Il letame per i vegan

Non vorrei urtare la sensibilità di nessuno, ma -per motivi di lavoro- ho appreso che i vegan non usano il letame per ammendare il terriccio.
So poco dell’alimentazione vegan, ma so che tutto ciò che è prodotto animale viene accuratamente evitato.
Non nascondo di avere delle forti perplessità su questo stile di vita, ma da amante degli animali non posso non apprezzarne il risultato.
Tuttavia questa storia del letame non la capisco proprio. Ad esempio il miele, quello lo capisco: si assoggettano degli animali per trarne un vantaggio alimentare. Così per il latte e per le uova.

Ma il letame è un prodotto di scarto dei mammiferi, non si toglie nulla al mammifero che l’ha prodotto.
Forse ci si riferisce al fatto che gli animali allevati vengono destinati al macello o vengono utilizzati come forza lavoro. Quindi non è il prodotto in sè, ma lo scopo finale che determina quel prodotto.

Ma per gli animali da compagnia, come i cani, gatti, cavalli, e se uno volesse avere delle papere? Le deiezioni di cani e gatti non sono così pulite come quelle dei cavalli e dei maiali, ma con opportuni trattamenti si possono utilizzare.
O addirittura, perchè non quelle umane, opportunamente trattate?
E i piccioni? Non pochi scelgono di avere dei maiali da compagnia.

E se la compagnia degli animali è considerata un tratto negativo, perchè molti vegan hanno cani e gatti?
In poche parole, il non utilizzare il letame non mi sembra affatto logico.

Mi scuso in anticipo se non comprendo questa filosofia di vita e se ho urtato la suscettibilità di qualcuno, ma vorrei sinceramente arrivare a capire il profondo perchè di questa scelta.

45 pensieri riguardo “Il letame per i vegan

  1. “Forse ci si riferisce al fatto che gli animali allevati vengono destinati al macello o vengono utilizzati come forza lavoro. ” – esatto

    “E se la compagnia degli animali è considerata un tratto negativo, perchè molti vegan hanno cani e gatti?” – sono cani e gatti adottati da canili/gattini. Altre volte sono sottratti da laboratori (ratti, conigli etc). Insomma quello che il vegan evita di fare è *comprare* un animale: riconoscendo in questi una dignità, non ne accetta la compravendita come si farebbe con oggetti.

    Questi sono un po’ i principi condivisi dalla maggior parte dei vegan, ma esistono molte sfumature. Spero di aver chiarito almeno qualche dubbio 🙂

    1. Eppure io sono convinta che ci siano numerose situazioni “controllate” che non escluderebbero l’uso del letame o della pollina e delle deiezioni in genere, per il giardino.

  2. Il letame animale entrerebbe in circolo nel vegetale, per cui si contaminerebbe e mangiandolo assumeresti un vegetal-animale. Non conosco bene la filosofia dei vegan, ma nei tempi passati sono entrata in altre storie vegetariane e la loro filosofia non era certamente ispirata all’amore per gli animali, ma piuttosto dalla paura della contaminazione.

    1. Ma non so se ci sia in giro gente che si pone sul serio il problema del letame animale, paventando addirittura la contaminazione. Ma pensandoci, sì, forse qualcuno c’è. E questi pochi individui (pochi tra pochi, essendo i vegan una percentuale risibile della popolazione) con questo atteggiamento altro non fanno se non danneggiare la causa vegan.
      Causa vegan che, preme sottolineare, è una causa animalista sì, ma soprattutto ambientalista.

      1. Io sono vegan ed in contatto con molti altri vegan. Non mi sembra affatto che la causa vegan sia soprattutto ambientalista. E’ certamente anche ambientalista, perché l’ambiente è la casa degli animali e anche la nostra. Quello che ci sta a cuore è il rispetto per tutti gli altri esseri senzienti, in tutti i modi e le forme possibili.

  3. Diciamo che i vegan usano il cervello in dosi omeopatiche, o addirittura per nulla: dopotutto è un prodotto animale…

  4. “Forse ci si riferisce al fatto che gli animali allevati vengono destinati al macello o vengono utilizzati come forza lavoro. ”

    I vegan evitano di finanziare in alcun modo l’industria della carne, dei latticini e delle uova. Il letame è un sottoprodotto di questa industria.

    1. Ciao Pamela, grazie del commento “dall’interno”. In effetti avevo immaginato che fosse così come spieghi, ma continuo ad essere convinta che il letame non sia da evitare tout court, specie quello equino o di mulo, poichè sono animali che possono essere tenuti allo stato domestico o semi-selvatico senza farli lavorare o mangiarli. Basta poi fare una passeggiata per l’aia o i campi con un sacchetto e una zappetta. In particolare mi incuriosisce il fatto questo: i vegan considerano l’adozione di un animale un atto discutibile?

      1. Ciao Lidia. Grazie a te per l’opportunità che mi dai di far conoscere il nostro pensiero su questi argomenti, periodicamente discussi anche sui nostri forum.
        Il nostro scopo è di impedire, per quanto è in nostro potere, morte, maltrattamenti e sfruttamento di animali. Va bene adottare un animale, ma non va bene acquistarlo, perché questo alimenterebbe il mercato di animali e l’animale in questione sarebbe subito rimpiazzato da un altro, fatto nascere appositamente per essere venduto. C’è una forte tendenza, tra noi, ad adottare animali, a patto che siano salvati dai macelli o da laboratori di vivisettori oppure presi da canili e dalla strada.
        Sono a conoscenza di tre rifugi per animali in Italia, gestiti da gruppi di vegan, in cui ci sono animali da allevamento salvati: Porcikomodi, Valle Vegan e Ippoasi.
        Posto che lo scopo nel prendere animali è salvarli e assicurare loro una vita dignitosa, non facciamo loro alcun male se usiamo il letame per concimare i nostri terreni, che comunque potremmo concimare anche in altro modo (compost, sovescio e quant’altro).
        A parte qualche realtà vegan o animalista, non credo che attualmente siano molte le persone disposte a salvare, tenere, curare e mantenere un animale da fattoria fino alla sua morte naturale, senza farlo lavorare né sfruttarlo in alcun modo.
        Io che non ho un giardino o spazi idonei per tenere animali d’allevamento, né ho nelle vicinanze amici vegan con terreni e animali, mi accontento di fare il compost e macerati per il mio piccolo orto sul terrazzo e mi accerto che i sacchi di terriccio che compro non contengano letame.

