15 pensieri riguardo “Maleducazione

  1. Ma perché sei così drastica? A me sembra che rispecchino semplicemente il gusto del disegno attuale, hanno qualche cosa che ricorda i manga e tutto il disegno giapponese dei cartoni. L’uso dei colori primari, poi, è semplice e quindi ovvio da proporre a dei neonati.
    Perché li trovi così diseducativi?

    1. Non mi posso loggare perchè ho internet a terra. Dunque, sono drastica perchè ho visto lo sbocciare del cattivo gusto contemporaneo, l’ho visto maturare e fruttificare. I disegni dei giochi Chicco non hanno niente a che vedere con i manga giapponesi, che anzi, utilizzano spesso linee spigolose e rette. Neanche un anime scadente come Sailor Moon o Card Captor Sakura è così nauseabondo. Semmai le radici del disegno della Chicco sono da ricercare nella commistione tra il postmoderno e Disney, è un design tutto occidentale, per nulla orientale.
      L’utilizzo di colori primari non mi sembra un elemento nè a favore nè contro, e comunque Chicco usa spesso colori semplici (che non vuol dire primari), sbiaditi e resi pastellosi, zuccherosi e informi.
      In complesso i giochi Chicco, che sono poco o nulla mutati dagli anni Ottanta, sono di una bruttezza evidente e intrinseca, talmente sfacciata da non avere bisogno di descrizioni. Il contatto quotidiano con oggetti brutti non educa certo alla cultura della struttura e del bello, rendendo i ragazzi privi di quella capacità di discernimento, di quel gusto che sin da piccoli si matura per “ciò che piace”, sottraendogli ciò che è una fondamentale caratteristica umana (la Facoltà di Giudizio) che va esercitata in maniera continuativa per tutta la vita, sottraendogli quindi un piacere, che deve essere faticosamente recuperato negli anni a seguire, con esiti a volte infelici.

  2. Come spesso accade, anche stavolta hai dato voce al mio pensiero. Però mi lasci una curiosità: esistono giocattoli per bambini che non siano intrinsecamente brutti? Non so, io trovo brutta in generale la plastica e cerco di evitarla laddove ci sono alternative (mi riferisco soprattutto alla casa e al giardino: nei lavori di ristrutturazione che stiamo facendo io e l’altra metà della mela, cerchiamo di optare per legno, terracotta e metallo) ma è difficile e costoso. La sfortuna di non avere figli ha comportato la fortuna collaterale di non avere giocattoli Chicco tra i piedi, ma mi chiedo appunto se esistano alternative.

    1. Una linea di giocattoli per bambini che non sia brutta? Be’, da qualche parte esisterà, io non ne conosco però. I giocattoli industriali per bambini non sono sempre brutti, basta pensare a che mercato è diventato quello dei trenini di legno e delle bambole di bisquit di epoca vittoriana. Io credo che i giochi migliori siano sempre quelli fatti in casa o artigianali. Probabilmente esisterà qualche artigiano a Castelfranco Ursino Rampazzo che ne produce, ma nessuno lo conosce.
      I bambini, poi,i giochi tendono a costruirseli. Ho usato tonnellate di das e plastilina. Ma sai, ho vissuto la mia giovinezza nei Settanta in cui i gadget semplicemente non esistevano. Oggi un bambino viene stigmatizzato e schermito se non ha le cartoline di Dragonball o la bambola delle winx. Non sono il tipo da estremismi nell’educazione dei figli, e credo che un eccesso di rigore sia peggio di un eccesso di abbondanza.
      E’ difficile educare i porpri figli a non essere vittime del consumismo.

      1. I lego sono decisamente dei bei giocattoli.
        I chicco invece sono fatti per essere scelti dai genitori maleducati, essendo giocattoli per bambini che non possono ancora sfilare nelle corsie o nelle liste amazon.

        1. A me non piacciono neanche i Lego, che più di una volta hanno dato prova di essere Trash, più che Kitsch. Ad ogni modo i Lego almeno li smonti e li rimonti, e da un castello esce fuori un elefante, insomma, c’è di che divertirsi, elborare. Ma non mi sentirei di dire che stimolino la funzione estetica.

  3. Anche il mio PC ha dei problemi, quindi ho scritto un commento che non è partito (fa parte delle feste anche questo, come se non bastasse?)
    Quello che volevo dirti è che non ho intenzione certo di parlare con te di disegno e colori, non ne sono all’altezza.
    Quando pensavo ai cartoni giapponesi pensavo a doraemon, che ha queste linee arrotondate e colori semplici (i colori della chicco non sono zuccherosi, secondo me, sono decisi invece, saturi, senza sfumature).

