non sono mica d’accordo. Sarà vero per qualcuno, non per me.
Tanto per cominciare non è facile verificare come si appare agli altri, e poi se ci si propone di adeguare la propria interiorità all’apparenza esteriore significa fare un’operazione di falsificazione o di svuotamento del sè, che ha senso solo per chi decide di vivere la propria vita galleggiando sulla superficie delle cose; e non mi sembra il caso delle persone che qui scrivono, per esempio
non è la domanda giusta, ma provo ugualmente a risponderti: so di non sapere tutto di me, ma cerco di non nascondermi a me stessa, accettando i lati scuri (benchè malvolentieri) insieme a quelli limpidi. E questo penso sia visibile anche a chi mi osserva
Qui bisogna stabilire il punto di vista. Guardando il soggetto da un punto esterno ad esso, il soggetto è ciò che appare. Il soggetto che guarda se stesso è ciò che è.
Ultimamente mi ha preso il tic delle domande. E’ da secoli che mi chiedo qual è la domanda giusta, vero che ti ricordi che te lo dissi una volta, Koki?
Mi spiego meglio. Questa domanda mi parte da qui. Ci sono persone e ambienti in cui ci si trova bene e si riesce ad essere autentici, mentre ci sono alte persone e luoghi che ci mettono nella comune ma non per questo meno triste abitudine di indossare la “maschera” pirandelliana.
io ne ho un sacco di conoscenze del genere, anche perchè sotto sotto sono una timidona, per cui cerco di rivestirmi sempre di una patina di coraggio autoimposto.
ma che cosa succede? Come diceva Fizzi, una bugia ripetuta tante volte diventa verità. vabbè, lei pensava a Silvio, giusto?
Insomma, se finisci con l’indossare sempre vestiti sformati e scarpe usate, finisci per diventare anche tu sformata e usata, perchè agli altri appari così e tu con quegli “altri” ti identifichi con il personaggio sformato e usato. E anche quando non lo fai deliberatamente, in effetti abitualmente indossiamo degli abiti che rispecchiano la nostra personalità, allora la nostra personalità si identifica o sovrappone con l’abito.
Se ti comporti da stupido è forse perchè un po’ stupido lo sei veramente?
sì, questa è la domanda giusta.
E la mia risposta è: sì, se ci si comporta da stupidi è perchè un po’ lo si è veramente. Del resto non è un peccato mortale essere stupidi (chi non si è mai comportato da stupido almeno una volta nella vita? perfino Einstein lo era con le donne), ma lo è senz’altro non esserne consapevoli. L’autenticità, la sincerità almeno con se stessi non sono optional qualsiasi, non credo che davvero ci si possa camuffare ai propri occhi, che ci si possa ingannare al punto di convincersi di essere diversi e migliori di quello che si è.
Questo può accadere ad un Io non ancora maturo, come quello di un adolescente per es., oppure ad una personalità adulta che non ha avuto la possibilità di compiersi, per motivi di deprivazione culturale, affettiva o sociale.
Sono sicura che in fondo i più sappiano benissimo di non essere la maschera che in quel momento stanno indossando
"Quando guardiamo il cielo di notte ci soffermiamo ad ammirare le stelle a caso senza seguire uno schema.. lasciamo che la nostra fantasia si perda in questo immenso soffitto brulicante di luci... una stella grande.. qualcuna piccola.. un'altra azzurra ed una rossa! Luci lontane che forse ora non esistono neanche più.. eppure sono lì le guardiamo ogni sera quando le nuvole ce lo permettono.. luci che continuano a brillare .. a vivere.. che continuano a farci sognare! Questo BLOG vuole essere uno spazio semplice, senza pretese, uno spazio dove antichi sorrisi e sguardi continuano a brillare come stelle... semplicemente continuano a vivere nell'immenso cielo della rete." (Domenico Nardozza)
L’abito fa il monaco?
O il monaco è fatto d’abito?
purtroppo si.Come quando a furia di raccontare la stessa bugia questa diventa verità.
non sono mica d’accordo. Sarà vero per qualcuno, non per me.
Tanto per cominciare non è facile verificare come si appare agli altri, e poi se ci si propone di adeguare la propria interiorità all’apparenza esteriore significa fare un’operazione di falsificazione o di svuotamento del sè, che ha senso solo per chi decide di vivere la propria vita galleggiando sulla superficie delle cose; e non mi sembra il caso delle persone che qui scrivono, per esempio
ma come fai a sapere chi sei veramente? Te l’ha detto lo psicanalista?
non è la domanda giusta, ma provo ugualmente a risponderti: so di non sapere tutto di me, ma cerco di non nascondermi a me stessa, accettando i lati scuri (benchè malvolentieri) insieme a quelli limpidi. E questo penso sia visibile anche a chi mi osserva
Qui bisogna stabilire il punto di vista. Guardando il soggetto da un punto esterno ad esso, il soggetto è ciò che appare. Il soggetto che guarda se stesso è ciò che è.
Ultimamente mi ha preso il tic delle domande. E’ da secoli che mi chiedo qual è la domanda giusta, vero che ti ricordi che te lo dissi una volta, Koki?
Mi spiego meglio. Questa domanda mi parte da qui. Ci sono persone e ambienti in cui ci si trova bene e si riesce ad essere autentici, mentre ci sono alte persone e luoghi che ci mettono nella comune ma non per questo meno triste abitudine di indossare la “maschera” pirandelliana.
io ne ho un sacco di conoscenze del genere, anche perchè sotto sotto sono una timidona, per cui cerco di rivestirmi sempre di una patina di coraggio autoimposto.
ma che cosa succede? Come diceva Fizzi, una bugia ripetuta tante volte diventa verità. vabbè, lei pensava a Silvio, giusto?
Insomma, se finisci con l’indossare sempre vestiti sformati e scarpe usate, finisci per diventare anche tu sformata e usata, perchè agli altri appari così e tu con quegli “altri” ti identifichi con il personaggio sformato e usato. E anche quando non lo fai deliberatamente, in effetti abitualmente indossiamo degli abiti che rispecchiano la nostra personalità, allora la nostra personalità si identifica o sovrappone con l’abito.
Se ti comporti da stupido è forse perchè un po’ stupido lo sei veramente?
sì, questa è la domanda giusta.
E la mia risposta è: sì, se ci si comporta da stupidi è perchè un po’ lo si è veramente. Del resto non è un peccato mortale essere stupidi (chi non si è mai comportato da stupido almeno una volta nella vita? perfino Einstein lo era con le donne), ma lo è senz’altro non esserne consapevoli. L’autenticità, la sincerità almeno con se stessi non sono optional qualsiasi, non credo che davvero ci si possa camuffare ai propri occhi, che ci si possa ingannare al punto di convincersi di essere diversi e migliori di quello che si è.
Questo può accadere ad un Io non ancora maturo, come quello di un adolescente per es., oppure ad una personalità adulta che non ha avuto la possibilità di compiersi, per motivi di deprivazione culturale, affettiva o sociale.
Sono sicura che in fondo i più sappiano benissimo di non essere la maschera che in quel momento stanno indossando