        1. Pamela,mi puoi spiegare che cosa dai da mangiare al cane o al gatto che hai salvato dalla vivisezione? Tofu?

          1. Esistono in commercio alimenti per cani e gatti a base vegetale, bilanciati e contenenti tutti i nutrienti necessari. All’obiezione sulla non naturalità di questa alimentazione per quanto riguarda il gatto, che è un carnivoro, rispondiamo che nella vita dei nostri gatti casalinghi non c’è molto di naturale, dall’alimentazione a base di buoi e pesci, di cui il gatto non si alimenterebbe in natura, al confortevole divano su cui si acciambella.

  5. Scusa, sono sempre molto provocatoria. Lo sono anche con gli anti caccia, che però non sono anti pesca, forse perchè i pesci sono freddi, viscidi e soprattutto non piangono. Io sono molto contro gli allevamenti industriali degli animali animali, quelli sono davvero terrificanti. Però mi piacciono anche i componenti del regno vegetale e li capisco, cioè so che strappare le foglie a un cespo d’insalata o a una piantina di basilico procuro sofferenza esattamente come se strappassi un pezzo vitale a un animale, solo che loro, i vegetali, non si lamentano nello stesso modo… vabbè, il terreno su cui sto andando è molto scivoloso e l’ora è tarda.

    1. I vegetali non hanno un sistema nervoso, mentre lo hanno tutti gli animali. I vegetali reagiscono agli stimoli esterni, ma non possiamo dire che provino sentimenti.
      Anche se le piante avessero un sistema nervoso, l’alimentazione vegan sarebbe la migliore scelta possibile: risparmieremmo un’enorme quantità di vegetali, tutti quelli che vengono impiegati per nutrire gli animali d’allevamento. Se tutti adottassero l’alimentazione vegan, ci sarebbe cibo sufficiente per tutti e sarebbe sconfitta la fame nel mondo.
      C’è una soluzione anche per chi vuole evitare di uccidere piante per nutrirsi ed è diventare fruttariani. Personalmente non lo ritengo necessario e se aumento la quota di frutta nella mia dieta è solo per motivi salutistici.

  6. Che i vegetali non abbiano il nostro sistema nervoso, può essere, ma che abbiano qualche cosa di molto simile è appurato, come il provare paura e dolore. Certamente che ce l’hanno altrimenti non avrebbero potuto sopravvivere, anzi esserci da molto prima degli animali e di poter vivere anche senza. Diciamo che il regno vegetale ha approfittato alla grande e molto astutamente di quelli che si muovono. E’ vero che non bisogna far confusione tra botanica e giardinaggio, come dice giustamente Lidia, ma la capacità di osservazione di un giardiniere appassionato spesso è superiore a quella di un botanico. Diciamo che siamo in un pianeta dove tutto è vivo e, purtroppo,ogni essere è il nutrimento degli altri, dove la lotta per la sopravvivenza è al primo posto. Non so se gli umani nascano vegetariani, certo che non lo rimasero a lungo, anche perchè scoprirono che certe proteine animali sono molto più efficienti di quelle vegetali. Però è anche vero che ormai c’è un abuso.Lontani sono i tempi in cui gli uomini si nutrivano di raccolta e di caccia. L’assassinio c’è sempre stato. A me, che anche l’ammazzare una mosca o una zanzara da fastidio… mi sono sempre chiesta se avrei avuto coraggio di ammazzare un pollo da me allevato in caso di necessità. Diciamo che le piante e gli animali non sono lì solo per entrare nella nostra alimentazione. Siamo tutti qui per essere mangiati, anche noi, certo.
    Un po’ sbrigativa e semplicista, io.

    1. In effetti, a meno di farci cremare, alla nostra morte verremo divorati da una miriade di microorganismi.

      Quello che non capisco in tutti i campi è il fanatismo per questa o quella opinione.

      1. Hai ragione, Nik, noi vegan siamo fanatici, per ora. Veniamo considerati fanatici perché la maggior parte della gente non sa nemmeno che esista. un modo diverso di vivere, che è facile e gioioso.
        Si tratta solo di evitare certi alimenti e mangiare invece in un modo che appartiene alla tradizione di molti popoli. Si tratta solo di ritornare all’alimentazione di alcuni decenni fa, quando solo i ricchissimi potevano nutrirsi come fa adesso l’italiano medio. Si tratta di informarsi e apprendere che secondo l’America Dietetic Association e Dietitians of Canada, l’alimentazione a base vegetale è la migliore per l’uomo e quella che aiuta ad evitare problemi cardiocircolatori, diabete e cancro.
        Non so se ci considereranno fanatici anche tutti gli animali che salviamo, dai piccioni feriti che facciamo curare, ai gatti randagi destinati a morte certa perché gravemente malati che accogliamo nelle case, il coniglio che riusciamo a strappare alla pentola che gli è destinata. Di certo ci considereranno fanatici anche le pecore, cui viene praticato il mulesing e muoino in gran numero di freddo a seguito della tosatura, senza parlare delle ferite provocate dalla stessa. Ci considereranno fanatici anche i bachi da seta bolliti vivi e i pulcini maschi tritati vivi perché inutili negli allevamenti di ovaiole.
        Siamo fanatici perchè non vogliamo provocare morte e dolore ad esseri senzienti, né vogliamo che siano provocate per nostro conto.