    Però il tuo intervento mi ha fatto pensare a come è il nostro immaginario del disegno oggi. Non credo che le bambole di bisquit siano meglio dei giocattoli della chicco, se non altro perché sono percepite come vecchie. Il gusto cambia e con lui tutti gli aspetti delle cose. E’ il motivo per cui se vedi un mobile capisci quando è stato costruito, quando vedi un film sai già, dalla fotografia, quando è stato girato. Per esempio Barbie è vecchia, sorpassata, ancora si vende ma non capisco a chi, forse alle mamme che ne avevano desiderio da piccole. Adesso le bambine vogliono le Winx, le Bratz e, purtroppo, Peppa Pig (orripilante)
    Per me è molto più diseducativo regalare alle femmine pentoline e ferri da stiro e ai maschi martelli e chiavi inglesi. Questo condiziona veramente.
    I bambini, invece, devono venire a contatto con quello che sarà il loro mondo visivo che sempre di più, almeno fino a 12-13 anni, è giapponese. Mio nipote ne ha 27 e ancora vede gli anime tipo one piece (ed è già laureato lavora fuori e vive da solo). In un certo ambiente nerd va molto di moda tutto questo (è molto popolare, come dicono gli inglesi).

    In generale si tende a pensare che i giocattoli di legno e le bambole di pezza siano più ecologiche e faccia più bene ai bambini averli vicino anziché la plastica. Anche questa è un’idea che hanno le mamme, non certo i bambini che sono più attratti dal rosso che dal beige.

    Con ciò anche io credo che sia necessario mettere a contatto già da subito le persone con cose belle, ma veramente belle, che gli facciano venire il gusto dopo di andarsele a cercare da soli. Leggere ai bambini piccoli, anche di 3 anni, delle belle storie illustrate è la cosa più educativa che esista, li abitua al linguaggio, arricchisce il lessico e stimola il pensiero. Forse è questo il regalo migliore che si possa fare, ma poi ci deve essere qualcuno che li legga per loro.

    1. Doraemon è un cartone relativamente tardivo, la linea degli anime, quella originale, è spesso grezza, tagliata. “Uomo Tigre” è un buon esempio. Il celebrato Osamu Tezuka, tragicamente influenzato da Betty Boop e da Disney, ha portato una linea tondeggiante. Io sono fuori dal circuito da un bel po’, questo “one Piece” me lo ritrovo fra i piedi ogni volta che cambio canale, lo confondo con altri, mi sembrano tutti uguali. Purtroppo è vero che fino ad una certa età gli riempioni gli occhi di questa robaccia. I cartoni anni ’70 non erano poi questa grande opera d’arte, ma erano un po’ meglio.
      Riguardo ai giochi “di legno”, non ho mica detto che sono meglio o più ecologiche di quelli di plastica, solo che hanno conquistato una gran fetta di mercato. Certo chi li acquista non ci fa giocare i figli, ma li espone col certificato di autenticità. Ma questo è un altro discorso.
      La plastica è comoda, economica, non ha schegge, non si rompe facilmente e soprattutto, se si rompe, si ricompra uguale. Eppure le potenzialità della plastica secondo me non sono state sfruttate. I giochi Chicco hanno linee smussate anche per evitare incidenti, in un’epoca in cui i bambini sono degli attila e dei tiranni, è importante.
      All’epoca delle bambole di bisquit, eri fortunata se tua madre ti faceva pettinare la bambola la sera, e poi te la faceva riporre sul comò. Il vittorianesimo fu un periodo difficile per i bambini, che diventavano protagonisti delle dinamiche familiari solo a Natale, ecco perchè tante suggestioni natalizie sono di epoca vittoriana.
      Non ho la soluzione in tasca, ma penso che Morris e Ruskin in fondo abbiano detto qualcosa di sensato.
      Anche io trovo che i libri siano qualcosa di estremanete attraente per un bambino. In ogni caso, qualunque gioco condotto con i genitori, è estremamente gratificante per i bambini.

    2. Ah, riguardo al “gender bender”, ovviamente sono d’accordo con te, e tutti siamo attratti da pistole e dolceforno, fino ad una certa età, penso che i genitori dovrebbero essere più consapevoli della sessualità infantile, e che il bambino non sia solo dei genitori, ma anche della società.
      Non so se ti è capitato di leggere un articolo su “Libero” quanlche giorno fa in cui veniva incriminato il gender bender come male assoluto della società.

