla collettività’, che però, come dice anche Jude, non esiste più come soggetto unico e omogeneo. Tuttavia non ci si chiede mai se la o le collettività siano disposte ad ascoltare e leggere l’arte; il pubblico che frequenta le mostre d’arte contemporanea è estremanente esiguo, in Italia, perchè qui preferiscono ancora correre a vedere gli impressionisti, tanto carini e colorati.
    L’arte moderna è spesso amche sgradevole, irritante, ti costringere a riflettere, ti sconvolge un po’, ti mette davanti alle tue défaillances, a quelle della società, e denuncia le incongruenze dei nostri tempi (è in questo senso, secondo me, che ‘parla’ alla collettività, se la si sa o la si vuole ascoltare).
    Ma questo vale per tutte le arti e la cultura in generale.
    Ad esempio, chi ascolta più la voce dei poeti? o dei filosofi?
    Meglio la tv, naturalmente.
    Ma allora non attribuiamo tutta la colpa ad uno degli interlocutori perchè non sa farsi ascoltare, spesso è l’altro che non è disposto all’ ascolto.

    1. E’ vero Ross, indubbiamente.

      Questa è sicuramente l’era della comunicazione, e anche per questo è difficile decifrare l’arte che “parla” alla collettività tra la giungla dei messaggi. Oltre tutto è aumentata a dismisura la collettività potenzialmente capace di ascoltare, e si è pure notevolmente diversificata.
      Chissà, forse solo a posteriori si riesce a capire e individuare l’arte, quando di tutto il resto appunto non rimangono neanche i cocci.

  11. Ma esiste un requisito minimo per l’arte per poter essere definita tale?
    Fino all’invenzione della fotografia la cosa era relativamente facile, ci voleva bravura, talento e invenzione. Adesso non serve la qualità estetica ( il risultato può essere tranquillamente molto brutto e non si stupisce nessuno), non è indispensabile una capacità manuale del saper fare, non è indispensabile nemmeno avere un oggetto ( basta una foto o un filmato) e alla fin fine nemmeno un concetto ( basta pensare ai tanti soggetti Senza Titolo)
    E allora come si fa?
    E sufficiente che qualcuno ci dica che quella cosa è un’installazione?Che ci sia un critico, che l’happening si svolga all’interno di una galleria o di un museo?

    1. Milli, la mia ‘cultura artistica’ si è molto affievolita da quando ho il giardino, perciò mi riesce difficile sintetizzare qui i motivi per cui l’arte contemporanea, che ha completamente stravolto i canoni estetico-culturali tradizionali, possa essere definita arte. Semplicemente credo che una creazione artistica non sia un episodio isolato nella vita dell’individuo-artista (come lo è invece l’immaginaria performance di Lidia), ma sia parte di un percorso di ricerca finalizzato ad esprimere un concetto, una visione della vita, una lettura della realtà o la creazione di un mondo immaginato, usando materiali imprevedibili, capaci spesso di suscitare reazioni anche molto forti. Ad es. Jeff Koons assembla pacottiglia di pessimo gusto per denunciare come il kitch (scusami, Lidia, per l’uso un po’ improprio di questo termine) sia così profondamente radicato nella vita quotidiana. E Cattelan, che pure detesto, aveva collocato il famoso dito medio a Piazza Affari, anche se credo gliel’abbiano lasciato per poco tempo.
      Ora c’ è la biennale di Venezia, ed io andrei volentierissimo a lasciarmi starpazzare un po’, ma c’è Romeo che ha tanto bisogno di me ed io non posso lasciarlo proprio ora.
      Poi non mi piace andare da sola, non c’è gusto se non si può condividere. E non ho neppure mezza amica che abbia voglia di vedere ‘quelle cose strane’!
      (PS:: Romeo è il mio giardino)

  12. mettiamo che l’artista riesca a trasformare la Gioconda in un puzzle e a metterla sotto resina.
    Se io lo butto giù dalla Tour Eiffel, posso dire ai gendarmi che vengono ad arrestarmi che ho fatto un esperimento tra Body Art e Land Art?
    E’ sacrificabile anche l’artista?
    In certi casi è successo……

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