        1. >>Siamo fanatici perchè non vogliamo provocare morte e dolore ad esseri senzienti, né vogliamo che siano provocate per nostro conto.
          e’ inevitabile, anche per un vegan estremo fare una cosa del genere, esempio: olio di oliva lo mangiate e con esso larve di mosche, lattuga la mangiate e con essa uccidete lumache, arate per forza la terra e con essa lombrichi, distruggete habitat di volpi lupi tassi etc e li fate per forza morire di fame, non usate letame e quindi solo la chimica puo’ sostenere il bisogno mandiale quindi inquinamento falde mari etc. usate computer quindi tecnologia quindi materiali tossici, vi scaldate quindi petrolio alberi etc, avete case e quindi non c’e’ il bosco sotto esse… Vi illudete che i pipistrelli vengono mangiati da cattivi uomini onnivori e non perche li abbiamo uccisi tutti con il nostro stile di vita. Anche cambiando stile, e non intendo vegan, andando a vivere come paleolitici dovremmo uccidere. Facile dire senza provocare direttamente o indirettamente morte o dolore a esseri senzienti un po’ piu difficile metterlo in atto. Difficile perche non si puo’ sapere se uccide piu la soya OGM che mangiate piuttosto che una bistecca di vitello. Voi riuscite a quantificare i danni che fanno gli onnivori e non riuscite a quantificare i vostri, è questo il fanatismo. Riuscite a dividervi dagli onnivori insultandoli con frasi tipo mangiacadaveri, e allo stesso tempo pretendete rispetto:))), fanatismo??? credo di si. se i bachi da seta bolliti sono un problema dovrebbe esserlo anche mangiare larve di mosca spremute vive… SE non sei fanatica, perche puoi mangiare larve di mosca e preoccuparti dei bachi da seta???? il fanatismo è li. Il fanatismo è obbligare ad una dieta vegan il proprio cane, si per me siete fanatici. siete voi che dividete, che create sette in cui l’altro è sbagliato. Il vegan è un modo di mangiare e vivere diverso dal mio e allora???? non dico fanatico ad uno che non mangia il gorgonzola che io adoro, e non lo offendo magari ci scherzo sopra. fanatico è vedere le pecore che muoiono di freddo e non vedere i pipistrelli che muoino di freddo. Pensaci togliti dalla testa i concetti bene male che ti sono imposti, pensa con la testa tua e vedrai che molte cose vegan sono cavolate e latre giuste. Finche non vedi le cavolate sei fanatica. COME IO sarei fanatico se non vedessi le vostre cose giuste.
          puoi anche insultarmi su pifrank@hotmail.com :))))

    2. Non vedo di che utilità potrebbero essere certe emozioni, come paura e dolore, per un essere che non ha alcuna possibilità di cambiare le situazioni, sottrarsi al pericolo, nascondersi, fuggire. Comunque non sono a conoscenza di alcuna evidenza scientifica sulla presenza di un sistema nervoso nelle piante. Sono invece certa che gli animali abbiano le stesse reazioni emotive che abbiamo noi.
      Chi possiede questa estrema sensibilità, sappia comunque che nutrendosi di vegetali, risparmierà anche moltissime vite vegetali, poiché occorrono quindici chili di vegetali per ottenere un solo chilo di carne.
      Nessuno sa di cosa si alimentassero i primi uomini. Che fossero cacciatori è solo una teoria. C’è un controteoria: che la loro alimentazione fosse vegetale, visto che siamo classificati tra i primati e l’anatomia comparata dimostra che il nostro apparato digerente è simile a quello degli altri primati. L’uomo potrebbe avere iniziato a nutrirsi di animali a seguito di qualche catastrofe, ad esempio il cosiddetto diluvio universale. Venendo a mancare tutti gli alimenti vegetali, ripiegò su un’alimentazione non naturale per lui e in seguito la mantenne.
      Un discorso analogo si può fare per il latte. L’enzima lattasi è posseduto dall’uomo da soli cinquemila anni, il che significa che precedentemente nessun umano assumesse latte. Intere popolazioni africane non possiedono questo enzima e di conseguenza è impossibile per loro bere latte.
      Non mi risulta che le proteine animali siano più efficienti di quelle vegetali. Al contrario, molti atleti onnivori passano alla dieta vegan temporaneamente, per ottenere migliori risultati.
      Documentazione scientifica riguardante questi argomenti, si può trovare in questo sito:
      http://www.scienzavegetariana.it/

      1. C’è una bella differenza tra uccidere involontariamente ed accidentalmente e farlo volontariamente, scientificamente, facendo precedere l’uccisione da svariate crudeltà e torture.
        L’impossibilità di evitare tutte le morti animali che avvengono a causa degli umani non è una buona ragione per non fare niente. Facciamo quello che possiamo e riusciamo a fare in una società a prevalenza onnivora, in cui ad esempio i produttori di olio e i legislatori non si preoccupano della presenza di larve nell’olio d’oliva. Non ero al corrente di questa cosa, nonostante abbia avuto un nonno proprietario di alberi d’ulivo, non ho mai sentito parlare di larve.
        Ricordo di aver letto che nella farina di grano è ammessa una percentuale di malcapitati insetti. Io gran parte della mia farina la faccio personalmente, guardando bene il grano che macino, ma se rimango a corto di grano, compro la farina o il pane.
        La cosa più semplice e importante da fare è smettere di mangiare animali e i loro derivati. Già così si salvano moltissime vite, si evitano sofferenze e morte a tutti gli animali che avremmo mangiato, della cui morte e sofferenza abbiamo una responsabilità diretta.
        Cerchiamo in molti di dare il nostro contributo di conoscenza, perché il nostro impatto sul pianeta sia il più lieve possibile, ognuno secondo le sue possibilità e attitudini. Io mi sono interessata di erbe e altri rimedi, sia per cure naturali che per allontanare gli insetti. Autoproduco e metto a disposizione le mie piccole scoperte e dritte. Negli ultimi anni ho coltivato ortaggi e ho cercato il modo migliore di farlo, il meno nocivo per gli insetti. Ci sono medici e scienziati vegan che studiano e diffondono informazioni ignorate dai media, informatici che costruiscono siti.
        Per i pipistrelli non posso fare niente attualmente, se non salvarne, come ho fatto in passato, parecchi esemplari presi di mira dalla mia gatta e magari mettere una casa per pipistrelli sul mio terrazzo.
        Io non mangio soia ogm, perché in Italia ancora non sono ammessi gli ogm. In ogni caso, se fossero ammessi, comprerei la soia biologica. La assumono indirettamente invece gli onnivori inconsapevoli, perché gli animali d’allevamento in Europa possono essere nutriti con ogm.
        Ormai credo che tutti sappiano che esistono energie alternative non inquinanti, che è possibile ridurre l’impatto umano sull’ambiente con molti accorgimenti, ma finché l’uomo continuerà a distruggere ogni cosa, senza preoccuparsi degli animali ma anche delle generazioni future umane, una percentuale esigua di vegan non potrà riuscire ad invertire la tendenza.
        Nonostante la parola “mangiacadaveri” non mi sembri un insulto, ma una definizione della realtà delle cose, io non credo di averla mai usata, se non una volta, discutendo con una mia parente stretta, che si lamentava di aver contratto una malattia grave e inguaribile secondo la medicina ufficiale. Credo di aver fatto bene ad usarla, perché non aveva mai visto la sua alimentazione sotto questo aspetto e credo che abbia abolito il consumo di carne, che peraltro era già saltuario.
        Quanto al pensare con la mia testa, sappi che sono diventata vegan senza essere influenzata da nessuno, dopo aver letto un libro. Per diversi anni ho continuato ad esserlo senza conoscere nessun altro vegan, finché non mi è venuto in mente di digitare questa parola su google.
        Non ho risposto a tutto, magari continuo più tardi o domani, ora è quasi pronto il mio riso integrale pilaff con carciofi, piselli e patate.