      1. No, non lo avevo letto, anche perché il mio Internet non va ancora bene. Con le feste non sono venuti a d aggiustare la linea telefonica. Lo cerco e vado a leggerlo

  4. Dimenticavo, esistono giocattoli artigianali, se volete cercarli si trovano spesso nelle librerie, che ormai sono diventati degli empori.
    Cito per esempio
    http://www.lilliputiens.be/IT/
    che fa bamboline di pezza (carissime) e giocattoli in legno (inavvicinabili) solo in UE e con materiali bio-eco-socio- sostenibili

  5. perchè i bambini dovrebbero per forza vedere il loro mondo visivo e chi l’ha detto che devono subire immagini tipo manga o one piece (orripilante e piuttosto sinistro, a mio parere)?
    penso che come genitori dobbiamo nel possibile indirizzare le loro visioni ( e magari spegnerla sta benedetta tv) , a me piacciono i cartoon, ma devono essere dignitosi come estetica e come contenuto. Alcuni cartoon giapp e usa ( come i simpson o futurama) sono insidiosi per una mente giovane e non strutturata a leggere tra le righe significati che non sono quelli apparenti.
    detto questo, cosa c’entrano con i giocattoli Chicco?
    Ho avuto bambini piccoli che ci hanno giocato e sono giocattoli di buona qualità e quasi indistruttibili, francamente li trovo buoni. Poi se si vuole , si va in un negozio per giocattoli, ce ne sono di grandi come supermercati e ci si trova davvero di tutto

    1. Francamente questo genere di commenti mi spiazza. Non so, Milli. Non ho capito cosa vuoi dire. Ribatti a delle asserzioni che non sono state fatte da nessuno, hai creato una tesi e l’hai smentita, facendo tutto da sola. Chi ha mai detto che i bambini devono crescere coi cartoni? QUI, nessuno. E non credo che nessuno lo pensi neanche.
      Cosa c’entrano i giochi Chicco? ma con cosa, scusa? Con i manga o gli anime? Nulla, mi pare. I giocattoli Chicco sono uno pseudopodo di Disney.
      Che siano giochi solidi, economici e indistruttibili non lo mettiamo in dubbio, ipoallergenici, sicuri, ecc. Qualcuno ha mai detto il contrario? Mi sembra di no.

      Sono solo brutti, di una bruttezza quasi ontologica. E francamente non credo di poter essere smentita. Non insegnano ai bambini il valore della bellezza, anzi, sono tragici veicoli di conformismo dilagante.

      I tuoi figli avaranno avuto dalla famiglia ciò che gli è stato tolto dalla Chicco: la capacità di discernere il brutto dal bello.

      1. Magari ho frainteso il senso di quello che ho letto , non ne dubito. Chiuderei la mia confusa parentesi , però vorrei farti notare un aspetto del gioco Chicco che ne determina il suo successo. Le persone che diventano genitori per la prima volta spessissimo manifestano una sindrome che da homo sapiens li trasforma in homo rincitrullitus. In questa fase di euforia genitoriale (la cui causa è dovuta senz’altro ai litri di ossitocina circolante nel sangue) ecco che arriva il furbo giocattolo Chicco , che non promette certo di essere un bel gioco ma di [i]stimolare le facoltà fisiche e mentali[/i] del pargolo. A questo punto il neo genitore si immagina il proprio pupo camminare a 5 mesi, parlare a 1 anno e a 2 anni fare le equazioni di secondo grado. Alzi la mano il genitore che non abbia mai fatto nemmeno un mezzo pensiero del genere. ..
        Poi ovviamente il pupo cresce come tutti gli altri e l’adulto rinsavisce.
        A difesa del gioco c’è da dire che fino a un anno di età il bambino non ha ancora una vista perfetta, per cui un certo lassismo estetico viene perdonato in funzione della sua presunta o reale utilità.
        Volendo fare un’analisi dell’estetica del giocattolo bisognerebbe distinguere per fasce d’età e per sesso. Io ho solo due figli maschi e ti garantisco che per loro il problema estetico è infinitamente limitato rispetto a una femminuccia. A loro piacciono i modelli e la bellezza per loro è la assoluta somiglianza con il modello reale, il lego può essere solo quello technic. Per le bambine penso che sia tutto molto più sfumato e complicato, pensa solo come si vestono gli uni e le altre.
        Poi c’è il capitolo dei giochi elettronici i quali potrebbero spianare come dei bulldozer il mondo dei giocattoli e buonanotte alla fantasia.
        Per quel che mi riguarda non so se sono riuscita a trasmettere ai miei figli il gusto del bello, perlomeno mi sono impegnata a far sì che non si appiattissero sulle mode, a non considerare una cosa bella o giusta solo perché lo fanno tutti. Ma è una battaglia lunga, i frutti li vedrò solo tra anni.

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