        1. “fanatico è vedere le pecore che muoiono di freddo e non vedere i pipistrelli che muoino di freddo”

          Noi cerchiamo di vedere tutto,ma facciamo solo quello che è in nostro potere fare, così come qualsiasi umano non si asterrebbe dal prestare soccorso ad un altro umano in pericolo di vita, pur sapendo che moltissime persone in pericolo di vita in quel preciso istante sulla Terra non avranno nessuno che le soccorra.
          In questo momento condivido la casa con una dolcissima gatta ex randagia che era gravemente malata a e ho intenzione di prenderne altri, pur sapendo che le strade sono piene di gatti randagi bisognosi di una casa e di cure, ma non potrò prenderli tutti.

          1. Ancora una volta vorrei ringraziare Pamela per le spiegazioni accurate e per i toni non polemici su un argomento di una delicatezza enorme.

  7. Io non credo affatto che un pomodoro o una lattuga sentano dolore, paura, ansia, felicità. Mi sembrano cazzate new age da incorniciare. Scusate se lo dico brutalmente ma un qualunque confronto tra una lattuga che viene mangiata e un manzo squartato mi fa incazzare non poco.
    Non sono neanche per l’estremo opposto, cioè il vegetarianesimo totale o vegan, o fruttarianesimo.
    La misura ideale, secondo me è la dieta ovo-lattea-vegetariana.

    Imporre ad un gatto una dieta totalmente vegetariana è a mio avviso, un atto privo di logica e anche di senso della natura. Il gatto non condivide le nostre scelte, nè può fare a meno di elementi chimici presenti nella carne fresca, nè il fatto di nutrire un animale con la carne o con prodotti derivati da carne e pesce, è eticamente sminuente di una persona che pratica PER SE STESSA l’astensione dal mangiare quegli alimenti.

    Mi sembra che tutto qui manchi di logica, dal non usare il letame (c’è molta gente che ama gli animali da fattoria e li tiene senza possederli o farli lavorare, ma se per “lavorare” intendiamo che il cavallo non debba fare alcuno sforzo, cioè neanche una galoppata con fantino in sella, per me siamo di nuovo precipitati nell’illogico. sarebbe come non portare a spasso il cane per non farlo affaticare. Tra l’altro il letame si può raccogliere in campagna senza avere nessun animale da pascolo) al mangiare solo frutta perchè la lattuga soffre.

    E la clematis? la lasciamo mangiare dalle lumache?
    E le hosta, e la preziosa piantina proveniente da Ulan Bator, faticosamente giunta in Italia portata dal vivaio Parco Molo? E tutte le piante che vengono esposte alle fiere, non sono mai state trattate con un antiparassitario?

    Ma per favore, siamo logici!
    Non si può, oggi come oggi, fare a meno di danneggiare gli animali, direttamente o indirettamente. Non per questo dobbiamo scaricare sul “sistema” il peso di tutto ciò, dal lumachicida alla bistecca. Dobbiamo invece puntare a cambiarlo, questo sistema, e un buon inizio è la dieta che elimini la carne e il pesce, l’evitare di acquistare qualsiasi tipo di prodotto in pelle, scarpe comprese, e un minimo di metodi non da terrorismo chimico nel giardino o nell’orto.

    Già sarebbe tanto, tantissimo conquistare questo.
    Essere parte della natura non significa attribuirle delle emozioni umane, questo è l’errore più grave, gravissimo che si possa compiere. La natura, le rocce, l’acqua, gli alberi, sono indifferenti a noi.Non capite che attribuendogli sensazioni umane li allontanate infinitamente da noi, che è un atto di egocentrismo impareggiabile? Siamo noi che dobbiamo avvicinarci a loro. Ma con i LORO paradigmi, non i nostri.

    E quali sono questi paradigmi? Non lo sappiamo, e fortunatamente non lo sapremo mai, ma di certo non sono i nostri.

  8. Purtroppo anche la dieta vegetariana provoca morte e sofferenza, anche se l’informazione non arriva a chi non se la va a cercare. Io sono stata vegetariana per vent’anni, senza sapere che si potesse fare di più.
    Dietro ogni bicchiere di latte c’è un vitello morto, perché è necessario ingravidare le mucche ogni anno, altrimenti non avrebbero latte. Sono mammiferi come noi e il funzionamento è esattamente lo stesso. i vitelli appena nati vengono allontanati dalla madre, nutriti in modo insufficiente perché diventino anemici e le loro carni siano bianche. Ho visto foto di vitelli che non dimenticherò mai. Peggior sorte tocca ai bufalini, che vengono allontanati dalla madre e lasciati morire di fame, perché la carne di bufalo non si mangia in Italia.
    Non dico niente sugli allevamenti di galline ovaiole, perché penso che circolino abbastanza informazioni, mi limito a ricordare la sorte dei pulcini maschi, tritati vivi perché non servono a niente.

    Se volessimo nutrire un gatto secondo natura, dovremmo tenere in casa un allevamento di lucertole e topi da sacrificare. Gli alimenti che forniamo ai gatti sono approvati da veterinari, contengono tutti i nutrienti necessari alla loro salute e in genere piacciono ai gatti. Cerchiamo di evitare di uccidere animali per nutrirne altri, perchè per noi gli animali sono tutti uguali, sono tutti esseri senzienti.

    Non credo che un cavallo selvaggio sarebbe d’accordo nell’ospitare un umano sulla schiena, che oltretutto lo diriga nel suo percorso, durante una bella galoppata. Non a caso, se la memoria cinematografica non mi inganna, i cavalli selvaggi devono essere domati, prima di essere cavalcati. So che sporadicamente accadono piccoli incidenti, consistenti nel provocare la caduta di esseri estranei presenti sulla schiena del cavallo, nato in un allevamento e apparentemente mansueto.

    Penso che molti vegan non avrebbero problemi a raccogliere del letame abbandonato o a procurarselo senza doverlo acquistare, né a costruirsi un compost toilette, passando all’utilizzo del letame umano, come si fa in Oriente. Comunque l’uso del letame non è indispensabile, se si fa agricoltura sinergica.

    Cerchiamo di non ricorrere ad insetticidi, neanche a quelli naturali, ma piuttosto a repellenti e qui ho trovato delle difficoltà, perché spesso vengono usati i due termini indifferentemente e quindi ho dato io stessa, senza volerlo, informazioni sbagliate. Ad esempio mi era stato assicurato da un veterinario-erborista che il neem fosse solo repellente, ma dal sito della Neem Foundation ho appreso che può avere effetti terribili e mortali su diversi insetti. Una corretta informazione me l’ha fornita un altro erborista e l’ho girata ai vegan del forum che frequento.

    Per le lumache, che infestavano in gran numero le mie piante, mi sono regolata così: non avendo terreni incolti molto vicini ed essendo quelli più vicini trattati sicuramente con pesticidi, ho riservato alle lumache alcuni vasi, di piante che mi hanno regalato e non mi fanno impazzire. Annaffio regolarmente anche quei vasi e, dopo ogni pioggia, riporto le lumache evase nella loro riserva.

    Naturalmente non esiste il vegan perfetto. Cerchiamo solo di fare il possibile per limitare al massimo danni e sofferenze al mondo animale.

  9. Cara Lidia, noto con dispiacere che del mondo vegetale si sa ben poco. Mi vien da ridere, perchè un mio amico scienziato botanico sopraffino, è invece esclusivamente carnivoro e di vegetale mangia solo la frutta, per gli stessi motivi per cui altri mangiano solo vegetali.
    Il mondo vegetale è parallelo a quello animale, compresi quelli che voi chiamate sentimenti, che altro non sono che sensazioni che aiutano alla sopravvivenza della specie. Ecco, si, sono silenziosi, ma a volte molto subdoli e certe piante arrivano anche improvvisamente all’assassinio, se si sentono in pericolo. Non è fantascienza e niente new age. Le loro strategie sono molto più lente nel tempo, perchè hanno molto più tempo e molte specie non forti (come gli animali) sono estinte. Noi corriamo e loro hanno fatto della loro immobilità (quando sono apparse sulla terra non c’erano animali) la loro forza. Se a te tagliano un braccio, rimani monco, a loro invece il ramo ricresce, anche se con grande stress e sofferenza da parte della pianta. Non deve essere stato così fin dall’inizio. Le strategie di sopravvivenza e di riproduzione dei vegetali sono a dir poco geniali e come sanno sfruttare gli animali! Per quanto riguarda la paura e il dolore, anche quelli sono stati provati scientificamente ormai da molti anni. Anche la difesa del territorio e la protezione delle plantule….
    Sta di fatto che rima o poi noi potremmo estinguerci, loro probabilmente no, perchè sono più importanti per il pianeta e quando l’ultimo di noi giacerà morto ai loro piedi. diranno:”Sono finiti finalmente sti stronzi! Ragazze, forza, diamoci da fare e rincominciamo ad amoreggiare con Zefiro!”
    Vabbè, basta, mi sono stancata. Prego però di leggere questa mia con la buona dose di ironia che c’è dentro. E siamo seri una volta tanto!

    1. Torno a ripetere che questi esperimenti sulle piante sono stati più volte considerati dalla comunità scientifica poco più che degli invenzioni da rabdomante.
      In ogni caso, Lucilla, visto che tu stessa più sopra sei stata provocante, accetta la mia provocazione: tu non faresti male ad una mosca, ad una zanzara o alle cicaline, ma le piante delle fiere che ti piacciono tanto e che tu stessa organizzi, sei sicura, ma davvero sicura che non abbiano mai visto la boccetta di confidor nella loro vita?
      Allora io direi di non mettere in mezzo l’alimentazione dei gatti se poi si compra una pianta qualsiasi, anche (o forse soprattutto), un mazzo di fiori o una pianta per un compleanno.

      per il resto, sono convinta che i cavalli siano meno riottosi di quanto la letteratura cinematografica insegni, e che amino le cavalcate con un fantino: sono animali empatici. In ogni caso a me piacerebbe avere tanto spazio da tenerne un paio liberi. Se poi non mi vogliono in sella pazienza.

      Sappiamo che dietro ad ogni alimento c’è sfruttamento animale, ma dietro ogni oggetto c’è anche quello dell’uomo, soprattutto dei bambini. E’ molto difficile vivere in una società consumatrice senza danneggiare nessuno, non tutti ci riescono o hanno la possibilità materiale di farlo.
      La mia massima stima per chi riesce a praticare questo stile di vita e i miei apprezzamenti a Pamela, che ci ha spiegato tante cose senza cadere nella solita visione stereotipata che molti di noi hanno per l’alimentazione vegan.

      1. Intanto ho appena acciaccata una zanza piena del mio sangue. Con grande soddisfazione anche, un po’ perchè sono stata più veloce di lei e un po’ perchè le ho impedito di fare cento bambini fastidiosi nella mia vasca dei pesci, i quali ne avrebbero mangiati un’ottantina (le gambusie sono sanguinarie e fameliche), ma venti sarebbero toccati a me. No, non mi diverto particolarmente ad acciaccare zanze, ma lo faccio d’istinto e per sopravvivenza. Dunque. Mangio carne con una certa discrezione, mangio tutti i vegetali che la mia malattia mi concede, quindi niente cavoli e tutte le foglie larghe… mangio quasi tutto, insomma. Sono contraria agli allevamenti industriali per principio, perciò non mangio quasi mai prosciutto perchè mi da fastidio… il mio gatto se magna le scatolette (pesce o pollo) e, a parte le infradito di plastica, porto scarpe di pelle. In giardino poto quando serve, ma pochissimo, anche perchè so che spesso la pianta conosce il suo corpo e poi non mi interessa una produzione massiccia di fiori. Mi piace l’effetto giungla e adoro il disordine. Odio i sacerdoti e le religioni. Mi piace trasgredire e contraddirmi. Mo’ basta parlare di me. Per quanto riguarda la vita “segreta” delle piante, non è cialtroneria e la comunità scientifica ci sta facendo su studi molto seri ed io sono in contatto con qualcuno che li sta facendo, come certi degli orti botanici. Ma davvero pensi che le piante siano dei minus habens? Loro hanno delle reazioni chimiche esattamente come le abbiamo noi, altrimenti non potrebbero sopravvivere. E che cosa sono i sentimenti se non reazioni chimiche in difesa della vita? Che cos’è l’istinto?

        1. Minus habens? La tua contraddittorietà sfiora il surreale. Meno male che se non altro lo ammetti. Minus habens è un termine coniato da umani per definire altri umani.
          LE PIANTE NON SONO UMANI!!!!!
          Hanno reazioni chimiche, è ovvio, sai, qualche paginetta del sussidiario di scienze l’ho letta anche io ai miei tempi. ma il sentimento non si esaurisce in un’unica reazione chimica, per quanto complessa (chimicamente) come la fotosintesi o tutte quelle bellissime meravigliose strategie che ci ha insegnato David Attemborough (c’era lui prima di Lucilla Zanazzi).
          Continuino pure gli scienziati a studiare l’emotività delle piante, ma se arriva qualcun altro a dirmi che la clematis è intelligente perchè spara viticci per aggrapparsi ai sostegni, do fuoco a tutto quanto.

          Fare un paragone tra la sofferenza di una lattuga e quella di un manzo a me sembra…un’autentica stronzata.
          In ogni caso tu la carne la mangi e pure la verdura, perchè non ti suicidi, così smetti di fare l’assassina.
          A me qui mi sembra che si stia assassinando la logica.

          Comunque è meraviglioso, meraviglioso, degno di Schopenauer il modo in cui stai da un bel po’ di tempo svicolando alla mia domanda: le rose che ospiti a San Giuliano, l’hanno vista o no la boccetta di Confidor?
          Aggiungi questo ai tuoi non troppo vincolanti sensi di colpa.

          Scusa la rudezza Lucilla, io ti voglio bene, altrimenti non ti risponderei nemmeno, ma su quest’argomento hai proprio sbagliato il tiro.

      2. Grazie a te, Lidia, per lo spazio che mi hai concesso.
        Per quanto riguarda l’acquisto di prodotti etici e cruelty-free, noi vegan abbiamo un piccolo aiuto: un database a cui abbiamo lavorato in tanti, con segnalazione di negozi, locali, prodotti, siti di e-commerce vegan. Se mi trovo in una zona sconosciuta e voglio sapere dove prendere un cappuccino di soia, un gelato vegan, acquistare delle scarpe non in pelle, consulto il database. Per cosmetici e detersivi c’è la certificazione Icea-Lav e una lista di marche cruelty-free. Acquistando i prodotti delle marche aderenti a questo standard, sono sicura che nessun animale viene sacrificato per la mia vanità.
        Con questi strumenti è tutto molto semplice e chiunque, anche la persona più indaffarata, può avere uno stile di vita vegan.

    1. Immagino questa domanda sia per me. Non se se gli insetti abbiano un’anima, non so cosa sia un’anima e quindi non saprei dire chi la possieda o meno. Gli insetti però hanno un sistema nervoso e questo è sufficiente per evitare di ucciderli o danneggiarli. Se non li voglio in casa o sulle mie piante, uso delle essenze repellenti o degli apparecchi ad ultrasuoni.

  10. Ciao a tutti, sono un altro vegan (da 11 anni e passa) Il letame ancora si usa e tutti i vegan mangiano cibo vegetale che è stato concimato con deiezioni animali compostate, Quindi non si scappa “o mangi così o muori”.
    La bella notizia è che si può fare il compost con le deizioni umane, l’unico motivo per cui non si utilizzano su vasta scala è semplice, sono inadatte perchè NORMALMENTE L’ALIMENTAZIONE dell’UOMO non permette di produrre degli escrementi umani adatti. Si mangiano troppe proteine animali, troppi alimenti pesantemente raffinati ecc. e molte persone sono MALATE. Bisogna considerare che gli escrementi adatti alla concimazione devono provenire da animali ERBIVORI. Esistono diverse realtà di oasi ecologiche biodinamiche per es in Svezia, dove di utilizza con successo letame di provenienza umana VEGAN. dei compost fatti con escrementi di persone che si nutrono di vegetali. In una tesi di laurea che dovrei avere da qualche parte ci sono tutti i calcoli che dimostrano che si potrebbe avere l’autosufficienza anche in svezia, per il proprio cibo, senza dover importare cibo da altri paesi ed utilizzando letame umano ma anche animale, proveniente da animali che stanno liberi e non vengono nè macellati nè utilizzati in altri modi dall’uomo. Grazie e a presto. Vivere Vegan, in armonia col mondo e senza uccidere si può, basta volerlo.

    1. considerazioni discutibili ma accettabili. gli escrementi umani mio nonno li usava tranquillamente nel suo orto ma erano altri periodi. La nota dolente del tuo discorso è:
      > Vivere Vegan, in armonia col mondo e senza uccidere si può, basta volerlo.
      in armonia significa che se un lupo mi vuole attaccare io o lo uccido o scappo(muoio:)) ), facile oggi essere in armonia con tutti i nostri predatori eliminati:))). non so se riusciresti a vivere fuori dalla tua citta senza uccidere DIRETTAMENTE, e di certo non puoi vivere senza uccidere indirettamente. con la volonta vivi a chiacchiere senza uccidere, ma nella priatica qualcuno e tu uccidi per forza. pifrankl@hotmail.com

  11. INSETTI: I vegani non vogliono essere dei santi e non possono evitare tutte le sofferenze. Ma si può fare tanto soprattutto per quelle palesemente documentate a proposito degli orrori (non necessari) che si compiono ogni minuto, ogni ora, ogni anno nel 99% degli allevamenti mondiali. Si fa il possibile chi più chi meno… Per quanto riguarda gli insetti: esempio mangiando direttamente vegetali, si uccidono meno insetti, visto che servono dalle 5 alle 20 volte più vegetali per la produzione di prodotti animali carne, latte uova ecc. e per essi si devono utilizzare metodi chimici contro gli attacchi degli insetti… che chiaramente finiscono negli animali e nell’uomo che li mangia. 2) l’uccisione degli insetti è questione di sopravvivenza. Nessuno ucciderebbe un leone per gusto ma lo farebbe se mettesse a repentaglio la sua sopravvivenza. Lo stesso concetto vale per gli insetti dannosi per l’uomo. Ma non dimentichiamo che tra un insetto e un animale fatto nascere forzatamente, imprigionato quasi sempre senza aver la possibilità di espletare qualsiasi funzione BASILARE per la sua natura e poi ucciso violentemente dopo trasporti sempre molto stressanti… c’è una bella differenza rispetto agli insetti specialmente per quanto riguarda la SOFFERENZA.
    ecco un video su come vengono trattati gli animali negli allevamenti https://www.youtube.com/watch?v=aL0Kd5KFd-s

    1. grazie, ora ho capito perchè non si può usare la cacca umana per concime 8e neanche quella degli animali domestici). Ma senti, questo letame proveniente da allevamenti che non maltrattano gli equini, si può ritirare? E’ molto costoso?

    2. Per quanto riguarda gli insetti, ci sono delle soluzioni incruente: esistono erbe e piante repellenti, che si possono tenere in casa e in giardino o spruzzarne l’essenza dove è necessario.
      Per le coltivazioni la cosa migliore, secondo me, è ricorrere all’agricoltura sinergica, che sembra fatta a misura di vegan, tanto che sto cercando di applicarla, con ottimi risultati, anche nel mio orto sul balcone. In Italia è ancora poco diffusa e non ho visto aziende che la praticano tra quelle che trovo nei negozi biologici, ma se le vedessi, certamente le premierei e privilegerei rispetto ad altre e inviterei tutti i vegan a farlo. Per questo tipo di agricoltura non è neanche necessario il letame, se non il primo anno. Io naturalmente non l’ho usato, mi sono limitata a mescolare un po’ di compost autoprodotto al terriccio, ma è andata bene ugualmente.

      1. Pamela, scusa, ma in cosa consiste l’agricoltura sinergica? In cosa differisce da altri tipi di coltivazioni “naturali”, tipo la permacoltura, la bioagricoltura, la biodinamica?

    3. non so come avete questi calcoli, questi assurdi calcoli. Ammesso che ci siano delle basi scientifiche di certo ci sarebbe un “calcolo che vale sotto queste condizioni”. Non credo che un kg di persico mangia 5 o 20 kg di erba prodotta da agricoltura, non credo che una vacca allevata in montagna mangia 5 10 kg di erba coltivata. Non concordo con uccidere insetti sopravvivenza, un leone è sopravvivenza. non concordo sulla sofferenza del vitello paragonata alla sofferenza del leone. Il nostro stile, vegan compreso, fa morire di fame miliardi di animali perche eliminiamo il loro habitat. E poaragonato com milairdi milioni di animali mangiati da carnivori non sono poi cosi tanti:))) pero’ non ci sono video di pipistrelli che muoiono di freddo perche l’uomo elimina alberi secchi:))) ci sono invece video dei vitelli:)))), credo anche ci siano video delle larve con cui si produce seta non ci sono video delle larve di mosca spremute vive per l’olio extra vergine.. E’ solo un problema di video????? Sei sicuro che ci sia differenza tra insetto e vitello??? a quale punto della catena alimentare dovremmo arrivare per dire quello non si puo’ uccidere???? perche ti faccio notare che l’uomo in armonia con la natura era qualche migliaio di anni fa’, ne erano di meno perche era in armonia con essa, e casualmente uccideva direttamente quando era in armonia. Oggi non puo’ essere piu in armonia sia che mangi avegetali sia che mangia carne. NE SIAMO TROPPI, il nostro numerto, le nostre esigenze uccidono, E le tue esigenze non uccidono solo mosche fidati:)))))
      pifrank@hotmail.com

  12. Qui sotto copioincollo un paio di miei interventi nel forum VeganHome, http://www.veganhome.it/forum/ che descrivono l’agricoltura sinergica. E’ una derivazione della permacoltura, che non prevede però l’uso di letame e fertilizzanti. A differenza dell’agricoltura biologica non ha bisogno di lotta integrata, di fertilizzanti e insetticidi naturali. La biodinamica prevede addirittura l’uso di parti di animali, ad esempio da sotterrare per motivi misteriosi. ed è per questo che quando trovo un prodotto coltivato con metodi biodinamici lo evito accuratamente.

    Credo che l’agricoltura sinergica sia quanto di più
    incruento e rispettoso di ogni vita esista ed è anche
    affascinante e dà buoni risultati anche nell’orto sul
    balcone. Una volta preparati i vasi o i cosiddetti bancali
    in piena terra, la terra non viene più smossa, il che è
    anche un vantaggio per i pigri e le persone che non
    potrebbero fare certi sforzi. Ci si limita ad interrare le
    piantine oppure seminare, finché non si farà neanche questo
    o lo si farà molto poco, perché molte piante si riseminano
    da sole. Per contrastare l’arrivo di parassiti si piantano
    agli, cipolle, porri e scalogni intorno al bancale o al vaso
    e anche alcuni fiori repellenti per gli insetti nocivi alle
    colture. Le piante non si estirpano, a meno che non abbiano
    radici commestibili, ma si tagliano e si lasciano le radici
    marcire nella terra, a nutrirla. E’ molto importante che le
    piante non siano in file, ma in ordine sparso, mescolate fra
    loro e che siano piante di diverse specie. Questo è il primo
    anno di tentativi seri e i risultati sono superiori alle mie
    aspettative. Da quello che ho capito, non esistono libri, ma
    materiale in rete, anche video.

    Gli ortaggi non maturano tutti insieme. Vai a raccogliere
    quelli che sono pronti, anche se sono circondati da altri.
    Se l’aiuola è in terra dovrà essere larga 120 cm., in modo
    che sia facile da raggiungere anche il centro, che dovrà
    essere soprelevato di circa mezzo metro. Sono riuscita a
    soprelevare un poco anche nei vasi e questo aumenta la
    superficie della terra coltivata e aiuta il coltivatore che
    non deve piegarsi eccessivamente (i contadini dicono “la
    terra è bassa”, ma con l’agricoltura sinergica è un po’ meno
    bassa).
    L’agricoltura sinergica ha dei punti in comune con la
    permacoltura, di cui è un tentativo di adattamento alla
    situazione occidentale e, come la permacoltura, cerca di
    ricreare quello che avviene nella foresta, dove le piante
    sono tutte rigogliose. C’è bisogno però di un po’ di studio
    sulle varie esigenze delle piante, ma per fortuna lo studio
    è stato già fatto. Si applicheranno consociazioni e
    avvicendamenti come nell’orticoltura classica, con qualche
    accorgimento in più: pacciamatura, circondare le colture con
    agli, cipolle e simili, piante aromatiche e da fiore che
    attirino insetti benefici e repellino i nocivi, piante
    pioniere per nutrire la terra.
    A questa pagina ci sono informazioni più dettagliate:

    http://www.agricolturasinergica.it/pubblicazioni.asp

    Credo che sia molto importante che tutti i vegan desiderosi
    di coltivare anche pochi ortaggi conoscano questo metodo,
    perché risolve alla radice in modo assolutamente incruento
    il problema di proteggere le colture dagli insetti, non
    prevede l’uso del letame e di altri concimi (nella
    preparazione dei bancali si parla di letame o compost, ma io
    ho tradotto solo compost), perché la terra non ne ha
    bisogno, insomma è una cosa fantastica (scusate
    l’entusiasmo).

    1. Be’, però è un po’ quel che facciamo tutti, in maniera intuitiva. Le consociazioni, la protezione attraverso piante repellenti, la rotazione delle colture, l’ammendamento tramite fabacee, alternare piante grandi a piccole, in modo da ottimizzare i tempi di coltura…diciamo che sono strategie che già da tempo si conoscevano e che in qualche misura applichiamo in maniera automatica.
      Quello che per me è un ostacolo insormontabile è non usare il letame. Però ho la lombricaia, faccio lo sfarinato di foglie e cc. Il compost, se non potrò comprare una compostiera, non potrò più farlo perchè attirava una quantità immane di topolini che poi facevano una brutta fine. In effetti per farlo bisognerebbe disporre di un posto ben lontano dall’abitazione.
      Un’iltima domanda , se posso: i vegan usano il guano come ammendante?

  13. Non so perché funzioni l’agricoltura sinergica, ma ho potuto constatare che applicando solo pochi accorgimenti, il risultato migliora vistosamente. Io ho messo nel contorno dei vasi agli, cipolle ecc., in grande quantità, ho piantato nasturzio e salvia (altre cose non ho avuto tempo di piantarle), ho messo piantine di diverse famiglie, badando però alle consociazioni, mescolate tra loro, anche molto ravvicinate, ho sopraelevato un poco la terra al centro, formando in ogni vaso una collinetta e non ho estirpato le piante della stagione precedente, le ho solo tagliate, lasciando le radici nella terra.
    Il compost era stato messo nella precedente stagione.
    Sto cercando di procurarmi dei lombrichi, chiedendoli a dei colleghi che hanno il giardino e propongo un onorevole scambio con semi e piante. Non voglio acquistarli perché gli allevatori di lombrichi rivendono anche ai negozi di caccia e pesca e presumibilmente nell’allevamento non si preoccupano del benessere dei vermetti.
    Anni fa ne avevo nei miei vasi, provenienti da qualche vivaio e non si sono neanche accorti della mia presenza. Sono spariti a seguito di lavori condominiali, che hanno fatto morire diverse piante, non so bene il perché, ma forse è meglio non saperlo.
    Del guano mi sembra che non abbiamo mai parlato nel forum che frequento, nessuno ha approfondito il modo in cui viene preso. Posso dire che se, durante la raccolta e a causa di essa, non si fa nessun danno agli uccelli o ad altri animali, non ci sono problemi.
    Proprio in questi giorni leggevo che è possibile, per chi vive vicino al mare come me, prendere le alghe, sciacquarle bene e usarle come fertilizzante.
    Nell’agricoltura sinergica, comunque, sono previsti i lombrichi, il sovescio è proibito e tutto il resto non è necessario, se non il primo anno e solo se hai un terreno molto povero o guastato da anni o decenni di chimica.Iin questi casi il letame e il compost servono a ristabilire l’equilibrio naturale del terreno. Se, come penso, per anni hai coltivato in modo naturale, il tuo terreno non ha bisogno di niente, la fertilità viene accresciuta dalle piante che tagli e lasci sul terreno dopo aver raccolto gli ortaggi e dalle loro radici che rimangono nella terra.

  14. Grazie 1000 Pamela per questo tuo intervento che ho trovato per caso cercando un’agricoltura alternativa senza sofferenza direttamente o indirettamente che sia. Anch’io sono vegana.

    1. Non devi ringraziarmi. Ognuno di noi vegan cerca, come può, di dare il proprio contributo alla costruzione di un mondo in cui gli animali non debbano avere paura dell’uomo.
      Io ringrazio ancora Lidia per l’ospitalità e lo spazio che mi ha concesso.

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